Con l’udienza in piazza S. Pietro concluso il pellegrinaggio diocesano degli adolescenti a Roma

L'augurio del Papa ai ragazzi cremonesi: «Vivere in pienezza il messaggio pasquale, sempre fedeli al vostro battesimo e testimoni gioiosi di Cristo morto e risorto per noi»

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«Vivere in pienezza il messaggio pasquale, sempre fedeli al vostro battesimo e testimoni gioiosi di Cristo morto e risorto per noi». È questo l’augurio rivolto da Papa Francesco agli adolescenti della diocesi di Cremona in pellegrinaggio a Roma, citati personalmente del Pontefice durante i saluti in lingua italiana. L’occasione è stata l’udienza generale di mercoledì 30 marzo cui hanno preso parte anche i 130 ragazzi degli oratori di Torre de’ Picenardi, Pieve d’Olmi, Pescarolo, Castelverde, Soncino, Pizzighettone, Bozzolo, Casalmorano e Sant’Ambrogio, Sant’Abbondio e Sant’Agata-Sant’Ilario in Cremona che hanno aderito all’annuale proposta della Federazione Oratori Cremonesi.

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Per loro la terza e ultima giornata romana era iniziata davvero presto. Già alle 6 i ragazzi, insieme ai propri sacerdoti, gli accompagnatori e lo staff della FOCr guidato da don Paolo Arienti, erano già in fila ai cancelli di piazza S. Pietro. Così quando alle 8 è stato possibile accedere alla pizza loro sono stati tra i primi a poter prendere posto, dopo i necessari controlli di sicurezza.

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La postazione era davvero privilegiata: nelle primissime file ai piedi del palco papale. La preghiera, qualche chiacchiera e il tepore primaverile di una soleggiata giornata romana hanno accompagnato l’attesa sino all’ingresso del Papa, giunto puntuale a 9.30 a bordo della classica jeep bianca.

Quasi mezz’ora è servita a Francesco per percorrere la piazza avanti e indietro, incontrando i circa 30mila fedeli presenti. Moltissimi i bambini che come di consueto i solerti uomini della sicurezza vaticana hanno porto al Papa perché li baciasse e li accarezzasse. Molto sorridente Francesco, che ha potuto intravvedere tra la folla anche la bandiera del suo amato San Lorenzo, la squadra di calcio argentina di cui è tifoso da sempre.

L’incontro naturalmente anche con il gruppo cremonese, che ha salutato il Papa sventolando i fazzolettoni gialli, segno distintivo di questo pellegrinaggio. Accanto anche i quasi 4mila i ragazzi dell’arcidiocesi di Milano.

Il Papa è sceso dalla jeep bianca scoperta proprio davanti al gruppo cremonese. Quindi Francesco si è incamminato verso la sua postazione al centro del sagrato tra una distesa di fiori gialli, posti sui gradini centrali e nei due settori ai lati. Una suggestiva cornice creata con i fiori provenienti dall’Olanda e che hanno decorato la piazza durante i riti pasquali.

Nell’aria un clima di grande festa, tanto che, prima che l’udienza avesse inizio con il segno della croce, una vera e propria “ola” di saluto si è levata dai fedeli presenti in pizza.

Al centro della meditazione del Papa, che in questa udienza ha concluso il ciclo di catechesi sulla misericordia nell’Antico Testamento, il salmo 51, detto il Miserere, in cui «la richiesta di perdono – ha sottolineato il Papa – è preceduta dalla confessione della colpa e in cui l’orante, lasciandosi purificare dall’amore del Signore, diventa una nuova creatura, capace di obbedienza, di fermezza di spirito, e di lode sincera».

In particolare il Papa ha invitato a guardare alla figura di Davide, che riconosce la propria colpa, la confessa e si riconcilia con Dio. «Davide è stato umile, è stato grande!», ha detto il Papa, che poi ha proseguito: «Chi prega con questo Salmo è invitato ad avere gli stessi sentimenti di pentimento e di fiducia in Dio che ha avuto Davide quando si è ravveduto e, pur essendo re, si è umiliato senza avere timore di confessare la colpa e mostrare la propria miseria al Signore, convinto però della certezza della sua misericordia». «E non era un peccato, una piccola bugia quello che aveva fatto, aveva fatto un adulterio e un assassinio», ha aggiunto a braccio Francesco.

