Salvador de Bahia, terminata l’estate missionaria dei giovani cremonesi

Ferretti: «Per la nostra parrocchia è sempre importante la presenza di giovani che si confrontano con i ragazzi di qui. Uscire dalla favela, anche solo con la mente, è davvero importante per loro»

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Giunge ormai alla conclusione l’esperienza missionaria dei cinque giovani della diocesi di Cremona che, dopo il mandato ricevuto dal vescovo Napolioni la domenica di Pentecoste, sono partiti, destinazione Brasile, per un’estate di carità nella parrocchia di Cristo Risorto di Salvador de Bahia. Tutti i ragazzi infatti hanno già fatto rientro “a casa”, nelle loro parrocchie, eccezion fatta per Davide Chiari, che tornerà in Italia il prossimo 29 agosto.

A far loro da guida, oltre al parroco don Davide Ferretti, i missionari laici Marco Allegri e Gloria Manfredini, don Maurizio Ghilardi, già incaricato diocesano della Pastorale missionaria, che ha espresso la sua soddisfazione per l’impegno dei cinque giovani: «È stata una buonissima esperienza per i ragazzi, bravi ad agire con cautela, capaci di osservare la difficile realtà prima di agire, onde evitare passi falsi». Una situazione certamente delicata quella della favela di Salvador de Bahia, in cui il peggioramento della situazione economica, e di conseguenza l’aumento della povertà, ha rafforzato l’insicurezza sociale. «Se le condizioni economiche, dopo la pandemia, sono peggiorate per tutti – prosegue Ghilardi – così è ovviamente stato anche per loro».

Esperienza missionaria che è gravitata, per i cinque giovani, attorno a tre aspetti fondamentali: il servizio caritativo in parrocchia, il servizio negli asili e il servizio nella pastorale giovanile. E don Maurizio Ghilardi si è soffermato proprio su quest’ultimo aspetto, raccontando che «i ragazzi sono stati molto bravi a relazionarsi, a instaurare rapporti e a mantenere il contatto con i giovani della parrocchia, quasi loro coetanei. Sono stati bravi a vivere con loro, in maniera abituale, la loro quotidianità».

Un’estate toccante per i ragazzi provenienti dalla diocesi di Cremona, chiamati a impegnarsi in una situazione tutt’altro che facile. «Questa occasione mi ha permesso di conoscere una realtà completamente diversa da quelle che conosciamo di solito – spiega Tommaso Grasselli, uno dei cinque volontari –. È significativo vedere come la nostra diocesi, anche se così distante geograficamente, abbia scelto l’impegno per affiancare una comunità che vive una situazione, quella delle favelas brasiliane, quasi irrimediabile a causa non solo della povertà, ma anche da un problema più culturale, legato alla arretratezza di un sistema sociale ancora segnato dalle ferite di una storia difficile, caratterizzata dallo sfruttamento e dalla schiavitù. È bello però vedere che esistono istituzioni che lavorano per provare a cambiare questa situazione».

Una differenza enorme tra le due realtà notata anche da Alessandra Misani, volontaria protagonista dell’estate missionaria, che racconta: «Sicuramente l’esperienza in Brasile è stata forte, ci ha fatto riflettere tanto sulle diversità che ci sono con l’Italia, sia a livello culturale e linguistico, ma anche per quanto riguarda le abitudini e lo stile di vita. È un’esperienza che aiuta tanto chi ha voglia di mettersi in gioco e di rischiare di cambiare il proprio punto di vista».

«La vita nelle favelas non è facile, e vedere così tante persone che vivono in condizioni precarie è davvero scioccante – aggiunge un’altra volontaria, Anna Capitano –. Mi ha colpito, nonostante ciò, l’ospitalità dei ragazzi che frequentano la parrocchia, ma anche di tutte le persone in generale: davvero una grande e immediata accoglienza».

Infine le parole del parroco di Cristo Risorto, don Davide Ferretti: «I cinque volontari sono stati accolti bene. Per la nostra parrocchia è sempre importante la presenza di giovani che si confrontano con i ragazzi di qui. Uscire dalla favela, anche solo con la mente, è davvero importante per loro».

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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