“La Santa Casa di Loreto è un luogo cristologico, un pezzo di Terra Santa portato in Italia” come lo sono le sue copie, a partire da quella custodita nella chiesa di Sant’Abbondio a Cremona. Della sua storia, tra scavi archeologici, documenti e leggende, dei pellegrinaggi e della costruzione di copie fedeli ha parlato giovedì pomeriggio 26 settembre don Andrea Foglia, parroco di Sant’Abbondio, appassionato studioso di documenti d’archivio. Il suo intervento ha aperto il ciclo di conferenze pensate per celebrare i 400 anni dalla fondazione del santuario lauretano della città e organizzate in collaborazione con la Società storica cremonese presso il Centro pastorale diocesano di Cremona.
Davanti a una platea per la quale la sala Spinelli del Centro pastorale è risultata stretta, don Foglia ha raccontato le vicende di un fenomeno che ha radici antiche e che vedeva già nel I secolo a Nazareth una piccola comunità giudaico-cristiana radunata intorno a quella dimora dove l’Angelo (raccontano i Vangeli) annunciò a Maria la nascita di Gesù, quella stessa dimora dove per circa 30 anni visse Cristo con i genitori. Gli scavi archeologici hanno confermato l’esistenza di un’abitazione costituita da una grotta, scavata nella roccia, affiancata da 3 pareti in muratura. Un luogo semplice diventato prezioso tanto da diventare chiesa (costruita sopra la casa) nel III secolo e ancora chiesa più ampia nel V secolo, fino a quando i crociati (demolita la precedente chiesa) nel XI sec. fecero sì che il luogo di culto custodisse all’interno l’intera casa. Una storia documentata che ha permesso di giustificare la conservazione dei resti di quella dimora nei secoli.
Complesse anche le vicende della traslazione per la quale la leggenda parla di angeli che, nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294, depositano i resti della casa di Maria a Loreto. Molto più intricate le vicende storiche che ad un certo punto della ricostruzione si fanno ipotesi per le quali quei resti della casa furono un dono nuziale del despota dell’Epiro (un certo Angeli) alla figlia data in sposa al figlio di Carlo II d’Angiò. Per varie ragioni e coincidenze, quei resti finirono forse nelle mani dell’allora Papa Celestino V che le destinò (sarà stato il suo vicario in Urbis che era vescovo di Recanati?) proprio a Loreto.
La storia di Loreto si fa culto diffuso nei primi anni del 1300 con i pellegrini che vi fanno tappa e diffondono l’idea di un santuario unico perché «di pregnanza cristologica», come sottolinea don Foglia. E così «dopo i pellegrinaggi alla fine del XIV e gli inizi del XV secolo iniziano le dedicazioni di chiese ed altari alla Madonna di Loreto». Inizia poi anche «dagli ultimi anni del XVI sec. la diffusione delle copie». Fatto curioso è che «il primo a concepire l’idea di riprodurre la casa in maniera fedele fu Carlo Borromeo». La realizzerà a Milano il cugino cardinal Federico Borromeo di manzoniana memoria nel 1616. E via via fiorirono le copie in Europa centro Orientale, in Austria soprattutto.
Poi è la volta delle copie cremonesi «dove il culto arriva presto». Da segnalare un altare del 1445 nella chiesa di San Domenico (oggi completamente demolita) e poi 4 tavole con lo stesso soggetto della Madonna lauretana di grande valore: la pala per la chiesa di San Francesco firmata da Bernardino Campi, una seconda per la chiesa dei domenicani di San Giovanni in Pedemonte, una terza di Gian Battista Trotti per la chiesa di Sant’Angelo e quindi la pala della chiesa di Santa Marta.
Non da ultima viene la Santa Casa custodita in Sant’Abbondio voluta da Pietro Ala in quello spazio, una volta cimitero dei teatini, accanto alla chiesa. E poi è la volta delle copie fedeli della copia cremonese, prima fra tutte quella nel centro di Brescia.
Una storia complessa dunque che verrà sviscerata nei prossimi appuntamenti del ciclo di conferenze in programma il 4 e il 28 ottobre, poi il 6 novembre sempre alle 17 presso il Centro pastorale diocesano di Cremona.
La Santa Casa di Loreto a Sant’Abbondio, il 26 settembre al via il ciclo di conferenze
Da martedì in Cattedrale la “Scuola di preghiera” guidata dal Vescovo