Da qui un vero e proprio invito a confessare il peccato anche quando «è brutto», nella consapevolezza che Dio «non nasconde il peccato, ma lo distrugge e lo cancella». «Lo cancella proprio dalla radice – ha sottolineato – non come fanno in tintoria quando portiamo un abito e cancellano la macchia. Dio cancella il nostro peccato proprio alla radice, tutto. Perciò il penitente ridiventa puro, ogni macchia è eliminata ed egli ora è più bianco della neve incontaminata». «Tutti noi siamo peccatori: se qualcuno di voi non si sente peccatori alzi la mano! Nessuno? Tutti noi lo siamo», ha proseguito dialogando fuori testo con i fedeli. «Con il perdono – ha detto ancora – diventiamo creature nuove, ricolmate dallo spirito e piene di gioia. Ora una nuova realtà comincia per noi: un nuovo cuore, un nuovo spirito, una nuova vita».

Il messaggio era chiaro: «Dio è più grande di tutti i peccati che possiamo fare, Dio è più grande del nostro peccato». Lo ha ribadito con forza Papa Francesco, rispondendo a quella che potrebbe essere l’obiezione di un penitente e esortato poi tutti i presenti a ripetere per tre volte: «Dio è più grande del nostro peccato». «Il suo amore è un oceano in cui possiamo immergerci senza paura di essere sopraffatti», ha proseguito Francesco, spiegando che «perdonare per Dio significa darci la certezza che lui non ci abbandona mai. Qualunque cosa possiamo rimproverarci, lui è ancora e sempre più grande di tutto, perché Dio è più grande del nostro peccato».

Ecco dunque il vero bisogno dell’uomo: «L’unica cosa di cui abbiamo davvero bisogno nella nostra vita – ha detto il Pontefice – è quella di essere perdonati, liberati dal male e dalle sue conseguenze di morte. Purtroppo, la vita ci fa sperimentare tante volte queste situazioni; e anzitutto in esse dobbiamo confidare nella misericordia».

Nella parte finale della catechesi il Papa si è poi soffermato sulla «dignità» conferita dal perdono di Dio e sulle conseguenze che essa ha nella vita personale e in quella degli altri. «Quando un bambino cade, cosa fa?», ha chiesto il Papa ai fedeli ancora fuori testo: «Alza la mano al papà o alla mamma perché lo alzi». «Facciamo lo stesso» è stato quindi l’invito del Papa. «Se tu cadi per debolezza, alza la mano, e il Signore la prende e ti rialza. E questa è la dignità del perdono di Dio. La dignità che ci dà il perdono di Dio è quella di alzarsi, perché lui ha creato l’uomo e la donna per essere in piedi». «Il perdono di Dio – ha proseguito – è ciò di cui tutti abbiamo bisogno, ed è il segno più grande della sua misericordia». «Un dono che ogni peccatore perdonato – ha poi sottolineato – è chiamato a condividere con ogni fratello e sorella che incontra. Tutti coloro che il Signore ci ha posto accanto, i familiari, gli amici, i colleghi, i parrocchiani… tutti sono, come noi, bisognosi della misericordia di Dio». «È bello essere perdonato, ma se tu vuoi essere perdonato perdona tu anche, perdona!», ha infine concluso Francesco a braccio, salutato da un applauso.

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Tra i momenti più toccanti per il gruppo cremonese quello del saluto del Papa ai pellegrini di lingua italiana: Dopo aver salutato i diaconi della Compagnia di Gesù e i ragazzi dell’arcidiocesi di Milano, le parole del vescovo sono stati indirizzate «pure a quelli della diocesi di Cremona, in occasione della vostra professione di fede». Quindi l’augurio del Papa: «A voi, e a tutti i vostri coetanei, auguro di vivere in pienezza il messaggio pasquale, sempre fedeli al vostro battesimo e testimoni gioiosi di Cristo morto e risorto per noi».

Il testo integrale dell’udienza di Papa Francesco

Ancor più emozionati il vicario di Bozzolo, don Gabriele Barbieri, e Matteo Vicenzi che, a nome di tutto il gruppo cremonese, sono stati scelti per seguire l’udienza proprio tra i posti riservati sul sagrato. Per loro un saluto speciale di papa Francesco durante il cosiddetto “baciamano”.

Conclusa l’udienza, per i cremonesi c’è stato il tempo per il pranzo e gli ultimi momenti romani prima di iniziare il viaggio di rientro a casa, nel pomeriggio.

Photogallery

Reportage del pellegrinaggio:

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