Progetto Bahia, due giovani missionari laici in partenza per un anno di missione

Ad ottobre riceveranno dal vescovo il mandato missionario. Così il progetto missionario che lega Cremona alla diocesi brasiliana compie un nuovo passo, "un gesto per ricevere"

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L’attualità potrebbe indurci a considerare la contemporaneità come tempo in cui annunciare ed evangelizzare sia ormai un fatto sterile, vivendo la grande tentazione di chiudere ulteriormente il nostro sguardo solo su ciò che esiste, ciò che sembra garantire la nostra vita di comunità cristiane di antica tradizione.

In realtà è un tempo nel quale si possono purificare le motivazioni di un’azione pastorale, implementare gli sforzi per un vera missionarietà e soprattutto è un tempo avvincente, di sfida, che chiama tutte le comunità parrocchiali, gli istituti religiosi e le associazioni laicali, così come i movimenti, a ricevere e attuare nuovamente il mandato missionario, non più secondo uno schema passato ma lasciando alla creatività e alla fantasia dello Spirito un ampio raggio di azione.

L’evangelizzazione infatti non è un’azione o un atteggiamento dettati dall’uomo o dal tempo corrente ma dal Vangelo stesso. La gioia del Vangelo passa e si mostra attraverso il compimento dell’esperienza gioiosa del Vangelo stesso che si esprime e si diffonde. La Chiesa esiste per evangelizzare; sì, ma quale Chiesa? L’immagine di Chiesa infatti non è secondaria. Non si può ergere a paradigma una Chiesa preoccupata di autoconservarsi e nemmeno autoreferenziale, ma deve necessariamente trattarsi di una Chiesa che è consapevole di essere in cammino, contrassegnata da tante variazioni “in corso d’opera”.

Il “Progetto Bahia”, innestatosi tra la nostra diocesi e la diocesi di Salvador de Bahia -, che in qualche modo avevano già un legame, grazie alla presenza di don Emilio Bellani (a servizio presso la parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado in Salvador de Bahia), ha visto un ampliamento con l’invio di don Davide Ferretti, due anni fa, al fine di generare uno scambio, favorire  fratellanza e cooperazione, e comprendere ancora di più il significato della missione ecclesiale che non si esaurisce mai.

Ora il percorso compie un nuovo passo; come scrisse il Vescovo Antonio nella stesura del Progetto stesso: «… con l’attenzione a creare un cantiere di solidarietà per facilitare le esperienze laiche (di singoli, gruppi di giovani o famiglie). Si cercherà di creare fra le due diocesi esperienze di scambio, prevedendo la possibilità di permanenze medio-brevi (…) per arricchire la propria esperienza ecclesiale, come pure accogliendo in Italia giovani dal Brasile per stage formativi mirati… ». È previsto, quindi, nel progetto, l’invio di laici.

La Chiesa è costituita prevalentemente di laici: i catechisti nella gran parte dei casi sono laici, gli operatori parrocchiali sono laici… il missionario laico ha capacità di evangelizzare e anche i laici non annunciano se stessi, ma un Vangelo che la Chiesa ha loro affidato in forza del sacerdozio comune dei battezzati.

Alla vigilia di un avvicendamento (quello di don Emilio Bellani che dopo l’estate rientrerà definitivamente in Italia) e dopo un percorso di valutazione (approfondendo le motivazioni di ciascun candidato), la Chiesa cremonese si appresta a condividere la collaborazione di due laici che verranno inviati come fidei donum in quel di Salvador de Bahia. Essi riceveranno il mandato missionario nel prossimo mese di ottobre, per essere inseriti nel Progetto Bahia proprio come parti attive, fattive e anelli di congiunzione con la nostra diocesi.

È un gesto per ricevere, non un andare ad insegnare agli altri come essere Chiesa.

Ma ricevere cosa? Il dono della non autoreferenzialità, il dono della povertà condivisa, il dono della fede disarmante vissuta in situazioni di pesante svantaggio sociale, il dono del senso comunitario che cresce là dove si è davvero minoranza, il dono dei carismi condivisi tra presbiteri e laici.

Deve essere una festa per la nostra diocesi, deve essere motivo di gioia perché la partenza di alcuni suoi figli, con uno scopo ecclesiale ben preciso, mantiene desta l’attenzione su uno dei compiti che all’intera Chiesa è affidato: “… fate mie discepole tutte le genti …”.

Ad essi saranno assegnati impegni secondo le competenze di ciascuno, da realizzare a fianco delle persone che là vivono, e che trovano la loro radice nelle azioni tipiche di una parrocchia: catechesi, liturgia e carità, ma anche compiti di carattere più esplicitamente educativo per i bambini e per gli adulti: scuola per l’infanzia, rinforzo scolastico, accoglienza di uomini senza fissa dimora, accompagnamento delle madri-adolescenti, formazione dei giovani. Questi sono alcuni degli spazi di servizio già sperimentati precedentemente da entrambi i laici in partenza ma che chiedono costanza.

Questa esperienza potrà servire per comprendere più a fondo risorse e potenzialità che potranno essere messe in campo per  garantire una fattiva continuità tra la Diocesi di Cremona e la Parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado, per una collaborazione che sia attenta alle esigenze e ai bisogni di ciascuna realtà.

Nessuno però sarà titolare di se stesso: la vita comunitaria tra loro e con chi in quella comunità parrocchiale già vive esperienze di servizio importanti, dovrà essere un punto fermo, anche per l’esercizio dei carismi che lo Spirito suscita nella Chiesa e che la Chiesa non deve temere di accompagnare e sostenere. Sarà questo il giusto atteggiamento da mantenere affinché il “Progetto Bhaia” non perda la sua fisionomia parrocchiale e diocesana con l’obiettivo di generare sempre più invii, condivisioni e accoglienze.

don Maurizio Ghilardi
incaricato diocesano per la Pastorale Missionaria

TeleRadio Cremona Cittanova
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