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«La Guardia di finanza non è la moralizzatrice dell’economia, ma sicuramente contribuisce affinché le responsabilità di ciascuno siano vissute con onestà». Sono queste le parole che il vescovo Antonio Napolioni ha rivoto in occasione della Messa per il patrono delle Fiamme gialle presieduta nella mattinata di venerdì 27 settembre nella Cattedrale di Cremona di fronte alle donne e agli uomini in divisa.
E proprio san Matteo, patrono della Guardia di finanza, così come dei ragionieri e dei commercialisti, diventa un esempio da seguire.
Insieme a mons. Napolioni hanno concelebrato l’Eucaristia il presidente il rettore della Cattedrale mons. Attilio Cibolini e il presidente del Capitolo mons. Antonio Trabucchi.
Oltre un centinaio i finanzieri in uniforme che hanno partecipato ai festeggiamenti per il Patrono, alla presenza dei membri dell’Associazione nazionale finanzieri italiani. Nei primi banchi le autorità civili e militari della città di Cremona. Fra di loro naturalmente comandante provinciale della Guardia di finanza, il colonnello Massimo Dell’Anna, affiancato dal viceprefetto vicario Gianpaola Modolo, dal questore Michele Davide Sinigaglia, dal comandante provinciale dell’Arma colonnello Paolo Sambataro e dal vicecomandante del X Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito, tenente colonnello Giovanni Petrocelli. Presenti anche il sindaco di Cremona Leonardo Virgilio con il presidente del Consiglio comunale Luciano Pizzetti, insieme ai rappresentanti di Provincia di Cremona e altre realtà istituzionali del territorio.
«Cristo Gesù dice che ogni momento è buono per fare la svolta, passare a un di più di umanità, a un di più di giustizia, a un di più di bellezza, a un di più di salvezza», ha spiegato nell’omelia il vescovo Napolioni che ha poi aggiunto: «È per questo che veneriamo i santi patroni, anche della Guardia di finanza. Per rimotivarci! Un servizio che spesso è difficile, incompreso e antipatico, ma assolutamente necessario!». Bisogna impegnarsi nel servizio e la motivazione, ha spiegato mons. Napolioni, è quella di «far balenare nel cuore di chiunque la possibilità di essere più onesti, più partecipi del bene comune e quindi riscoprire la propria dignità, e diventare più uomini, più figli di Dio e più fratelli di chi ci sta accanto».
Ascolta l’omelia del Vescovo
La Messa si è conclusa con la Preghiera del Finanziere, letta da una rappresentante della Guardia di finanza davanti a tutti i militari in piedi e sull’attenti.
Ha preso poi la parola il colonnello Massimo Dell’Anna: «Grazie per l’attenzione e la vicinanza che ancora una volta avete voluto dimostrarci prendendo parte a questa solenne liturgia – ha detto il comandante provinciale –. La devozione delle Fiamme Gialle per san Matteo ha radici profonde e antiche; la sua è una storia di conversione e anche noi abbiamo avuto la vocazione giurando sulla Repubblica per un bene superiore, la giustizia sociale. Semplicità, sobrietà e umiltà sono condizioni inscindibili dall’immagine di un finanziere, e proprie della vita di San Matteo, dal quale dobbiamo lasciarci ispirare».