“Liuteria e farmacia” al centro del primo incontro di “Un tè in biblioteca 2016”

Sabato 19 marzo al via la rassegna promossa dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di Cremona

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Al via sabato 19 marzo, presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Cremona in via Milano 5, l’edizione 2016 di “Un tè in biblioteca 2016. In dialogo con…”. Una iniziativa (a cadenza mensile) che, realizzata con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, si preannuncia tutta all’insegna della valorizzazione del patrimonio librario antico della Biblioteca del Seminario attraverso la rilettura di testi e immagini ancora di grande attualità.

Il primo appuntamento – dal titolo “Liuteria e farmacia” – sarà sabato 19 marzo, alle ore 16, presso la sala di lettura della Biblioteca di via Milano 5. Interverranno due professionisti cremonesi che “dialogheranno”, in equilibrio tra liuteria e farmacia, con altrettanti volumi scientifici del XVI e XVII secolo: i “Discorsi di Dioscoride” del 1554, a cura di Andrea Mattioli, e il “Ricettario fiorentino” del 1670.

testi_Mattioli_TerebinthoLa diffusione dello studio delle vernici per la liuteria, sin dai suoi esordi, fu approfondito più nella teoria che nella pratica e si attuò attraverso volumi naturalistici e ricettari, che contenevano un gran numero di preparazioni. Molte di queste ricette furono incluse, con varianti e piccole aggiunte, anche nei trattati di tecniche pittoriche, accanto alle indicazioni utili ad ottenere colori e pitture, come quello alto-medievale di Teofilo e quello rinascimentale di Cennini. Fu solo a partire dal pieno Seicento, che cominciarono a diffondersi studi specifici sulle vernici. Tra i trattatisti più noti si possono citare il gesuita Filippo Bonanni, erudito e prefetto del museo Kircheriano di Roma e il francese Jean Felix Watin, fabbricante di vernici a Parigi.

Per ciò che riguarda la liuteria cremonese, con i suoi Amati, Guarneri e Stradivari e non solo, non sono state rinvenute precise ricette, ma sono noti tutti i materiali utilizzati, grazie ai testi del Cinquecento e del Seicento. Proprio attraverso un confronto tra queste basi codificate e vari esperimenti, è stato possibile avvicinarsi il più possibile alla ricetta “antica”.

La concretizzazione del cammino di indagine è stata dunque, la scoperta dei materiali più usati: gommalacca, mastice, sandracca, coloranti, quali la radice di robbia o la curcuma. Si è assodata la convinzione che il cuore della vernice sia il solvente, quello che veniva chiamato “spirito di vino”, oggi detto comunemente alcool, ma soprattutto l’essenza di trementina, allora detta “quinta essenza”, una raffinazione per distillazione dell’alcool fino ad arrivare ad un prodotto puro, forze migliore di quello odierno. Solo alla fine del Seicento, si ebbero i primi tentativi di classificazione scientifica delle vernici, divise tra gomme, gommo-resine, oleoresine e resine propriamente dette. Questa distinzione in categorie, ne agevolò di fatto l’impiego, ordinandole in base alla loro solubilità. Lo stesso valse per i coloranti, suddividendoli in naturali, animali e vegetali o di origine minerale.

testi_Ricettario_1670_frontL’uso di alcune di queste sostanze, non si limitò alla tecnica liutaria. La gommalacca, ma soprattutto anticamente la cocciniglia, il chermes, il sandalo, l’argirobbia, la curcuma, sostanze resinose, spesso erano usate anche a scopo terapeutico ed erano le medicine correnti. Si può quindi azzardare la conclusione che l’affinamento del processo di creazione della vernice si sia giovato di queste conoscenze approfondite delle sostanze in campo medico e che molte di esse furono già note, come riportano i testi antichi, alle grandi antiche civiltà, greca, romana, egiziana.

I due volumi che saranno presentati nell’incontro “Liuteria e farmacia” vogliono dimostrare proprio questo: i “Discorsi di Dioscoride”, di metà XVI secolo, testimoniano uno dei tentativi eccellenti di codificare la conoscenza medica legata al mondo botanico, proponendosi come testo naturalista a carattere enciclopedico, illustrato con numerose tavole a piena pagina; il Ricettario fiorentino della metà del XVII secolo, si presenta come ennesima edizione di un testo fondamentale della storia della medicina e della farmacia, risultato di un serio lavoro di revisione, selezione e rielaborazione del numeroso materiale allora esistente, allo scopo di renderlo pubblico e fruibile, in maniera normata, a tutti.

Lo scopo della conferenza, dunque, al di là dei contenuti specifici, si propone come esempio di quanto i primi testi a carattere scientifico costituiscano le basi di un lungo ed incessante percorso intellettuale e rappresentino ancora, a distanza di secoli, validi strumenti di studio e di ricerca. Il liutaio Massimo Negroni e il farmacista Alberto Leggeri, metteranno a fuoco le congiunzioni tra le loro professioni, confrontandosi con la sapienza antica delle pagine dei due volumi. Dimostreranno come, per fabbricare un violino a regola d’arte, sia necessario un dialogo, appunto, tra figure solo all’apparenza così lontane.

L’incontro, così come i successivi appuntamenti, sarà animato dalla lettura di Michele Lanzi, già protagonista nell’incontro della Giornata della Memoria 2016, e accompagnato dal gustoso tè della Peter’s TeaHouse di Alessandro Borghi.
I successivi incontri della rassegna

Il secondo appuntamento, sabato 16 aprile, sarà in collaborazione con l’Associazione “Gli ex dell’Aselli”, nell’ambito della rassegna “Cremona e i suoi uomini di scienza”. Dalle 15 alle 16 la sala di studio e lettura della Biblioteca si trasformerà in una sede espositiva, per accogliere una visita guidata a una selezione di strumenti scientifici e oggetti provenienti delle raccolte scientifiche e naturalistiche, al fine di raccontare la storia delle collezioni didattiche del nostro Seminario. A seguire, Cinzia Galli, conservatrice del Museo di Storia Naturale cittadino, parlerà di Giuseppe Sonsis, importante medico e naturalista cremonese del Settecento, partendo dal volume “Risposte ai quesiti”, presente in biblioteca in copia anastatica.

Il terzo ed ultimo appuntamento, che si terrà sabato 14 maggio alle ore 16, vedrà come ospite la docente e storica dell’arte Mariella Morandi che, prendendo ispirazione da alcuni volumi antichi di architettura militare della Biblioteca, parlerà del “Fabricar fortezze e mura”, dal generale uso storicamente attestato delle fortificazioni nei secoli, fino ad arrivare alle mura antiche di Cremona.

Flyer della rassegna 2016           Flyer degli eventi in agenda

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