Da lunedì ampia photogallery della giornata a Caravaggio
Sotto lo sguardo materno di Maria si è aperto per la Chiesa cremonese l’anno pastorale 2025/26. Nel pomeriggio di domenica 21 settembre la comunità diocesana si è ritrovata al Santuario di Caravaggio per il tradizionale pellegrinaggio di inizio anno, nel quale il vescovo ha augurato di consolidare un patto tra le generazioni per essere strumenti di pace e costruttori di giustizia.
L’incontro si è aperto alle 15.15 con la preghiera del Rosario, guidata dal nuovo rettore del Santuario, don Massimo Calvi, e accompagnata da meditazioni tratte dai percorsi pastorali che, sotto il titolo “E donale unità e pace”, segneranno il cammino diocesano nell’anno appena iniziato.
Dopo il canto delle litanie, al Sacro Speco, il vescovo Antonio Napolioni ha affidato alla Vergine il cammino che attende la Chiesa di Cremona, elevando a lei la preghiera di omaggio e di affidamento.
Accanto a monsignor Napolioni c’erano il vescovo emerito Dante Lafranconi, il vescovo Carmelo Scampa, tornato in Italia dopo anni di missione in Brasile, e l’arcivescovo emerito di Gagnoa (Costa d’Avorio) Joseph Ake.
Dal Sacro Speco la lunga processione d’ingresso ha accompagnato gli oltre cinquanta sacerdoti concelebranti, giunti dalla varie parti della diocesi, sino al Giardino del crocifisso per l’Eucaristia.
Ad animare la liturgia con i canti sono stati in particolare gli scout, bambini e ragazzi dei vari gruppi presenti in diocesi, che il vescovo ha ringraziato per aver scelto di radunarsi in occasione del loro Giubileo proprio in questa circostanza. Quasi duecento tra bambini, ragazzi e capi che, dopo aver rinnovato le promesse e fatto il nodo dell’amicizia, hanno vissuto un intenso cammino di pellegrinaggio a piedi verso il Santuario partecipando quindi all’evento diocesano.
Un grazie speciale è stato rivolto anche alle religiose dei vari istituti presenti e all’Unitalsi, sempre attenta a favorire la partecipazione dei malati che vogliono incontrare Maria, e che al mattino ha vissuto il proprio pellegrinaggio di Sottosezione guidato dall’assistente diocesano don Maurizio Lucini e cui hanno preso parte circa centoventi partecipanti.
Significativa anche la partecipazione dei giovani che hanno preso parte al Giubileo dei giovani a Roma la scorsa estate: non solo un’esperienza personale, ma un segno di appartenenza alla vita della Chiesa cremonese e universale. Prima della celebrazione hanno vissuto insieme un momento di condivisione e rilettura dell’esperienza, alla presenza del vescovo che ha invitato a manifestare la propria fede nella vita di tutti i giorni.
Alla celebrazione delle 16 erano presenti anche diverse autorità civili e militari, tra cui il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e il sindaco di Misano Gera d’Adda Ivan Mario Tassi. Folta anche la delegazione della parrocchia di San Sebastiano, a Cremona, che ha accompagnato l’ex parroco don Massimo Calvi, che nell’occasione ha ufficialmente iniziato il proprio ministero in santuario con una sorta di “staffetta” ministeriale con mons. Amedeo Ferrari, suggellata da un abbraccio fraterno.
Il servizio liturgico è stato garantito dagli studenti di Teologia del Seminario di Cremona con alcuni diaconi permanenti diocesani che hanno prestato servizio all’altare.
Nell’omelia il vescovo Antonio Napolioni ha affrontato con realismo e speranza i temi della guerra, dell’ingiustizia e della sete di potere. «Vorremmo gioire sempre, siamo fatti per l’amore e la fraternità e sembra, invece, che prevalga una smania di guerra, di prevaricazione. Noi siamo qui tranquilli su questo prato, ma ci sono ragazzi senza casa, genitori che vedono morire i figli».
Prendendo spunto dal Vangelo della domenica il vescovo ha proseguito: «Noi chiediamo aiuto a Dio come se lui avesse la responsabilità delle guerre e delle ingiustizie. È lui l’amministratore più disonesto che fa gli sconti più impensabili, perdona sempre e così ci disarma. Aiutiamo lui, seguiamo lui e la storia tornerà a respirare, a dare speranza, a riempirci di capacità di sognare e di realizzare il sogno di Dio, che corrisponde al desiderio più profondo del nostro cuore». Poi, rivolgendosi in particolare agli scout e ai giovani presenti, ha ricordato come l’amicizia e la condivisione siano vie concrete per cambiare il mondo: «Nessuno può servire due padroni: chi serve la ricchezza diventa schiavo, chi serve Dio diventa libero e scopre la vera ricchezza, l’amicizia». E ancora: «Non deve essere un episodio quello di oggi, ma un metodo per affrontare la vita: unirci intorno a ciò che è vero, perché da soli le bugie ci seducono ancora. Gesù ci aspetta per darci la forza di credere, di sperare, di amare».
Infine, un richiamo alla preghiera che accompagnerà l’anno: «Tra poco diremo: “Dona, Signore, unità e pace”. Vogliamo essere strumenti di pace nel mondo, costruttori di giustizia, anche con una politica fedele al bene di tutti e capace di misurarsi sui più poveri».
La celebrazione si è conclusa con l’invito a ritrovarsi sabato 27 settembre in Seminario per il Convegno pastorale diocesano: un nuovo passo del cammino comune in questo anno appena iniziato.