Il mistero del Giovedì Santo «ci parla della presenza di Gesù, Parola che si fa carne»

Monsignor Napolioni ha presieduto la Messa in Coena Domini in Cattedrale. Durante la celebrazione la lavanda dei piedi di alcuni bambini della scuola "Sacra famiglia" accompagnati dai genitori

image_pdfimage_print

Sfoglia la gallery completa

 

A capo chino, con le spalle ricurve e le ginocchia a contatto con il pavimento. È questa l’immagine di Gesù che emerge dal racconto dell’Ultima Cena. E così si è presentato il Vescovo di fronte ad alcuni bambini, accompagnati dai genitori, della scuola Sacra Famiglia di Cremona, per lavare loro i piedi e rendere nuovamente attuale quel gesto.

Dopo tre anni, brocca, catino e asciugatoio sono dunque tornati ad essere utilizzati durante la celebrazione del Giovedì Santo, la Messa in Coena Domini, presieduta da mons. Napolioni nella Cattedrale di Cremona.

Proprio a partire dall’immagine di Gesù, chino davanti ai discepoli, il vescovo ha voluto articolare la propria omelia, facendo suo il motto episcopale del cremonese mons. Enrico Trevisi: Admirantes Iesum. «L’invito a guardare il Signore ci educhi a non distrarci, a stare attaccati agli occhi di Gesù. Lui è il Figlio, e allo stesso tempo, il progetto di ogni uomo. Per questo guardare lui significa ritrovare noi stessi».

 

Sono allora gli sguardi del Signore, e i nostri, ad essere motivo di riflessione. «Nella “Lavanda dei piedi” di Koder – ha spiegato Napolioni, citando l’opera del sacerdote pittore tedesco – il volto di Gesù non si vede immediatamente, ma lo si nota riflesso nell’acqua del catino: è l’immagine di colui che si immerge nell’umanità».

Sieger Köder, “La lavanda dei piedi”

Un’umanità, quella dei discepoli, con cui Cristo si è confrontato fino all’ultimo e su cui, secondo il vescovo, si è sempre posato uno sguardo carico di amore. «E mentre guardava loro, pensava anche a noi, che crediamo per la parola dei Dodici. Si apre così il mistero della comunione perfetta, resa accessibile a povera gente come noi attraverso la Chiesa».

Non è mancato, nella riflessione di Napolioni, un richiamo al mistero della Pasqua, aperto dalla prima celebrazione del Triduo con il memoriale dell’Ultima Cena. L’Eucaristia, cuore pulsante della vita di ogni cristiano, è stata individuata come luogo dell’incontro perfetto tra Dio e l’uomo. «Per questo ‒ ha insistito il vescovo ‒ durante la nostra adorazione non stacchiamo gli occhi da Lui. In questi giorni l’Eucaristia non viene esposta, ma il mistero ci parla della presenza di Gesù, Parola che si fa carne, Cristo che si fa uomo».

E infatti la Santa Messa, concelebrata dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, e dai canonici del Capitolo della Cattedrale, si è conclusa con la solenne reposizione del pane Eucaristico presso l’altare del Santissimo. Dopo la processione, aperta dal canto del Pange Lingua e caratterizzata dal grande raccoglimento dei fedeli, è stato lasciato lo spazio per l’adorazione, personale e comunitaria.

I riti del Triduo torneranno invece ad essere vissuti in Cattedrale a partire da venerdì mattina alle 8.45 con la recita della Liturgia delle Ore, presieduta dal vescovo. Alle 18 poi l’azione liturgica della Passione del Signore e alle 21 la tradizionale processione, presieduta dal vescovo Trevisi, per le vie della città con la Sacra Spina. Le celebrazioni del pomeriggio saranno visibili in diretta sui canali web diocesani e in tv su Cremona1.

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail