Il 5 luglio a San Luca il ricordo di sant’Antonio Maria Zaccaria, patrono secondario della Diocesi

Alle 18 la Messa presieduta dal procuratore generale dei Barnabiti, padre Filippo Lovison

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Mercoledì 5 luglio ricorre la memoria liturgica di sant’Antonio Maria Zaccaria (nell’anniversario della morte, avvenuta a soli 37 anni nel 1539 a Cremona). La festa del patrono secondario della Diocesi di Cremona sarà festeggiata nel pomeriggio, alle 18, con una solenne Eucaristia nella chiesa di S. Luca, a Cremona, dove sono presenti i Barnabiti, la Congregazione (dei Chierici Regolari di san Paolo) fondata nel 1530 a Milano dallo Zaccaria insieme ad alcuni compagni. La celebrazione, che sarà presieduta dal procuratore generale dell’Ordine, padre Filippo Lovison, vedrà la presenza anche delle Suore Angeliche.

Fra i discepoli spirituali di Antonio Maria, infatti, va ricordata una sua lontana parente, Valeria degli Alieri, la quale, dietro suggerimento del suo santo parente, scelto come direttore spirituale, radunò nella sua casa un gruppo di ragazze che furono oggetto di particolari cure da parte dello Zaccaria e che poi, dopo la morte di lui, chiesero di costituirsi in monastero di Angeliche.

Forte il legame dei cremonesi con la comunità barnabita di Cremona che in città, oltre a rimanere una testimonianza viva del celebre concittadino salito alla gloria degli altari nel 1897 (e nel 1917 proclamato dal vescovo Cazzani patrono secondario della Diocesi, del Clero e delle Associazioni giovanili cattoliche), rappresenta un importante punto di riferimento spirituale, in particolare per le confessioni.

 

Materiale liturgico
Agiografia sintetica       Approfondimento
Messale       Lezionario       Liturgia Ore

 

 

Scheda agiografica 

Il potere del tempo si arresta davanti alla grandezza di figure che hanno saputo lasciare il segno nella storia della vicenda umana. Questa grandezza la Chiesa la chiama santità perché non si delinea a partire dalle logiche del potere o del sangue versato dalla violenza o dall’idolatria del denaro ma a partire da Dio: agli occhi dei più un modo strano di fare storia che in effetti trova poco spazio anche sui libri di scuola dei nostri figli.

Antonio Maria nasce dalla nobile famiglia degli Zaccaria. Siamo nel dicembre del 1502 quando Antonietta Pescaroli dà alla luce il suo unico figlio: sarà ancora lei da sola a curarne l’educazione dopo la precoce morte del marito Lazzaro.

Il suo cuore capace di “vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli” spinge Antonio, ancora bambino, a regalare ad un povero il suo mantello prezioso e nel 1520, quando sarà il tempo delle prime scelte di vita, lo guiderà alla decisione di recarsi a Padova per studiare quella medicina che gli avrebbe permesso poi di chinarsi come buon samaritano sulle ferite degli uomini con “l’olio della consolazione e il vino della speranza”.

Ritornato a Cremona nel 1524, guidato dal domenicano fra Marcello, “si diede a vita spirituale” e radunando giovani e adulti nella piccola chiesa di san Vitale inizia, ancora laico, la sua attività di catechesi. Cremona lo ricorda col titolo di “padre della patria” perché, soprattutto durante la peste del 1528, fu proprio lui ad organizzare l’attività caritativa verso poveri e ammalati.

Ordinato sacerdote il 20 febbraio del 1529 fa proprie le urgenze del suo mondo: urgenza di rinnovamento del “fervor cristiano” in un’ epoca in cui il cammino di fede si presentava immerso in un pericoloso contesto di indifferenza, ignoranza, superficialità e superstizione. Sempre presso san Vitale fonda il cenacolo della Amicizia dove predicherà i suoi sermoni che ancora oggi custodiamo quale preziosa testimonianza del suo agire pastorale.

Il grande viaggio della fede porterà il nostro santo prima a Guastalla come cappellano della contessa Ludovica Torelli e poi, con la stessa, a Milano dove, proprio grazie a lui, il cenacolo della Eterna sapienza si trasformerà poco alla volta nella sua creatura: i Chierici regolari di san Paolo, le suore angeliche (primo ordine femminile pensato per una vita attiva fuori dalle mura della clausura ) e i maritati di san Paolo ( prima tra le esperienze di coinvolgimento pieno dei laici nella vita della chiesa ).

Dopo secoli questi tre gruppi capitanati da san Paolo ancora oggi e anche in Cremona testimoniano la potenza della fantasia dello Spirito che edifica la sua Chiesa con la novità del Vangelo e della santità pur nell’umano mare di limiti.

Antonio, dopo una breve vita spesa per il regno di Dio e la sua giustizia, vorrà tornare a Cremona per morire tra le braccia della madre il 5 luglio del 1539.

A noi il compito, oggi, di scrivere ancora pagine di storia capaci di raccontare e testimoniare questa grandezza!

Giorgio Maria Viganò, crsp

 

 

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