Casalmaggiore, una mostra d’arte dà nuova vita al Palazzo Abbaziale

La collettiva, visitabile sino al 12 novembre, ospita circa 200 opere di diciotto artisti del territorio e non solo

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Il Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore non ha ritrovato solo la vita, ma finalmente anche uno scopo. L’edificio settecentesco, dopo essere stato presentato in tutto il suo splendore al termine dei lavori di restauro, torna a essere vissuto, abitato, condiviso dalla comunità di Casalmaggiore. Uno “scrigno”, come l’ha spesso definito il parroco don Claudio Rubagotti, un tesoro sepolto nel corso degli ultimi decenni la cui ricchezza aveva bisogno di un nuovo senso. E il modo migliore per celebrare questo “secondo” inizio dell’edificio parrocchiale è occupare con arte contemporanea le sue antiche sale recuperate dal degrado.

È stata così inaugurata nel pomeriggio di domenica 29 ottobre la grande mostra collettiva allestita all’interno delle sale Palazzo Abbaziale. Circa 200 opere di diciotto artisti, tra veterani ed esordienti, provenienti da Cremona fino a Verona, di diverse discipline e soprattutto stili differenti, per un’esposizione raffinata ma accessibile a tutti, in simbiosi con l’ambiente d’epoca delle splendide sale restaurate negli ultimi anni. La mostra sarà visitabile fino al 12 novembre tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00. L’iniziativa è stata promossa e curata dall’artista gussolese Paride Pasquali in collaborazione con le parrocchie di Casalmaggiore e realizzata insieme all’associazione culturale Inventio, all’I.I.S. “G. Romani”, con il patrocinio del Comune maggiorino e la sponsorizzazione del pennellificio Borciani-Bonazzi.

«Sono veramente contento perché si realizza un piccolo sogno, una piccola speranza», ha detto don Rubagotti davanti a un auditorium “Giovanni Paolo II” all’Oratorio Maffei affollato con il pubblico delle grandi occasioni. Tra i presenti, insieme al curatore Pasquali, il critico d’arte Gianluigi Guarnieri, l’incaricato diocesano per Beni culturali ecclesiastici don Gianluca Gaiardi, il sindaco Filippo Bongiovanni, la professoressa Chiara Zani insieme ad alcuni studenti del Romani e Sara Zanafredi in rappresentanza di Borciani-Bonazzi, sponsor principale della rassegna. «Mi piace pensare che questi ambienti un domani non saranno vuoti, ma siano un laboratorio di idee dove pensare e sognare di nuovo e stupirsi come oggi davanti a tante opere d’arte» ha aggiunto il parroco al termine dei ringraziamenti.

Gli interventi per guardare al futuro e i progetti per valorizzarne il presente, il rapporto tra vecchi committenti e nuove forme per rappresentare la spiritualità, il fascino dell’antico e la forza della contemporaneità: tutti temi che trovano nella mostra collettiva del Palazzo Abbaziale una sintesi stimolante e affascinante.

«La vostra numerosa presenza mi ripaga degli sforzi di questo progetto nato sette mesi fa – ha detto il curatore Pasquali –. L’intenzione era infatti quella di portare un gruppo di artisti, ciascuno con una propria personale e con una piccola offerta, per aiutare le parrocchie e don Claudio a concludere i restauri dei locali dell’edificio».

Opere di pittura, scultura e ceramica della contemporaneità, dunque, in dialogo con gli affreschi e le sale della vetusta dimora religiosa.

«Mesi fa ho avuto modo di vedere questa meraviglia nel momento del restauro e dissi a Paride di parlare degli spazi e del lavoro progettuale», ha raccontato il critico Guarnieri, il quale ha anche scritto l’introduzione del catalogo curato dal grafico Marco Visioli. «È come nell’antica arte romanica nella quale bisognava arrivare all’altare percorrendo lo spazio delle arcate; ogni scelta del curatore non è stata casuale, perché i colori degli affreschi sulle pareti e le opere esposte si integrano in un tutt’uno». Un dialogo molto difficile da costruire, dunque, tra le sale di un tempo e diverse espressioni artistiche, per raccontare non solo le opere ma anche gli spazi; «un percorso creato ottimamente da Paride nelle forme, nei colori e nella materia in grado di dare un senso unico e imprescindibile a questa mostra. Spero non sia l’unica volta e che in futuro si organizzino altri eventi in questo luogo».

A garantire questo passaggio di consegne ci penseranno alcuni studenti del Romani i quali, coinvolti dalla professoressa Chiara Zani, parteciperanno come guide per illustrare al pubblico la storia del Palazzo Abbaziale e le opere degli artisti in mostra. «L’apprendimento passa attraverso l’esperienza e questi ragazzi, mettendosi in gioco, hanno imparato anche la competenza della comunicazione – ha detto la docente –. Inoltre, in questa occasione, questi studenti hanno visto dagli adulti come dare vita ad un luogo per molto tempo nascosto e oggi di nuovo vivo. Si sono così legati alla storia della città e quindi, in futuro, conserveranno il ricordo di quanto sia importante la memoria e forse un giorno organizzeranno una mostra per dare vita a realtà dimenticate».

Don Gaiardi, invece, tornando sul rapporto tra arte religiosa e contemporanea, ha aggiunto come «abbiamo bisogno che gli artisti di oggi ci parlino della loro spiritualità e ci aiutino a comprenderla e coglierla anche nell’astratto». Ricordando l’importanza dei restauri finora svolti e la necessità di trovare una nuova destinazione alla struttura, «credo che una mostra di arte contemporanea in un contesto del genere serva per ricucire un rapporto deteriorato tra Chiesa e artisti, ma anche suscitare qualcosa del bello e del vero».

Il sindaco Bongiovanni, quindi, ha ricordato i primi finanziamenti nel lontano 2009 di Fondazione Cariplo e come «ci sia ancora bisogno dell’aiuto di tutti per cercare di riportare alla luce tutto il bello che c’è nel palazzo Abbaziale. Oggi vederlo recuperato, insieme a tutte le bellezze prima celate, è stata una piacevole sorpresa».

Un lungo lavoro portato avanti da numerose persone, «dopo tanti anni di lavoro, difficoltà e burocrazia, grazie alla collaborazione dei parroci che si sono succeduti, all’Ufficio diocesano Beni culturali e della Sovrintendenza di Brescia e Mantova», come ha ricordato il geometra Stefano Busi. «Siamo riusciti a rispettare la storia e il contenuto di chi ha avuto l’idea di realizzare questo bellissimo palazzo; un fabbricato storico che ha bisogno di essere vissuto rispettarlo e poi organizzare mostre come queste».

Infine Zanafredi, in rappresentanza di Borciani-Bonazzi, storica azienda manifatturiera di strumenti per l’arte apprezzata da artisti, grafici ed enti di tutto il mondo, ha sottolineato «l’impegno significativo di Paride e l’imponenza della rassegna; i locali sono preziosi e quanto di meglio si possa immaginare per un’esposizione simile».

Questi gli artisti in mostra: Roberto Bedani, Andrea Federici, Chiara Federici, Giordano Garuti, Andrea Ghisoni, Ulisse Gualtieri, Gioacchino La Barbera, Isaia Lazzari, Patrizio Marigliano, Cristina Mazzotti, Franco Mora, Paride Pasquali, Enrico Dennj Peretto, Roberto Sirocchi, Silvio Soliman, Francesco Vitale, Gianna Zanafredi e Giuseppe Zumbolo.

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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