Furto sacrilego a San Matteo delle Chiaviche: rubata la statuetta di Maria ai Correggioli

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Ignoti vandali hanno rubato la statuetta di Maria collocata nei pressi della Madonna dei Correggioli, un’antica cappella della golena di San Matteo. Era stata installata davanti alla chiesetta, lì dove ci si ritrova per momenti di preghiera durante la bella stagione, da Giuseppe Gozzi, un parrocchiano recentemente scomparso. La scultura non è realizzata in materiali di pregio, non è antica e non ha particolare valore artistico, ma il furto ha provocato molto dispiacere in paese per la sua natura sacrilega e per il valore affettivo del simulacro.

Il gesto è stato compiuto probabilmente nottetempo, e scoperto la mattina del 27 dicembre da alcuni passanti, che hanno subito avvisato il parroco don Angelo Maffioletti. Il sacerdote non intende dare eccessiva enfasi all’episodio, che potrebbe essere motivato semplicemente da noia e stupidità e non da una precisa volontà blasfema, ma chiede a tutti una preghiera.

Anche il sindaco di Viadana Alessandro Cavallari è voluto intervenire pubblicamente: «Con dolore constatiamo che la mano di ignoti incivili ha colpito ancora un luogo tanto caro alla fede della nostra gente. Si prega chiunque avesse notato movimenti strani attorno alla chiesetta di non rimanere nel silenzio. Chiediamo all’autore di questo insensato gesto di riflettere e rivedere il suo comportamento, riportando la Madonnina anche in modo anonimo: non è mai troppo tardi per ripensare ai propri sbagli».

Non è tra l’altro la prima volta che si verifica qualcosa del genere: la notte di Capodanno 2016 i soliti ignoti ruppero le braccia del Crocifisso – proprio davanti alla Madonnina rubata ieri – e staccarono la statua dalla croce in legno, gettandola poi ai piedi della piccola scarpata. Come gesto simbolico di riparazione, la statua coi monconi spezzati venne esposta da don Angelo nelle chiese di San Matteo e Sabbioni.

La Madonna dei Correggioli venne dipinta da un anonimo pittore dopo la peste del 1630. Collocata su un altarino emergente dalla palude di Torre d’Oglio, divenne ben presto oggetto di devozione popolare. Nel Settecento venne eretta la cappella, presso la quale ancora oggi numerosi passanti si fermano per un momento di raccoglimento e per lasciare un pensiero sul libro degli ospiti.

Riccardo Negri
TeleRadio Cremona Cittanova
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