Oltre 300 pellegrini sono partiti, nella prima mattinata di venerdì 21 marzo, insieme al vescovo Antonio Napolioni alla volta di Roma per il pellegrinaggio giubilare diocesano che li porterà a varcare la soglia della Porta Santa della Basilica di San Pietro.
Tre giorni di preghiera e cammino condiviso nei luoghi di grande importanza per la fede, oltre che di notevole significato culturale e storico, che a causa delle condizioni di salute del Santo Padre, purtroppo, non potranno concludersi con l’Angelus in Piazza San Pietro, com’era in origine previsto.
Il pellegrinaggiogiubilare diocesano, promosso dal Segretariato diocesano pellegrinaggi con il supporto dell’agenzia ProfiloTours, si aprirà ufficialmente nel pomeriggio a Roma, presso la chiesa Dives in Misericordia, con la celebrazione penitenziale e la Messa presieduta dal vescovo Napolioni.
La giornata di sabato 22 marzo, che si aprirà con il ritrovo di tutti i partecipanti presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme per l’Eucaristia, sarà caratterizzata al mattino da un itinerario artistico storico-artistico della Capitale suddivisi a gruppi. Nel pomeriggio il momento più atteso, con il passaggio della Porta Santa.
La tradizione del Giubileo
Una tradizione millenaria, quella dei pellegrinaggi a Roma, che le mete di queste giornate nella Capitale sapranno celebrare e trasmettere ai pellegrini di oggi, che ripercorreranno i passi dei fedeli che, fin dai primi secoli del cristianesimo, con grande fatica e in molti giorni percorrevano per pregare sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Fu solo a partire dal 313 , con l’editto di Costantino che sancì la libertà di culto per i cristiani, che Roma divenne meta privilegiata di moltissimi pellegrinaggi. Già nel Medioevo, percorsi come la Via Francigena collegavano diverse parti d’Europa alla capitale della cristianità, offrendo ai fedeli un cammino di fede e penitenza.
Per il primo Giubileo si dovranno però attendere quasi mille anni, quando papa Bonifacio VIII emanò la Bolla “Antiquorum habet fida relatio” e, ispirandosi a un’antica tradizione ebraica, concesse l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che si fossero recati in visita, nel corso dell’anno 1300, alle Basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le mura. Per ottenere la remissione dei peccati, tuttavia, non bastava un unico accesso, ma bisognava varcare le porte di quelle basiliche «se saranno romani almeno per trenta giorni continui od intercalati ed almeno una volta al giorno; se poi saranno pellegrini o forestieri facciano allo stesso modo per quindici giorni».
Qualche decennio prima, tuttavia, le cronache registrano già un paio di iniziative simili. La prima fu la “Indulgenza dei Cent’Anni”, di cui fu testimoniata a Bonifacio VIII l’esistenza da parte di un ultracentenario, che gli disse di essere venuto a Roma con il padre, all’età di 7 anni, per riceverla da Innocenzo III. La seconda fu la Perdonanza Celestiniana del 1294, istituita da Papa Celestino V con la Bolla “Inter sanctorum solemnia”, nota anche come “Bolla del Perdono”, con la quale concedeva l’indulgenza plenaria ai fedeli, confessati e comunicati, che fossero entrati nella basilica di Santa Maria di Collemaggio dell’Aquila nel periodo compreso tra i vespri del 28 agosto e quelli del 29. Sempre nel XIII secolo si registra, inoltre, la richiesta di san Francesco a Papa Onorio III in relazione al “Perdono della Porziuncola”, espressamente rivolto a donare l’indulgenza ai poveri e malati che non potevano affrontare le fatiche e i costi dei pellegrinaggi a Roma.
L’origine stessa della parola Giubileo si deve alla tradizione ebraica che, per far riposare i terreni e renderli più forti, imponeva un anno di riposo dalle attività agricole ogni 50 anni di coltivazione. In quella occasione, inoltre, era prevista la restituzione delle terre confiscate e di rimettere in libertà gli schiavi. L’inizio di questa celebrazione era scandita dal suono del corno di un ariete, che in ebraico si indica con la parola “jobel”, da cui il termine cristiano Giubileo.
A partire dal 1300 il Giubileo cattolico si celebra con cadenza regolare, inizialmente ogni 100 anni, poi ogni 50 e, dal 1475, ogni 25 anni, sia pure con alcune eccezioni e defezioni, come quelle del 1800, 1850 e 1875, i cui Giubilei non furono celebrati a causa del periodo particolarmente tumultuoso e complesso che portò, a seguito alla presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, alla fine del potere temporale dei papi.
Tornando ai nostri giorni, enorme risalto in tutto il mondo ebbe il Grande Giubileo del 2000, mentre tra i Giubilei straordinari – 10 in tutto tra il 1423 e il 2016 – i più recenti sono quello del 1983/1984, indetto da Giovanni Paolo II in occasione del 1950° anniversario della Redenzione e quello del 2015/2016, “Anno Santo straordinario della Misericordia”, indetto da Papa Francesco per il 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II.
In un periodo di forti tensioni e contrasti, l’Anno Santo del 2025, annunciato da Papa Francesco con il motto “Pellegrini di speranza”, si prospetta come un altissimo momento di rinnovamento spirituale e di incontro tra i popoli, confermando ancora una volta il valore universale del pellegrinaggio e della ricerca interiore.