Il 22 dicembre concerto di Natale in Cattedrale

Con l’Orchestra Cremona Antiqua e il Coro Costanzo Porta diretti da Antonio Greco

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Appuntamento di grande prestigio nel segno della tradizione classica natalizia, venerdì 22 dicembre alle ore 21 nella Cattedrale di Cremona, con un programma dedicato a tre classici del repertorio Barocco: il Gloria di Antonio Vivaldi; la cantata V dell’Oratorio di Natale e il mottetto “Singet dem Herr nein neues Lied” di Johann Sebastian Bach. Sul palco salirà il maestro Antonio Greco per dirigere l’Orchestra Cremona Antiqua e il Coro Costanzo Porta. I ruoli solistici sono affidati a Paola Valentina Molinari (soprano), Anna Bessi (mezzosoprano), Daniele Palma (tenore) e Eugenio Di Lieto (basso), che provengono da specializzazioni accurate nel repertorio barocco e rinascimentale. 

La manifestazione, realizzata in collaborazione con la Cattedrale, è patrocinata dal Comune di Cremona e si avvale del contributo e sostegno della Fondazione Arvedi Buschini a cui va il nostro grazie più sincero.

Nel concerto si dispiegheranno i fasti e la magnificenza sonora delle creazioni di due maestri dei primi decenni del Settecento: Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach.

All’epoca in cui Bach lavorava alla corte di Cöthen, Vivaldi insegnava musica alle giovani orfane dell’Ospedale della Pietà di Venezia: il Gloria RV 589 probabilmente fu scritto in tale contesto. È un componimento di vaste dimensioni, concepito per essere eseguito in modo indipendente rispetto alla messa in latino; avendo per obiettivo quello di magnificare il creatore con un canto di gioia, il lavoro si contraddistingue per la scrittura brillante e per l’uso dei fiati. La sontuosa opera corale è articolata in dodici movimenti, ciascuno dei quali caratterizzato da un diverso colore strumentale e vocale: il primo movimento, ad esempio, è vivace e festoso e gli strumenti e il coro gareggiano nelle manifestazioni di giubilo, il secondo, per contrasto, è più espressivo e intimistico; in alcuni episodi emergono i solisti, in altri il coro. Per dare maggior compattezza alla struttura dell’opera, nell’ultimo movimento Vivaldi torna a proporre lo sfarzo musicale dell’inizio.

Il compositore tedesco conosceva e apprezzava le creazioni del suo collega italiano. L’Oratorio di Natale “Weihnachts – Oratorium” Bvw 248 fu composto a Lipsia, dove Bach era Cantor da ormai più di dieci anni, per la liturgia natalizia del 1734-1735. Si presenta come un ciclo di sei cantate, una per ciascuna delle sei festività comprese tra il giorno di Natale e l’Epifania: il Natale, Santo Stefano (26 dicembre), San Giovanni Evangelista (27 dicembre), Capodanno, domenica dopo il Capodanno (2 gennaio) ed Epifania (6 gennaio). Questo grandioso ciclo natalizio fu pensato appositamente per un’esecuzione «a puntate» nell’arco di tredici giorni. Così ogni Cantata, pur essendo in sé compiuta e autonoma, è anche parte organica di un unico, ampio disegno: ed è proprio in questo aspetto che principalmente si rivela e si apprezza la grandezza del genio bachiano.

