«Ho bisogno di credere». L’intenso monologo di Mattia Cabrini, un discepolo di Emmaus sulle strade della Chiesa di oggi

Un testo intenso e diretto che ha aperto l'assemblea ecclesiale in Cattedrale, prima della riflessione del cardinal Zuppi

image_pdfimage_print

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

L’intervento del cardinale Zuppi, che nella serata di venerdì 29 settembre ha proposto una sua riflessione sulla Chiesa oggi davanti ad una Cattedrale gremita e attenta, (leggi QUI) è stato preparato da un momento di preghiera comunitaria. Un momento aperto da un intenso monologo scritto e interpretato da Mattia Cabrini, regista, attore e collaboratore della Federazione Oratori. Un dialogo immaginato tra uno dei discepoli di Emmaus e l’altro, Cleopa, l’unico di cui si conosce il nome. Un dialogo a una voce che, su quella strada che porta a Emmaus, porta la Chiesa di oggi, con le sue nostalgie, le sue fragilità e le fatiche. E con quell’inesauribile bisogno di credere.

 

Non l’hanno visto capisci?

È sparito come se fosse un fantasma, come se tutto quello che abbiamo vissuto con Lui fosse un’allucinazione.

Mi sembra già un’altra vita, un capitolo chiuso. Come una delle tante parentesi della vita finite in archivio.

Vorrei vederlo ancora una volta, parlarci insieme per essere sicuro che tutto sia successo.

Invece se n’è andato. Mi segui? finito. Una bella festa che adesso è finita. Uno spettacolo su cui si spengono i riflettori e la gente se ne va. E’ finito lo spettacolo ed è finita la gente! ti ricordi quanta gente ci seguiva? folle… moltitudini … eravamo seguiti, eravamo rispettati… la gente ci cercava, ci temeva, ci salutava per strada, ci ascoltava, come era bello contare? eravamo rilevanti! Eravamo PIENI! Pieni di cose da fare, di gente da incontrare! ti ricordi quando avevamo le agende piene di appuntamenti, di incontri, mattina, pomeriggio, sera e ci lamentavamo del troppo lavoro. Come era bello quando ci lamentavamo del troppo.

Avevamo successo! Noi chiamavamo e la gente arrivava! Non avevamo dubbi perché avevamo successo. Quando hai successo non ti vengono dubbi. Te lo ricordi vero quanto eravamo sicuri di noi? noi l’abbiamo visto! Noi siamo testimoni di questo successo! Diciamoci la verità lo abbiamo seguito anche un po’ per questo successo. E’ normale! Chi si mette a seguire un  fallito? nessuno! Facevamo del bene, ti ricordi quanta gente abbiamo liberato? eravamo utili, avevamo successo e facevamo del bene. Cosa abbiamo sbagliato? Certo sarà colpa della società, della politica, di tanti fattori, ma noi? cosa c’entriamo noi? cosa abbiamo sbagliato noi?

Ora che il successo è finito mi viene il dubbio di avere preso un abbaglio. Forse non l’abbiamo mai visto. Forse ci siamo solo illusi. Forse non c’è niente di niente.

La verità: che oggi non interessa più a nessuno. Queste sono paturnie di un discepolo di Emmaus. Puoi credere quello che vuoi. La gente ti rispetta basta che non la disturbi. Sai cosa? Dovremmo sparire anche noi come ha fatto lui. Ci teniamo il nostro culto, ce lo facciamo per noi basta con questa pretesa di universalità ma chi se ne importa di tutti. Stiamo con quelli che ci credono Cleopa. Io, te, quelli che ci stanno. Non ci serve altro. Dobbiamo sparire Cleopa. Rimanere nell’ombra nascosti. Basta folle, basta eventi. Basta fare qualcosina ogni tanto per consolarci. La gente tornerà. Se vorranno siamo qui.  Se ne accorgeranno. Vedrai che la gente cambierà idea.

Vero che cambierà idea Cleopa? Si accorgeranno che hanno sbagliato. Che hanno ammazzato e messo nel sepolcro qualcuno di importante. Non siamo noi ad aver sbagliato Cleopa, sono loro: quelli che l’hanno rinnegato, che l’hanno condannato, che hanno voltato la faccia dall’altra parte, quelli che sono sono stati indifferenti. Loro hanno sbagliato, non noi!  Noi siamo le vittime di tutto questo.

Certo che se almeno lui si facesse vedere allora noi potremmo avere una ragione in più di reagire. Dobbiamo reagire? dobbiamo farci sentire Cleopa! Dovremmo lottare, avremmo dovuto difenderlo, avremmo dovuto tirare fuori le armi farci ammazzare come ha fatto lui. Per amore. Si certo tutto per amore.

Per amore dobbiamo abbassare la testa.

Per amore dobbiamo alzare la testa.

Per amore a me gira la testa.

L’amore non può essere una cosa che fa male.

Lui lo diceva sempre.

Temo che abbiamo perso.

Abbiamo perso tempo, abbiamo perso qualcuno che ci faccia sentire dalla parte giusta. Perché io non lo so più qual’è la parte giusta capisci. Qui si tratta di affrontare la crisi climatica, demografica, sociale, economica, Ucraina, della genitorialità, bancaria, politica, del Niger, della fede, …che con tutte queste crisi mi viene il mal di crisi, mi viene da vomitare tutte le crisi che ho mangiato e vorrei solo un po di pace.

L’unica cosa vera è non so niente…

Anzi una cosa la so: so che adesso avrei bisogno di vederlo e dirgli che ho bisogno oggi di più di prima di credere in Lui.

Ho bisogno di credere  che la vita di due ragazze che fanno musica a Zaporhia non finisca sotto una bomba e che l’ideologia non possa prendere il sopravvento sull’idea.

Ho bisogno di credere che in fondo al Mediterraneo ci sia qualcuno che li abbracci quando noi non riusciamo a salvarli.

Ho bisogno di credere che il milione e mezzo di giovani a Lisbona non sia solo uno slogan.

Ho bisogno di credere che oggi si possa avere figli e progetti se si ha il coraggio di sognarli.

Ho bisogno di credere che anche se tutte le generazioni precedenti ci hanno lasciato un pianeta pieno di gas possiamo fare qualcosa per migliorarlo e rendere migliore la vita di chi verra dopo di noi

Ho bisogno di credere che la vita abbia sempre una dignità e che invecchiare non sia una maledizione.

Ho bisogno di credere che esistano gli adulti altrimenti essere giovani è una tortura

Ho fede nelle mie e nostre mani, nelle nostre scarpe e nelle nostre teste.

Che la fatica venga ripagata e il dolore curato.

Ho fede nelle cose che mi aspettano domani e ho bisogno di credere che ti rivedrò.

 

Assemblea ecclesiale di inizio anno pastorale in Cattedrale, il cardinal Zuppi: «Camminiamo insieme»

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail