Messa in suffragio dei canonici defunti: «Vere pietre vive della Chiesa cremonese» (FOTO)

La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Napolioni nel Duomo di Cremona il 2 giugno, giorno della Dedicazione della Cattedrale

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«Essere pietre vive significa farsi collaboratori, servitori e amanti del Regno». Con queste parole il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha fatto perfetta sintesi del cuore della celebrazione eucaristica del 2 giugno nel Duomo di Cremona: la festa della dedicazione della Cattedrale e il ricordo dei membri del Capitolo deceduti durante la pandemia: mons. Alberto Franzini, mons. Mario Cavalleri, mons. Vincenzo Rini e mons. Giuseppe Aresi (ricordato anche la sera precedente a Brignano Gera d’Adda, nel suffragio dei tre preti originari del paese).

Molti fedeli e sacerdoti hanno voluto essere presenti per l’occasione, a testimonianza di quanto bene sia stato seminato da parte dei ministri per cui si è pregato, in modo particolare, durante la celebrazione.

Mons. Ruggero Zucchelli, presidente del Capitolo, ha rivolto, all’inizio della Messa, il proprio saluto al Vescovo, ai confratelli e ai fedeli presenti, ricordando a tutti «la gioia di ritrovarsi per la festa della Dedicazione della Cattedrale, pur in un momento di sofferenza e di dolore» e ribadendo l’importanza della «preghiera comune, condivisa e affidata al Padre per la nostra Chiesa e per tutti coloro che contribuiscono ed hanno contribuito a costruirla».

Anche la riflessione di mons. Napolioni si è sviluppata intorno ad un concetto fondamentale: vivere in Cristo significa abitare la Chiesa. «Ciascuno di noi, ministri o laici, è chiamato a diventare il tassello di un mosaico – ha spiegato il Vescovo – mettendo a disposizione della comunità i propri carismi, proprio come hanno fatto i nostri fratelli che oggi ricordiamo».

Non è quindi mancato un ricordo personale e particolare per ciascuno di loro: «Mons. Mario Cavalleri è stato uomo di carità, capace di spendere tutto se stesso per il bene dell’altro; mons. Giuseppe Aresi ha fatto del servizio sacramentale il cuore, il fulcro del proprio ministero; mons. Vincenzo Rini ha dedicato gran parte della propria vita alla comunicazione e alla cultura, diventando una vera e propria memoria storica della diocesi; mons. Alberto Franzini ha saputo coniugare studio e pastorale vivendo con grande umanità e capacità di farsi prossimo. Ecco dove sta la coralità del ministero; ecco dove sta la Chiesa».

Mons. Napolioni – che ha celebrato l’Eucaristia affiancato dal vescovo emerito Dante Lafranconi e dai canonici del Capitolo – ha dunque invitato tutti a «guardare all’esempio dei nostri fratelli, vere pietre vive della Chiesa cremonese, con fede e gratitudine, perché anche attraverso di esso possiamo capire il significato profondo della festa che stiamo celebrando. Ritrovarsi oggi, in Cattedrale, significa testimoniare la diversità dei carismi all’interno di un’unica Chiesa, consapevoli che, in Cristo, le nostre diversità diventano strumento di crescita e di edificazione».

La festa della Dedicazione della Cattedrale, quest’anno, è stata celebrata in modo particolare: alla gioia ha fatto da contraltare il ricordo accorato di alcuni fratelli defunti, ma con la gratitudine per il servizio che hanno saputo rendere alla Chiesa e per la testimonianza di amore e dedizione che hanno trasmesso al Popolo di Dio.

Photogallery della celebrazione

 

 

Monsignor Mario Cavalleri

Classe 1915, era il decano dei sacerdoti diocesano. Era nato il 9 novembre nel 1915 a San Marino, dove il padre Alessandro. Originario della parrocchia di Castelnuovo del Zappa fu ordinato sacerdote il 18 maggio 1940, al mattino presto, alla presenza di pochissime persone. Dopo aver prestato servizio a Sesto Cremonese e Rivolta d’Adda e una grave malattia, riprese il ministero nel 1959 come vicario della Cattedrale e mansionario del Capitolo, diventando poi canonico nel 2006. A Cremona divenne noto soprattutto per la sua Casetta, un’esperienza di carità e di accoglienza durata circa trent’anni, con la sua sconfinata carità che giunse anche in Africa. Si è spento lunedì 9 marzo, all’età di 104 anni, presso la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” – Fondazione “La Pace” dove si trovava da tempo, dopo che negli ultimi giorni le sue condizioni erano peggiorate. [Leggi la biografia completa]