Il mottetto è la forma più antica della musica polifonica europea. La sua storia inizia nel XII secolo e si sviluppa senza interruzione fino ai nostri giorni. Nel Settecento il mottetto era un elemento fisso dei servizi religiosi e veniva eseguito dopo il preludio d’organo introduttivo. Lo stesso Bach ne scrisse molti di notevole valore espressivo e non destinati necessariamente alla funzione religiosa. Infatti i mottetti bachiani furono composti per eventi speciali, secondo quanto risulta agli studiosi della produzione del musicista di Eisenach. Il mottetto “Singet dem Herrn ein neues Lied”, destinato a due cori distinti a quattro voci, è articolato in tre sezioni. La prima è un ampio e vigoroso inno di lode, sui primi tre versetti del Salmo 149. La seconda, di tono più profondo e meditativo, è costruita in modo abbastanza inconsueto: al primo dei due cori è affidata l’”Aria” Gott, nimm dich ferner unser an su testo di autore ignoto, mentre al secondo tocca intonare una strofa (Wie sich ein Vater erbarmet) dal corale Nun lob, mein Seel, den Herrn di Johann Gramann; due testi poetici e musicali diversi, che si intarsiano e sovrappongono con solido magistero. La terza sezione è a sua volta suddivisa in due parti, basate rispettivamente sul secondo e sul sesto versetto del Salmo 150: torna lo spirito giubilante dell’inizio, dapprima su movenze quasi di danza, poi in una imponente fuga a quattro sulle stesse parole di lode (Alles was Odem hat, lobe den Herrn).

 

Locandina del concerto

 

L’Orchestra Cremona Antiqua e il Coro Costanzo Porta

 

Il direttore Antonio Greco

Diplomato in Pianoforte, Musica corale e direzione di coro, Polifonia rinascimentale, Antonio Greco è docente di Esercitazioni Corali presso l’ISSM “Giuseppe Verdi” di Ravenna.

Nel 1993 ha fondato il Coro Costanzo Porta, alla cui guida ha vinto premi in concorsi nazionali ed internazionali ed ha preso parte a rassegne quali il Festival dei due Mondi di Spoleto, il Ravenna Festival, il Festival Monteverdi di Cremona, il Maggio Musicale Fiorentino, Musica e poesia a San Maurizio, il Festival Pergolesi/Spontini di Jesi, Istituzione Universitaria dei Concerti – La Sapienza di Roma, Università degli studi di Pavia, Associazione Scarlatti di Napoli, Emilia Romagna Festival, Anima mundi di Pisa, Festival MiTo, Tage Alter Musik di Regensburg, Concertgebouw di Bruges, Cité de la Musique et de la Danse di Soissons, Muziekgebouw di Amsterdam, Zuiderstrandtheater de L’Aia, Teatro Carlo Felice di Genova.

Dal 2004 ha affiancato al coro l’orchestra Cremona Antiqua, ensemble su strumenti originali.

Nel 2000 ha fondato, con il sostegno del Centro di Musicologia “W. Stauffer” e il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Cremona, la Scuola di Musica e Canto Corale Costanzo Porta.

Per dieci anni è stato maestro del Coro del Circuito Lirico Lombardo.

Ha tenuto Masterclass sul repertorio barocco presso la Scuola dell’Opera di Bologna, l’Accademia Rodolfo Celletti di Martina Franca e il Biennio di direzione di coro dell’Accademia Righele. Collabora da anni con il Festival della Valle d’Itria, presso il quale ha diretto numerose prime esecuzioni in tempi moderni di opere barocche, produzioni trasmesse in diretta da Radio 3.

Nel 2014, alla guida dell’orchestra “1813” del Teatro Sociale di Como, ha diretto una produzione di Barbiere di Siviglia di Rossini nell’ambito del progetto Opera pocket, andato in scena presso il Teatro Nuovo di Milano e presso numerosi altri teatri lombardi e della Svizzera italiana.

Dal 2015 collabora con l’Opéra de Lausanne come maestro del coro (Rossini, Tancredi, 2015; Monteverdi, Orfeo, 2016; Sonnambula e La donna del lago, 2018). Nello stesso anno ha affiancato, quale assistente alla direzione, sir J. E. Gardiner presso la sua Accademia Monteverdiana (Toscana, terre Senesi), esperienza ripetutasi nel 2016, presso la fondazione Cini di Venezia.

Nel corso del 2017 Greco ha collaborato con J. E. Gardiner, in qualità di assistente alla direzione e clavicembalista del Monteverdi Choir e degli English Baroque Soloists, in una tournée mondiale delle tre opere monteverdiane e del Vespro della Beata Vergine.

Come direttore d’orchestra e maestro del coro ha inciso per le etichette Discantica, Tactus, Sony, Bongiovanni e Dynamic.

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