Carla Bellani primo presidente donna delle Acli cremonesi. «Recepito l’invito a interpretare e vivere la crisi attuale senza rassegnazione ma percorrendo con coraggio i sentieri del cambiamento»

Il testo integrale della mozione finale che recepisce la relazione del Congresso. Faro per l'azione futura l'enciclica di papa Francesco "Laudato si'"

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Carla Bellani è stata eletta nuovo presidente della Acli cremonesi, si tratta della prima donna a ricoprire questo importante incarico. Succede a Bruno Tagliati che proseguirà il suo impegno per il bene comune con una nuova esperienza amministrativa nel suo comune di Pizzighettone. La nomina di Bellani è stata ufficializzata durante il primo consiglio provinciale delle Acli, riunito nella nuova sede di via Card. Massaia, nella mattinata di sabato 12 marzo.

La presidente ha poi presentato la sua squadra: Paolo Paroni (da 15 anni operatore nel sociale e componente del direttivo di Confcooperative), Paolo Segalla (casalasco consulente del settore agricolo per mangimi e fertilizzanti ed esperto di problematiche ambientali), Mauro Barchielli di Cremona (probabile vice-presidente) e Claudio Pellegrini di Rivolta d’Adda. A breve verrà convocata la nuova presidenza e saranno distribuite le cariche. Undici i delegati che parteciperanno al prossimo Congresso delle Acli lombarde il 9 aprile a Como: Carla Bellani, Mauro Barchielli, Claudio Pellegrini, Bruno Tagliati, Luciano Bergamaschi, Antonio Doldi, Gianni Iacchetti, Roberto Oliva, Federico Scotti, Andrea Zavaglio , Bortolo Zigliani.

Di seguito la mozione finale  che recepisce la Relazione del Congresso del 5 marzo scorso.

Le Acli cremonesi riunite in assemblea per il loro 29° Congresso Provinciale sul tema ”Niente  paura, con le Acli attraversiamo il cambiamento” approvano la Relazione congressuale e ne recepiscono l’invito a interpretare e vivere la crisi attuale (che è economica, etica, sociale, culturale, politica e ambientale) senza rassegnazione ma percorrendo con coraggio i sentieri del cambiamento.

Siamo consapevoli che non possiamo limitarci a correggere le disfunzioni dell’economia globale, della finanza senza regole, di un mercato senza etica in un pianeta ormai devastato, ma che dobbiamo ripensare il nostro modello di sviluppo.

Accogliamo l’invito dell’enciclica Laudato Si’ ad aprirci alla prospettiva dell’ecologia integrale che unisce la cura delle persone e delle comunità a quella della casa comune.

Davanti a un mondo ingiusto e a un pianeta devastato, il Papa chiede di rinnovare le chiavi di lettura della realtà, di rivitalizzare le energie e la speranza, per assumerci la responsabilità del cambiamento dal locale al globale. Per camminare insieme in questa direzione riteniamo necessario approfondire insieme i temi affrontati dalla Laudato si’, e ripartire dagli esclusi dal sistema, dalle vite fragili o esposte alla povertà dalle disuguaglianze crescenti. La loro idea di cambiamento, di redistribuzione delle ricchezze, di uguaglianza nei diritti, di desiderio di lavoro dignitoso, di accesso ai beni comuni, deve diventare la nostra idea. I loro bisogni primari: casa, lavoro, salute devono diventare gli obiettivi delle nostre azioni sociali.

Accanto alla cura delle persone e delle comunità, ci viene chiesta anche la cura dei beni comuni e dell’ambiente. Ciò significa riconoscere le esperienze di quanti nelle Acli hanno lavorato in queste direzioni. Non basta più delegare a qualcuno questi aspetti ma occorre puntare su una consapevolezza diffusa e su un’assunzione di responsabilità ad ogni livello associativo.

La tutela dei beni ambientali, delle vocazioni territoriali possono veicolare piste innovative anche nei servizi tradizionali delle Acli. L’esperienza dimostra che dagli ambiti legati alla green economy e alla sostenibilità possono derivare attività di economia civile e sociale per un diverso modello di sviluppo. Servizi e imprese Acli devono mettersi in gioco, aggiornarsi, innovare, progettare nella direzione di un’economia sociale e ambientale, un ambito che gode al suo interno esperienze già affermate. La centralità del lavoro passa anche da questa strada oltre che dai percorsi e dalle piste di impegno che vengono indicate dalle Acli nazionali.

Le sfide del cambiamento sono grandi e necessitano di sinergie diffuse sia a livello locale che internazionale. A noi tocca portare dentro gli organismi e le reti di partecipazione civile del nostro territorio i problemi che riguardano la vita delle persone e dell’ambiente per far crescere la cittadinanza attiva e un movimento dal basso che sa  interloquire sulle scelte politiche. Il nostro ruolo è promuovere la politicità del sociale sulle questioni del lavoro, del welfare, dei beni comuni e sulla tutela dell’ambiente.

Le consegne del mandato

  1. Nell’ambito della Dottrina sociale, conoscere e approfondire in modo diffuso nel sistema Acli i temi della Laudato si’. E’ una premessa indispensabile per aggiornare la nostra visione del mondo e confrontarci con le questioni che lo attraversano, per capire la portata della rivoluzione culturale, economica, sociale che l’enciclica presenta. Per alimentare una spiritualità sociale che aiuta nel discernimento di valori e pratiche.
  2. Rimettere in gioco i nostri circoli e il volontariato delle varie associazioni Acli. Si tratta di potenziare qualitativamente i circoli come luoghi privilegiati di sviluppo associativo  di welfare di comunità. E’ un processo che chiede cura e accompagnamento dando continuità ai laboratori territoriali avviati lo scorso anno a livello di zona e che hanno dato esiti positivi.
  3. Stare vicini e dentro i problemi sociali del territorio portando le proprie competenze e risorse per la costruzione di un welfare comunitario, per fronteggiare la povertà e difendere i beni comuni e l’ambiente.

In tal senso è strategico consolidare la presenza Acli dentro le reti del Terzo Settore ma anche prendere parte ai tavoli delle Aziende sociali e  a quelli istituzionali dove si decidono gli interventi programmatici e le politiche sociali. E’ importante mantenere e rafforzare le esperienze in atto di co-progettazione con le politiche sociali dei Comuni relative a segmenti specifici di welfare: casa, anziani, famiglia, immigrati, altro.  

In varie parti del territorio sono presenti questioni ambientali dovute a impianti industriali pregressi, a infrastrutture che minacciano il paesaggio e la sua vocazione agricola (consumo di suolo, stoccaggi di gas e altre forme di aggressione). E’ compito delle Acli sensibilizzare su queste questioni e poi partecipare alle reti territoriali che li affrontano sotto il profilo tecnico e scientifico e nei risvolti politico decisionali. La salvaguardia della salute delle persone, interconnessa a quella dell’ambiente e della difesa dei beni comuni sono il criterio guida di ogni nostra presa di posizione e di pressione nei confronti dei livelli istituzionali preposti alle questioni ambientali.    

Resoconto del congresso provinciale delle Acli

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