La Pace festeggia i 10 anni con una riflessione sui legami di cura che rispondono ai bisogni del territorio

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A dieci anni dall’inizio della propria attività, Fondazione La Pace guarda oggi al percorso fin qui intrapreso con la consapevolezza di essere ormai una solida realtà d’eccellenza nel sistema dei servizi alla persona sul territorio cremonese,  sempre attenta alle esigenze dei propri ospiti e con uno sguardo sempre rivolto al futuro, pronto ad evolversi ed aggiornarsi in relazione ai bisogni della città e del territorio.


Proprio in occasione dell’importante anniversario, nel pomeriggio di venerdì 17 presso la sala consiliare della Provincia di Cremona, la fondazione che gestisce la casa di riposo “Giovanna e Luciana Arvedi”, ha condiviso con la cittadinanza un momento fatto di confronto e ragionamento, durante il quale si sono trattate questioni legate alla sempre maggiore qualificazione dei servizi offerti dalla struttura, con una particolare attenzione rivolta non solo alla realtà interna alla struttura, ma anche alla realtà in cui opera e con cui quotidianamente entra in relazione.
“La Pace incontra la città” il titolo della conferenza. Uno spunto utile per evidenziare l’apertura della Fondazione al territorio e l’urgenza di coltivare relazioni di attenzione e di cura rivolte in particolare alle fragilità presenti nel tessuto sociale cittadino.
A prendere per primo la parola è stato don Roberto Rota, presidente della Fondazione, che ha ripercorso alcuni dei momenti che han reso possibile la nascita della Fondazione, descrivendola come «un sogno fatto di fede e assistenza». Una storia che da dieci anni si intreccia con quella della città, un progetto che «oggi può dirsi compiuto — ha spiegato don Rota — ma siamo consapevoli che molte sfide rimangono ancora aperte, prima fra tutte quella del servizio rivolto alla comunità».

«Prendersi cura della fragilità oggi non è un tema semplice — ha quindi sottolineato nel suo intervento Margherita Peroni, vice presidente UNEBA Lombardia (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale) — da quando nasciamo abbiamo bisogno di assistenza lungo tutto il corso della nostra vita, e non si parla solo di fragilità fisiche, ma anche psicologiche e morali». Ricevere assistenza è un diritto per chi ne vive la necessità, e per la comunità diventa un dovere da svolgere con attenzione».
«Le nostre strutture — ha aggiunto — si sono migliorate e si sono evolute, le necessità sono cambiate dal secolo scorso, c’è bisogno di prendersi cura della fragilità riponendo grande attenzione nelle relazioni umane. Bisogna che noi pensiamo a come rigenerare la sofferenza, anche di quelli che si impegnano nell’assistenza, la cura delle relazioni deve diventare un argomento centrale nell’evoluzione delle realtà assistenziali».

Nella seconda parte dell’incontro quindi è intervenuto don Pietro Samarini, vicario della zona pastorale III, che nell’ambito della relazione tra La Pace e la comunità cristiana cremonese ha spiegato che in un mondo che cambia rapidamente «noi cristiani non possiamo far finta di niente — ha detto — occorre una spiritualità del cambiamento, bisogna essere cristiani per convinzione, non per comodità, e questo lo si dimostra nei gesti di carità».

Ha preso poi la parola Paola Azzoni, responsabile del centro d’ascolto della Società San Vincenzo, che ha posto l’accento sull’importanza dell’assistenza alle situazioni di povertà: «Molti vivono situazioni al limite della sopravvivenza. Il primo livello di intervento si basa sulla consegna di generi alimentari, fino ad arrivare ad aiuti di carattere monetario, ma l’aiuto immediato deve essere seguito da percorsi personalizzati che spesso permettono di uscire dalle situazioni di indigenza».

L’ultimo intervento è stato quello sull’analisi delle relazioni fra giovani e anziani, affrontato dall’insegnante del Liceo Vida Carlo Palazzoli, che tirando le fila di alcuni progetti proposti dall’istituto paritario ha spiegato che «l’interazione può essere vantaggiosa sia per i giovani che per gli anziani. Da una parte i giovani possono ricevere testimonianze molto più forti di qualsiasi libro, e dall’altra c’è la possibilità per un anziano di aprirsi, parlare e condividere le storie della propria vita».

Il prossimo appuntamento nel calendario delle celebrazioni del decennale della Fondazione La Pace sarà il 25 maggio, un open day presso la struttura di via Massarotti rivolto ai famigliari e agli amici degli ospiti.

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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