 

Monsignor Giuseppe Aresi

Ordinato sacerdote il 28 giugno 1953, iniziò il proprio ministero come vicario a Trigolo; dopo un anno il trasferimento a Cremona, come vicario della parrocchia di S. Sebastiano. Nel 1956 fu nominato parroco di Monticelli Ripa d’Oglio (frazione del comune di Pessina Cremonese), comunità che nel 1960 ha lasciato per Ca’ d’Andrea. Nel 1974 il ritorno nella sua Bergamasca, prima come parroco Casirate d’Adda e, dopo 19 anni, continuando il proprio ministero come sacerdote cooperatore presso il Santuario di Caravaggio. Nel 1997 fu scelto dal vescovo Giulio Nicolini come canonico del Capitolo della Cattedrale e vicepenitenziere, ricoprendo poi l’incarico di penitenziere dal 2001 al 2003, quando si ritirò presso la casa di riposo di Vailate, dove è deceduto nel pomeriggio di mercoledì 18 marzo, a 91 anni.

 

Monsignor Vincenzo Rini

Nato a Spinadesco il 5 gennaio 1945 e ordinato il 22 giugno 1968, è stato vicario a Romanengo (1968-1976) e a Soresina (1976-1977), diventando poi nel 1977 parroco di Polengo: incarico che ha mantenuto sino al 1985 quando ha assunto la direzione del settimanale diocesano La Vita Cattolica che ha condotto fino al traguardo dei 100 anni di storia, celebrati nel dicembre 2016. Laureato in Teologia dogmatica a Milano, nel 2004 è stato insignito dell’onorificenza di Cappellano di Sua Santità. Nel suo ministero mons. Rini ha dedicato grande passione alla comunicazione, che lo aveva portato a distinguersi e a farsi apprezzare non soltanto in diocesi, ma anche nelle istituzioni della Chiesa nazionale, ricoprendo incarichi importanti come quello di presidente della Agenzia di Stampa Sir e della Fisc, la Federazione italiana dei settimanali cattolici. Nel marzo del 2015 era entrato come canonico nel Capitolo della Cattedrale di Cremona. Si è spento nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 marzo all’Ospedale di Cremona a causa del Covid-19. Aveva da poco compiuto 75 anni. [Leggi la biografia completa e gli approfondimenti]

 

Monsignor Alberto Franzini

Classe 1947, originario della parrocchia di Bozzolo negli anni di don Primo Mazzolari (cui da chierichetto ha assistito ai funerali), ordinato sacerdote il 27 giugno 1971 fu inviato subito a Roma a perfezionare gli studi in Teologia presso la Pontifica Università Lateranense dove conseguì la laurea. Rientrato in diocesi, dopo essere stato vicario nella parrocchia cittadina di Sant’Imerio (1975-1984), per un anno ha diretto il settimanale diocesano “La Vita Cattolica”. Insegnante in Seminario (fino al 1999) con anche l’incarico, dal 1985, di preside dell’istituto teologico, nel 1990 è stato nominato direttore del Centro pastorale diocesano di Cremona, ricoprendo anche, tra il 1994 e il 1996, l’incarico di responsabile della pastorale del mondo politico e amministrativo. Nel 1997 la nomina a parroco della parrocchia Santo Stefano Protomartire in Casalmaggiore e dal 2012 anche di quella di San Leonardo. Nell’estate 2014 il trasferimento a Cremona come parroco della Cattedrale di Cremona e membro del Capitolo della Cattedrale. Tra il 2016 e il 2017 aveva anche ricoperto il ruolo di coordinatore dell’area pastorale “Capaci di comunicazione e cultura” e, sin dall’inizio, era parte del gruppo di ideazione di Riflessi, il magazine online prodotto da TeleRadio Cremona Cittanova, della quale in passato era stato anche membro del Consiglio di amministrazione. È deceduto all’Ospedale di Cremona nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 aprile a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni per altre patologie riscontrate nelle ultime settimane e che non gli hanno lasciato scampo. Il 7 aprile avrebbe compiuto 73 anni. [Leggi la biografia completa e gli approfondimenti]

Nelle parrocchie con il Vescovo le Messe in suffragio dei sacerdoti morti durante l’emergenza Covid

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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