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Il processo diocesano a Kinshasa nell’agosto 2014

L'apertura ufficiale domenica 10 agosto, giornata in cui in Congo si festeggia la Madonna Assunta

In foto la Commissione insieme a Francesco e i genitori

Per le Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda l’agosto del 2014 è stato un mese particolarmente importante: si è svolto, infatti, in Congo il processo diocesano sulla guarigione straordinaria di un neonato, avvenuta nel 2007, e attribuita all’intercessione del fondatore dell’Istituto religioso, il beato don Francesco Spinelli. Nelle settimane successive tutta la documentazione è stata consegnata al card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

 

Il processo diocesano

Dal 10 al 16 agosto a Kinshasa si è svolto il processo “super miro” attribuito all’intercessione del beato Spinelli.

Il primo importante appuntamento è stato domenica 10 agosto, giornata in cui in Congo si festeggia la Madonna Assunta: nel pomeriggio il procedimento si è aperto ufficialmente presso il Palazzo arcivescovile dove il cardinale Laurent Monsengwo Pasinga ha invocato il dono dello Spirito Santo e l’intercessione della Madonna, rivolgendo poi una breve esortazione e un saluto di benvenuto con l’augurio di un buon esito dell’iter.

Quindi il cancelliere arcivescovile Abbé Jean-Delly Bomongo ha invitato i membri del Tribunale a fare il giuramento sulla Bibbia e a sottoscriverlo. Questi i componenti: padre Donat Bafuidinsoni (giudice delegato arcivescovile), suor Perpetue Makise (notaio attuario), mons. Ennio Apeciti (delegato di giustizia), don Andrea Scarabello (notatio aggiunto), dott. Leon Tshilolo (medico esperto) e l’adoratrice suor Concetta di Pietro (postulatrice).

Lunedì 11 agosto è avvenuto l’insediamento del Tribunale con l’inizio delle audizioni dei testimoni. A cominciare dai genitori di Francesco, che hanno partecipato con grande disponibilità e collaborazione, sottoponendo senza indugio il figlio a visite mediche ed esami clinici al fine di accertarne la perfetta guarigione. La famiglia era arrivata in Congo nei giorni precedenti dall’Angola, dove si è trasferita per ragioni di lavoro.

Francesco Maria Spinto

La giornata è proseguita senza sosta con l’ascolto degli altri testimoni (suore, personale infemieristico, ausiliario…). Una ventina in tutto.

Giovedì mattina, invece, a prendere la parola è stato il medico testimone della guarigione e altri due periti tecnici che nei giorni precedenti avevano visitato Francesco, richiesto esami clinici aggiornati, ascoltato i genitori e alcuni testimoni, elaborando poi una relazione scritta con parere positivo che è stata presentata e commentata ai membri del Tribunale.

Sabato 16 agosto tutti i membri del Tribunale sono stati convocati presso il Palazzo Arcivescovile per la chiusura dell’ultima sessione del Processo diocesano, con la consegna di tutti documenti al Cardinale per la chiusura del Processo “super miro”. Documenti che a settembre saranno consegnati al card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Una ulteriore significativa tappa nel percorso che potrebbe presto portare a riconoscere “santo” il beato Francesco Spinelli.

La documentazione per la Congregazione delle Cause dei Santi

 

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Il miracolo di padre Spinelli nella Repubblica Democratica del Congo

Il 25 aprile del 2007 straordinariamente salvo il piccolo Francesco Maria Spinto, nella maternità delle Adoratrci di Binza, popoloso quartiere della capitale Kinshasa

Francesco Maria Spinto il 30 aprile 2007

Il miracolo preso in considerazione per il processo di canonizzazione riguarda la guarigione inspiegabile di un neonato, avvenuta nel 2007 a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, dove le Suore Adoratrici sono presenti dal 1958. Nel popoloso quartiere di Binza le religiose fondate da padre Spinelli gestiscono un grande centro di maternità, dove nascono 20/30 bambini ogni giorno, assistiti da suore, medici, infermieri, personale preparato.

 

L’evento straordinario

Il 25 aprile del 2007 nasce il piccolo Maria Ambrozo. Mamma e figlio stanno bene, tanto che la mattina del 28 aprile vengono entrambi dimessi. È proprio mentre la mamma si incammina verso casa che, per un passo falso, rischia di inciampare e stringe a sé il piccolo che tiene in braccio. Quella stretta provoca un’emorragia al bambino che, in poco tempo, perde una quantità enorme di sangue. La madre, quindi, spaventata, due ore dopo le dimissioni, torna di corsa alla maternità perché gli operatori si prendano cura del neonato.

Le suore che accolgono il bambino si rendono subito conto della gravità del caso. L’unica possibilità di salvezza è trasfondere nuovo sangue in sostituzione di quello – troppo – che il piccolo ha già perso. Ma lo stato di sofferenza è così avanzato che le piccole vene del bambino sono appiattite. Medici, tecnici e infermieri cercano ovunque, disperatamente, per circa 45 minuti, una vena in cui poter inserire la siringa per la trasfusione. Ma senza esito.

