La liturgia, un legame con l’indicibile da vivere più che spiegare

Ospiti della nuova puntata di Chiesa di casa don Daniele Piazzi e Michele Bolzoni

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Un legame con l’indicibile. Così potrebbe essere definita la liturgia stando alle parole di don Daniele Piazzi, responsabile dell’ufficio liturgico della diocesi di Cremona. Intervenuto nella nuova puntata di “Chiesa di casa” insieme a Michele Bolzoni, cantore della Cattedrale, il sacerdote cremonese ha infatti sottolineato come «i riti che celebriamo hanno il compito di dire l’indicibile attraverso un linguaggio proprio. E non sono tipici solo della nostra tradizione religiosa, ma hanno radici molto antiche».

Nel caso della fede cristiana, poi, trovano espressione particolare nella celebrazione eucaristica che, secondo Michele Bolzoni, «è una testimonianza di fede grandiosa. Vedere un’assemblea riunita, i fedeli che, insieme, cantano e lodano il Signore, racconta di un legame particolare all’interno della comunità e con Dio».

E proprio su questa doppia dimensione di incontro che la liturgia porta con sé si è soffermato don Piazzi. «Il rito non parla di sé, non è autocentrato. Più una liturgia è ben celebrata, più saprà mettere in comunicazione le persone che la vivono con l’Altro».

Ciò che è necessario, dunque, «è una vera e propria educazione alla celebrazione – ha spiegato Bolzoni – così da rendere sempre più universale il linguaggio della liturgia. Non servono particolari semplificazioni o edulcorazioni, bensì la capacità di trasmettere ciò che si sta vivendo».

E con una particolare attenzione al vissuto ha concluso la propria riflessione anche don Daniele Piazzi, che ha ricordato come «a un bambino piccolo non si consegna una grammatica, ma lo si fa parlare. Allo stesso modo non si può pensare di insegnare la liturgia, o il linguaggio del rito, senza viverlo. È solo sperimentandolo in prima persona che si può pensare di comprenderlo».

Non è mancato poi, in chiusura di puntata, un riferimento agli eventi che hanno visto, e vedranno, la Cattedrale protagonista: la dedicazione dell’altare, diverse ordinazioni episcopali negli ultimi anni e la Settimana Santa.

«Posto che la Settimana Santa è fuori categoria – ha scherzato don Piazzi – bisogna ammettere che celebrazioni così particolari sono difficilmente sperimentabili in parrocchia. In questi casi è la Diocesi intera che si muove. Eppure, nonostante una macchina organizzativa imponente, ho sempre visto grande partecipazione, segno che c’è, tra i fedeli, il desiderio di vivere con passione ed entusiasmo questi momenti».

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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