Accoglienza, due richiedenti asilo accolti in famiglia a Casalmaggiore

L'iniziativa è inserita nel progetto "Apri" di Caritas Italiana, a cui aderisce anche la Diocesi di Cremona

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La Diocesi di Cremona aderisce al progetto di Caritas Italiana “Apri”, acronimo di “Accogliere Proteggere promuovere Integrare”.

Nato dal precedente “Protetto. Rifugiato a casa mia”, che Caritas nazionale aveva sperimentato a partire dal 2013-2014, il progetto “Apri” si presenta come un’ulteriore opportunità per la comunità ecclesiale di essere messa al centro di un percorso di seconda accoglienza per i richiedenti asilo residenti nel territorio cremonese. Destinatari del progetto sono infatti uomini e donne con alle spalle un percorso migratorio sfociato nel riconoscimento del titolo di asilo o protezione umanitaria, in procinto di uscire dalla prima accoglienza per affacciarsi a un futuro autonomo e integrato. Qui sta il ruolo della società accogliente che, con la sua rete di contatti e di collaborazioni accompagna il beneficiario, per i sei mesi previsti dal progetto, nella ricerca di un lavoro, di un’abitazione, di una maggiore conoscenza delle istituzioni locali e dei servizi offerti.

In particolare, la Diocesi di Cremona ha avviato nel gennaio 2020 una prima fase di sensibilizzazione sul territorio attraverso l’incontro con gli operatori pastorali dislocati nelle varie zone. Nonostante lo stop dovuto alla pandemia, che ha notevolmente prolungato i tempi, il progetto non è stato accantonato ma si è potuto implementare a partire dal gennaio 2021 in tre realtà diocesane che ricoprono una larga fetta dell’esteso territorio. A Cremona e a Piadena le accoglienze attivate sono tre, due invece a Casalmaggiore. In tutti i casi la seconda accoglienza trascorrerà presso strutture parrocchiali, il che descrive lo sforzo congiunto di Caritas e comunità parrocchiale, che mette a disposizione spazi e famiglie tutor.

In particolare a Casalmaggiore la struttura prescelta per permettere questo passaggio verso un futuro di autonomia è la Casa dell’accoglienza, fondata nel 1989 dall’allora parroco della città don Paolo Antonini, dal 2003 affidata dalla Parrocchia di Santo Stefano alla Caritas diocesana. In due dei quattro mini-alloggi dotati di servizi indipendenti, adibiti alla seconda accoglienza, vivono David e  James, giovani di origini ghanesi con regolare permesso di soggiorno, residenti nel nord Italia da diversi anni. Affidati all’accompagnamento di due famiglie casalasche, che hanno aderito al progetto a partire dall’impegno sul tema migratorio del circolo ACLI di Casalmaggiore di cui fanno parte, David e James presentano come personale vulnerabilità la ricerca di un alloggio indipendente, che non sono riusciti a trovare nonostante il lavoro fisso. Le famiglie tutor li aiuteranno in questa ricerca e nel tessere una trama proficua tra la loro necessità e l’offerta presente sul territorio.

Tutte le accoglienze avviate in Diocesi riguardano uomini dai 20 ai 40 anni, generalmente provenienti dal continente africano dell’est (Gambia, Ghana, Senegal), in generale titolari di protezione umanitaria o di un permesso di soggiorno definitivo.

Alla comunità locale non resta altro che aprire un canale di interazione che permetta loro di inserirsi completamente nel tessuto sociale cittadino, portando a compimento il percorso verso l’autonomia e la cittadinanza. Una cittadinanza attiva, di cui essere tutti protagonisti, insieme.

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
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