Intanto la situazione si aggrava ulteriormente. Non sono possibili interventi di altra natura, forse attuabili in una clinica europea o americana: ma in un centro di maternità in un Paese del continente africano altre cure non si possono attuare, per carenza di mezzi. L’unica speranza è trovare una vena. Quella vena che non si trova! Tanto che, dopo circa un’ora dall’ingresso del neonato, il medico stesso esce dalla stanza dichiarandone ormai la morte certa. «A un certo momento, poi, il bambino ha fatto un respiro profondo, come fosse l’ultimo sospiro»: così ricorda suor Adeline, ormai sicura della morte imminente del neonato.

Ma è proprio lei, suor Adeline, suora Adoratrice responsabile della maternità di Binza, che testimonia: «Sono uscita dalla sala e sono andata in casa; lì ho trovato la mia superiora, suor Antonietta Musoni (di Pozzaglio, ndr), e le ho detto: Suor Antonietta, prega, c’è un bambino che sta per morire». Accesa una lampada in cappella, davanti all’immagine del padre Fondatore, suor Adeline prega padre Spinelli: «Padre Fondatore aiutaci, aiuta questo bambino che sta per morire; io metto la mia fiducia solo in te». Ha quindi preso un’immaginetta di padre Francesco e l’ha fatta scivolare sotto il lenzuolino del bambino, steso sul lettino ormai inerme. Improvvisamente, lì dove per quasi un’ora tutti avevano cercato una vena, i testimoni dicono di aver visto apparire «come per miracolo» una grossa vena, come quella di un uomo adulto, tanto che, senza alcun problema, hanno potuto inserire l’ago per la trasfusione e, dopo 3-4 gocce di sangue, il bambino ha ripreso vita, iniziando a scalciare e a piangere. In pochi minuti il neonato si rimette completamente e, alle 13, mamma e figlio sono dimessi, sani e felici, dalla maternità. Da quel momento i genitori, consapevoli dell’evento straordinario successo al loro bambino «che era già quasi morto, ma è risuscitato», come testimonia il papà, gli cambiano il nome da Ambrozo Maria Diaz a Francesco Maria Spinelli Diaz.

45 giorni dopo la vaccinazione

 

Il processo diocesano

Subito si sparge la fama del miracolo avvenuto per intercessione del beato Spinelli, ma sarà solo sette anni dopo, nel 2014, che l’Istituto delle Suore Adoratrici chiede all’arcivescovo di Kinshasa, cardinale Laurent Monsengwo Pasinga, di istituire il processo sul caso presunto di miracolo avvenuto proprio nella sua diocesi. Dal 10 al 16 agosto 2014 a Kinshasa si celebra così il processo per la raccolta delle testimonianze in merito al presunto miracolo avvenuto per intercessione del beato Francesco Spinelli. Sono presenti il Delegato vescovile, due Notai e mons. Ennio Apeciti, che funge da Delegato di giustizia. La Postulatrice della causa di canonizzazione, suor Concetta Dipietro, segue tutte le fasi del lavoro con cura, passione e quella precisione che riesce a fondere amore e organizzazione.

Durante il processo, il piccolo Francesco Maria Spinto (per un errore di trascrizione “Spinelli” è diventato “Spinto”) viene fatto giungere in Congo dall’Angola, dove ora vive con la famiglia, per essere sottoposto ad accertamenti clinici e neurologici. Tutti gli esami compiuti certificano che non ci sono segni di sofferenza ad alcun livello; cosa veramente non spiegabile per un bambino rimasto in stato di shock per almeno tre quarti d’ora.

Per approfondire cliccare qui

 

La causa romana

Tutto il materiale prodotto, validamente firmato, timbrato e sigillato, è poi portato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, perché si apra la Causa Romana. Dopo due anni di esami, studi, documenti, firme, analisi e accertamenti, preghiere, viaggi da e per Roma, finalmente il 21 settembre 2017 la Consulta dei sette medici nominati dalla Congregazione della Causa dei Santi si pronuncia favorevolmente: la guarigione di Francesco Maria Spinelli non è scientificamente spiegabile; non solo per la gravità oggettiva del neonato ormai privo di ogni possibilità di riprendere vita, ma anche stante le oggettive criticità della situazione clinica di un centro non ospedaliero situato in un paese africano come la Repubblica Democratica del Congo.

Solo la fede, l’abbandono incondizionato e la preghiera fiduciosa hanno permesso che il Cielo, tramite l’intercessione di don Francesco Spinelli, compisse ciò che è impossibile agli uomini, ma possibile a Dio.

Passo successivo nel lungo iter verso la canonizzazione è il Congresso dei Teologi, che si celebra a Roma il 30 novembre 2017. Anche in quella sede gli esperti della Congregazione delle Cause dei Santi si esprimono unanimemente, «ravvisando nella guarigione del neonato Francesco Maria un miracolo operato da Dio per intercessione del beato Francesco Spinelli». Proprio un miracolo, il sigillo di Dio sull’opera divino-umana di un santo, che può arrivare a fare le stesse cose di Gesù (cfr Gv 14,12).

