Sabato e domenica a Brignano la reliquia di don Pino Puglisi

Il sacerdote palermitano, proclamato beato nel 2013, fu ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993

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Sabato 5 e domenica 6 maggio la parrocchia di Brignano Gera d’Adda ospiterà la reliquia del beato don Pino Puglisi, il sacerdote siciliano assassinato dalla mafia con un colpo di pistola alla nuca a Palermo il 15 settembre 1993, giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. Nel venticinquesimo dalla morte di questo grande testimone del Vangelo e coraggioso sacerdote esemplare, la Parrocchia di S. Maria Assunta, guidata da don Giuseppe Ferri, vuole sottolineare la ricorrenza per farne memoria e raccogliere la meravigliosa testimonianza della sua spiritualità, ripensando i profondi messaggi lasciati, pregando con lui perché il mondo venga risparmiato dai violenti, dai ricattatori, dalle guerre delle cosche e dalla criminalità. Ancor oggi, infatti don Puglisi parla e dice che con la criminalità e la violenza non si convive e che il mondo ha bisogno della legalità.

Sabato 5 maggio inizieranno le solenni celebrazioni di accoglienza e per tutta la giornata successiva si potrà venerare la reliquia in chiesa parrocchiale.

«La presenza di questa reliquia – auspicano gli organizzatori – susciti anche in tutti noi gioia, fede e speranza per un mondo nuovo, lontano dalle violenze e dalle mafie di ogni genere, infondendo il coraggio di superare l’indifferenza, l’omertà e l’egoismo. Ospitare la reliquia significa anche offrire un’occasione per respirare un po’ di “aria di santità”».

Per meglio riscoprire la figura di questo straordinario sacerdote, in oratorio sarà proiettato e discusso, nel pomeriggio di domenica 6 maggio, il film sulla sua vita “Alla luce del sole”.

 

Profilo del beato don Puglisi

Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta. Entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e viene ordinato sacerdote il 2 luglio 1960 nella chiesa-santuario della Madonna dei Rimedi. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio. Nel 1967 è nominato cappellano presso l’istituto per orfani “Roosevelt”.

Sin da questi primi anni di sacerdozio segue in particolare modo i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.

Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo – segnato da una sanguinosa faida – dove rimane fino al 31 luglio 1978, riuscendo a riconciliare le famiglie dilaniate dalla violenza con la forza del perdono. In questi anni segue pure le battaglie sociali di un’altra zona degradata della periferia orientale della città, lo “Scaricatore”, in collaborazione con il centro della zona dei Decollati gestito dalle Assistenti sociali missionarie, tra cui la famosa Agostina Ajello.

Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, inaugurando nel 1993 il centro “Padre Nostro”, che diventerà il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. In questo periodo viene aiutato anche da un gruppo di suore, tra cui suor Carolina Iavazzo, e dal viceparroco, Gregorio Porcaro. Collabora con i laici della zona dell’Associazione Intercondominiale per rivendicare i diritti civili della borgata, denunciando collusioni e malaffari e subendo minacce e intimidazioni.

A causa di questa insistente ricerca della legalità viene ucciso sotto casa, in piazzale Anita Garibaldi 5, il giorno del compleanno, 15 settembre 1993.

La salma è tumulata presso il cimitero di Sant’Orsola, nella cappella di Sant’Euno, di proprietà dell’omonima confraternita laicale. Ad aprile 2013 la salma è stata poi traslata nella cattedrale di Palermo.

La sua attività pastorale – come è stato ricostruito anche dalle inchieste giudiziarie – ha costituito il movente dell’omicidio, i cui esecutori e mandanti mafiosi sono stati arrestati e condannati con sentenze definitive. Per questo, già subito dopo il delitto, numerose voci si sono levate per chiedere il riconoscimento del martirio.

Nel ricordo del suo impegno, innumerevoli sono le scuole, i centri sociali, le strutture sportive, le strade e le piazze a lui intitolate a Palermo, in tutta la Sicilia, in Italia.

Nel dicembre ’98, a cinque anni dal delitto, il card. Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio. L’indagine è stata conclusa nel maggio 2001 e il 25 maggio 2013 è stato beatificato al “Foro Italico Umberto I” di Palermo.

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