San Francesco Spinelli, «un uomo semplice che, infuocato dalla Spirito, ha saputo e saprà coinvolgere tanti»

Nel pomeriggio di lunedì 6 febbraio il vescovo Napolioni ha presieduto l'Eucaristia presso la Casa madre delle Suore Adoratrici nella festa del fondatore

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Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento in festa, nella giornata di lunedì 6 febbraio, per la ricorrenza del loro fondatore, san Francesco Spinelli. «Un uomo semplice che, infuocato dalla Spirito, ha saputo e saprà coinvolgere tanti». Così, in un passaggio dell’omelia del vescovo Antonio Napolioni nell’Eucaristia celebrata nel pomeriggio nella chiesa della Casa madre dell’Istituto.

La solenne celebrazione, che ha fatto seguito alla celebrazione del Vespro presso Casa Santa Maria, ha concluso il ciclo di celebrazioni che le religiose hanno dedicato al loro fondatore, beatificato nel 1992 da papa Giovanni Paolo II e canonizzato da papa Francesco quattro anni e mezzo fa.

Il saluto iniziale al vescovo, ai sacerdoti e ai fedeli presenti (tanti, come sempre, i rivoltani ma parecchie anche le persone arrivate da fuori paese) è stato affidato alla superiora generale, medre Isabella Vecchio. «Quando i Santi incrociano la nostra vita e la nostra storia – ha detto – scolpiscono dentro di noi qualcosa di Dio. Così fa anche san Francesco Spinelli che ci indica l’Eucarestia come fonte della nostra vita e come fonte della carità. Oggi, come ogni anno, davanti al sacello del nostro Padre fondatore abbiamo riletto il suo testamento spirituale da cui risaltano la sua rettitudine, la sua delicatezza e la sua umiltà ed è con questi sentimenti che voglio esprimere anch’io un grazie a tutti e a ciascuno in particolare. Tutti siamo preziosi agli occhi di Dio e agli occhi del nostro Padre».

Ascolta il saluto di madre Isabella Vecchio

 

Nell’omelia il vescovo Napolioni ha fatto costantemente riferimento alla Giornata per la vita celebrata il giorno precedente dalla Chiesa per ricordare come la giornata terrena di ciascuno, la giornata terrena di san Francesco Spinelli, debba essere «una vita che fiorisce e che porta frutto». Non è sempre facile, anzi. Ma una prima soluzione, secondo lui sta nella conformazione a Cristo Crocifisso, dicendo sì alla vita comunque essa sia. «Capita di pensare – ha sottolineato Napolioni – che l’unica via d’uscita sia farla finita. La Bibbia ci racconta che successo anche al profeta Elia e anche san Francesco Spinelli l’ha vista brutta; costretto a lasciare Bergamo per Cremona, ha sofferto riconoscendosi fallito economicamente, ma forse anche vocazionalmente». E ha proseguito: «Tuttavia ha detto a Dio: prendi la mia vita, pensaci tu, aprimi una strada. Perché il Signore sa prendere la nostra vita e riplasmarla capovolgendoci il cuore e chiamandoci a conversione».

Da ultimo, un riferimento alla fruttuosità dell’albero della vita («Che deve darci pace, gioia e fiducia») e una raccomandazione: «Guai a noi vivere le feste del Santi tirando solo delle righe sui nostri bilanci umani. A noi è chiesto osare seguirli anche quando il cammino si fa impegnativo. Lì tutto ridiventa possibile».

Ascolta l’omelia del vescovo Antonio Napolioni

 

Al termine della celebrazione, prima di impartire la benedizione sull’assemblea, il vescovo ha guidato la preghiera davanti all’urna che conserva le spoglie del Santo.

Luca Maestri
TeleRadio Cremona Cittanova
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