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L’incontro con l’altro: ferita o benedizione? A Tds la testimonianza di Rigolli e Fusi

On-line l'audio degli interventi relativi alle due esperienze di servizio all'estero

Il terzo incontro di Tds-Traiettorie di sguardi che si è tenuto domenica 17 dicembre ha avuto come ospiti Osvaldo Fusi, responsabile dell’associazione “Piccolo Mondo”, da anni impegnata con progetti in Ruanda e Benin, e Alberto Rigolli, ginecologo dell’Ospedale di Cremona che ha prestato servizio in diversi paesi dell’Africa, ultimo in ordine di tempo la Sierra Leone, con l’associazione Medici con l’Africa Cuamm. A moderare l’incontro don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la pastorale missionaria e delle migrazioni. Continue reading »

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“Un’obbedienza in piedi”: sabato 13 gennaio in Comune la presentazione dell’epistolario mazzolariano

Con il libro curato da don Bruno Bignami e Diletta Pasetti si apre a Cremona l’anno della cultura dedicato al parroco di Bozzolo

Comincia sabato 13 gennaio con la presentazione del libro “Un’obbedienza in piedi” di don Primo Mazzolari, in programma alle 16 nel Palazzo comunale di Cremona, il ricco programma delle iniziative dedicate in città al parroco di Bozzolo nato proprio a Cremona il 13 gennaio 1890 e per il quale è in corso il processo diocesano di beatificazione. L’iniziativa è organizzata da Comune di Cremona, Diocesi di Cremona e Fondazione Don Primo Mazzolari, in sinergia con il Comune di Bozzolo, per l’anno della cultura che approfondisce il Novecento. Continue reading »

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In una lettera del card. Parolin, il plauso del Papa per l’impegno del Comitato Nazarat

Il 20 dicembre, come ogni mese, in piazza a Cremona per pregare per i cristiani perseguitati in Medio Oriente

Rosario per i cristiani perseguitati in Medio Oriente nella sera di mercoledì 20 dicembre, alle 21, in piazza S. Michele, a Cremona. L’incontro è promosso dal locale Comitato “Nazarat” come ogni 20 del mese. Proprio in merito a questa iniziativa, in programma in contemporanea in diverse piazze d’Italia, il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, a nome del Papa, auspica una sempre maggiore diffusione. Continue reading »

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Il fioretto di Natale con il violino nuovo suonato per la gloria di Dio

Madre Arsuffi racconta il particolare incontro con una giovane colombiana nella chiesa di S. Agostino

I fioretti di francescana memoria si ripetono anche ai nostri giorni e risvegliano nel cuore le più pure emozioni. Proponiamo una bella testimonianza di madre Giuliana Arsuffi, religiosa della Beata Vergine, riguardo al suo inedito incontro con una giovane violinista colombiana nella chiesa di S. Agostino, a Cremona. Continue reading »

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Nomine vescovili: aggiunta di nuovi incarichi per don Ghilardi, don Spreafico e don Meani

I due parroci diventano rispettivamente incaricati della Pastorale delle migrazioni e della Promozione del sostegno economico alla Chiesa; al cerimoniere episcopale affidata la cura dei ministranti

Nuovi incarichi nell’ambito della Curia diocesana per don Maurizio Ghilardi e don Andrea Spreafico: i due sacerdoti, che continueranno a mantenere i precedenti incarichi, sono stati nominati dal Vescovo rispettivamente incaricato diocesano per la Pastorale delle migrazioni e incaricato diocesano per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa. Inoltre mons. Napolioni ha affidato a don Flavio Meani, segretario e cerimoniere episcopale, anche l’incarico di responsabile diocesano per i Ministranti. Continue reading »

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A Cremona la “Luce della Pace di Betlemme”

Accolta ufficialmente sabato 16 dicembre presso la Casa dell'accoglienza di Cremona, si diffonderà grazie all'impegno degli scout del Masci

È giunta anche quest’anno all’ombra del Torrazzo la “Luce della Pace di Betlemme”, la fiamma attinta dalla Chiesa della Natività in Terra Santa che, grazie agli Scout, in prossimità del Natale viaggia per irradiare speranza in tutto il mondo. L’accoglienza ufficiale nel pomeriggio di sabato 16 dicembre presso la Casa dell’accoglienza di Cremona. Continue reading »

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«Lo sport non per dimenticare la realtà, ma per imparare ad affrontarla»

Venerdì 15 dicembre al Cambonino il Csi ha celebrato il Natale dello sportivo con il vescovo Napolioni

Lo sport come segno di speranza, capace mettersi a servizio ed educare, superando anche le paure. Questo il messaggio lanciato in occasione del “Natale dello sportivo”, il tradizionale incontro natalizio per il mondo dello sport promosso dal comitato provinciale del Csi, il Centro sportivo italiano. L’appuntamento venerdì 15 dicembre nella chiesa di S. Giuseppe, nel quartiere Cambonino di Cremona. Continue reading »

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