Verso la Festa dei Lavoratori, dalla Borsa di Sant’Omobono storie di riscatto e speranza

Dalla Caritas della Zona 1 esperienze di reinserimento lavorativo grazie alla rete istituita con la Borsa di Sant'Omobono. E parte l'iniziativa del "Cestino sospeso" per una spesa solidale

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A pochi giorni dalla festa dei lavoratori che anche quest’anno (e forse con ancora maggiore urgenza e profondità) si celebra il primo di maggio il tema del lavoro, del reinserimento occupazionale, il sostegno alle situazioni di particolare fragilità , è al centro dell’attenzione pubblica, come conferma il Messaggio per la Festa dei Lavoratori pubblicato dai vescovi italiani e ripreso nello speciale del Giorno del Signore che andrà in onda sui sui canali web e social della Diocesi di Cremona e su Cremona 1 proprio nella serata di sabato 1 maggio.

Non solo riflessione e approfondimento, però. La vigilia di un altro Primo maggio segnato dall’emergenza sanitaria e con l’incombere di una crisi economica, sociale e occupazionale che minaccia di pesare gravemente sul presente e sul futuro, è anche occasione per raccogliere esperienze capaci di tenere acceso il segno della speranza. Come la storia di Smeralda, una giovane mamma che ha trovato nel sostegno della Caritas di Caravaggio e della equipe Caritas della Zona 1 un appoggio per uscire da una situazione di difficoltà per lei e la sua famiglia.

Quando il compagno è rimasto senza lavoro a causa della pandemia la sua famiglia si è ritrovata senza reddito, con la paura di non riuscire a far fronte alle spese necessarie per mantenere la casa e garantire un futuro sereno ai figli. A venire in soccorso è stata la rete solidale della Borsa di Sant’Omobono che ha offerto alla famiglia di Smeralda prima un aiuto economico per far fronte alle necessità incombenti, poi l’ha accompagnata nell’ingresso al progetto “Borsa lavoro” di Mestieri Lombardia. Ora guarda al futuro per sé e per la sua famiglia con una nuova speranza.

Quella di Smeralda è una delle storie che raccontano l’impegno e l’efficacia del modello solidale istituito con la Borsa di Sant’Omobono, l’iniziativa promossa dalla Diocesi proprio per far fronte alle emergenze lavorative causate dalla pandemia e gestita dalla Caritas Cremonese grazie ad una rete di equipe sul territorio.

E proprio la Caritas racconta l’esperienza della Caritas Zona 1 in questi mesi nell’approfondimento pubblicato nei giorni scorsi sul nuovo sito internet.

«Spesso, e con maggior incremento in questo ultimo anno – spiega al sito Caritas una delle referenti Caritas di Zona 1, Stella Barbati – le situazioni di fragilità delle famiglie che incontriamo sono aggravate dalla mancanza di un posto di lavoro che risulta difficile da trovare. Causa anche la penuria di posti di lavoro rispetto alle consistenti disponibilità degli aspiranti lavoratori, le persone più fragili non passano facilmente le selezioni che il mercato del lavoro impone loro. Ed ecco che entra in gioco il progetto “Borse lavoro” che considera il lavoro come l’arma di riscatto personale e la chiave di volta per sistemare le difficoltà economiche in cui tante famiglie versano».

In che modo? – si legge ancora nell’articolo – La Caritas della Zona 1 si pone come “filtro”: intercetta le famiglie che si adattano al progetto e condivide le informazioni con Caritas parrocchiali e associazioni del territorio aderenti. I soggetti coinvolti si dividono l’impegno economico per sostenere le borse lavoro. Caritas contattata l’agenzia del lavoro Mestieri Lombardia (sede di Treviglio) e presenta i curriculum dei candidati e le borse lavoro a disposizione. L’agenzia avvia la ricerca della sede di lavoro, fa colloqui con il lavoratore, gestisce le questioni burocratiche per l’avvio dell’inserimento lavorativo, anche verificando la possibilità di accesso a fondi regionali o nazionali. Inoltre, una volta partita
l’esperienza lavorativa, la Caritas si accompagna la famiglia in un percorso di educazione all’uso delle risorse economiche fino alla completa autonomia. Un investimento sicuramente oneroso da parte del territorio, ma proiettandolo sul lungo periodo, un impegno che si rivela vincente «sia per la maggiore dignità riservata alla famiglia che richiede l’aiuto – continua Stella –, sia per il cambiamento di direzione del nostro servizio che da assistenzialistico si fa promotore di una rinascita, sia dal punto di vista economico poiché, se si arrivasse all’assunzione, la prospettiva sarebbe la sospensione di altri contributi di sostegno a fronte di uno stipendio fisso e della possibilità di raggiungere una certa autonomia».

Accanto al progetto delle “Borse lavoro”, Caritas Zona 1 ha attivato a febbraio un’altra iniziativa interessante, quella del Carrello sospeso: una raccolta di alimenti donati dai clienti dei centri commerciali del territorio di Caravaggio e redistribuiti a chi ha più bisogno. Visto il successo dell’iniziativa (presso due supermercati e una bottega in un mese è stata raccolta 1 tonnellata di alimenti), la Caritas Zona 1 ha deciso di riproporla con una formula un po’ diversa. Dal Carrello sospeso si sta passando al Cestino sospeso, con il coinvolgimento dei negozi dei piccoli paesi di tutta la zona che stanno rispondendo positivamente all’iniziativa e che, anche loro, spesso contribuiscono a incrementare la raccolta di prodotti da destinare a persone e famiglie in difficoltà.

 

TeleRadio Cremona Cittanova
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