AC, dopo l’esperienza dei campi estivi ripartono le attività sia a livello parrocchiale che diocesano

Somenica 17 settembre a San Daniele Po l’incontro-festa di inizio anno per le zone pastorali 3, 4 e 5; il 15 ottobre quello per le zone 1 e 2

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Con l’avvio del nuovo anno pastorale l’Azione Cattolica cremonese è pronta a ripartire con le varie attività, sia a livello parrocchiale che diocesano, dopo un’estate densa di incontri appuntamenti per l’associazione.

I primi a ritrovarsi sono stati circa novanta bambini e ragazzi dell’ACR per il camposcuola diocesano intitolato “Tu sei una promessa” dal 12 al 19 agosto a Lavarone, in Trentino. Al centro delle attività di riflessione la storia di Mosè, colui che ha guidato il popolo ebraico dalla schiavitù alla libertà. Così come Mosè si è affidato al progetto di Dio instaurando una nuova alleanza e salvando il suo popolo, anche i ragazzi, attraverso le attività, sono stati chiamati a riflettere sulla loro adesione al progetto di Dio e di come questo per la sua realizzazione necessiti di perseveranza, preghiera e fiducia. Per accompagnare la riflessione sono state predisposte cinque tappe che, partendo da alcuni passi del libro dell’Esodo, hanno condotto i ragazzi a riflettere sul loro essere cristiani e sul loro rapporto con Dio. Coraggio: l’incontro con il Signore incoraggia a donarsi agli altri con passione e senza timore. Fiducia: imparare a riconoscere la presenza del Signore nella vita di ogni giorno e affidarsi a lui; Condivisione: imparare a riconoscere l’essenziale nelle nostre vite e a conciliare il nostro bene con quello dell’altro; Disponibilità: accogliere la Parola come via per essere felici e riconoscersi tutti figli e fratelli. Responsabilità: impegnarsi a essere testimoni di Dio nelle proprie realtà quotidiane. Sono state moltissime anche le occasioni di divertimento e di creazione di uno spirito di gruppo e amicizia, come ad esempio i grandi giochi pomeridiani e le due gite: la prima per raggiungere la baita Cangi e la seconda per raggiungere l’imponente Drago Vaia. Questa esperienza di fede e di vita comunitaria per i bambini e ragazzi che già avevano partecipato al campo nelle scorse edizioni è stata un modo per consolidare le amicizie tra coetanei e con gli educatori e ritrovare la motivazione per proseguire nel cammino del Vangelo. Mentre per i nuovi questa esperienza è stata l’occasione per conoscere la fede e la Parola di Dio attraverso attività pensate a loro misura, così da agevolare l’incontro con il Signore. Anche in questa occasione è stata preziosa la presenza degli uni per gli altri, perché ciascuno facendo dono di sé diventa testimonianza viva del servizio e della cura per l’altro alla luce della Parola di Dio.

Dal 20 al 27 agosto si è svolto il campo per giovanissimi (adolescenti) a Castione della Presolana. Il campo dal titolo “Sei stato aggiunto al gruppo” ha avuto tra i suoi obiettivi quello di riflettere sulla comunità. È strato ciò che hanno vissuto, guidati dall’équipe diocesana, una settantina di ragazzi delle superiori provenienti da diverse comunità della diocesi. Riflettere sul senso del gruppo, ragionare sull’importanza che può avere e che ha una comunità per ciascuno. I giorni che sono stati vissuti al campo nello svago di una vacanza, nel silenzio per l’importanza della preghiera, ma anche con attività hanno voluto far riflettere i ragazzi su che cosa significa essere comunità oggi. Da quale comunità proveniamo? Tante sono state le domande che si sono mosse in ciascuno dei partecipanti. È stato quindi il tempo di provare ad analizzare e mettere nero su bianco le diverse comunità che ogni giorno si incontrano e si sceglie di abitare: il contesto scolastico, il gruppo di amici, la squadra, la comunità parrocchiale o tante altre realtà che aiutano a crescere. Non è stato però solamente il tema del gruppo che ha fatto da filo rosso durante il campo, ma anche l’occasione per riflettere su quali siano oggi le fatiche e i pregiudizi, le gioie e i traguardi che muovono ciascun ragazzo a relazionarsi e interfacciarsi con i propri coetanei oltre che con il mondo adulto. Il tema della “comunità” ha mosso nei ragazzi fatiche e preoccupazioni rispetto all’idea di inserirsi in una comunità che all’apparenza ha poco da trasmettergli. La comunità del domani per i ragazzi è quella che sembra sempre più incombente, ma sempre meno coinvolgente. Questo campo non ha avuto la pretesa di dare risposte, semplicemente quella di mettere sul tavolo delle domande.

L’ultimo evento estivo ha coinvolto circa cinquanta adulti dal 1° al 3 settembre a Cesenatico per un fine settimana ad alta intensità di relazioni, di contenuti e di amicizia. Il tema del campo è stato: “Dare alla vita la forma del Vangelo – una possibilità anche per il nostro tempo”. La riflessione, così come il momento di restituzione finale dopo i lavori di gruppo, sono stati guidati da don Giuliano Zanchi, direttore della rivista del clero italiano e docente di teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, persona di grande profondità e cultura, esperto anche di prassi pastorali. Il tema è stato trattato in modo da stimolare il discernimento; la domanda sottesa è stata: in questa fase storica, nella quali ci sentiamo spesso spaesati, come possiamo vivere questa condizione senza esserlo in modo inconsapevole e perennemente infelice? Anche perché in questo caso non saremmo più capaci di essere testimoni di Salvezza. Don Zanchi ha aiutato a riflettere sul fatto che negli anni ’60 e ’70 si diceva: “Dio è morto”, presumendo che l’uomo del progresso e della tecnologia non avrebbe più avuto bisogno di vivere la fede, ma la realtà ha indicato invece che la ricerca di un senso religioso è ancora viva e profonda. Le persone, in molti casi anche i cattolici, hanno cercato forme diverse di religiosità, lontane da quelle tradizionali, certamente antidogmatiche. Se si vuole incontrare ancora questo bisogno di Dio è necessario trasformare la dottrina in Sapienza; la sequela di Gesù non è un sapere intellettuale formulato a prescindere dalla realtà e per dare risposte al vivere di oggi le comunità devono quindi diventare sempre più accoglienti, anche verso coloro che vi entrano, magari alla ricerca di un servizio momentaneo, in genere senza fermarsi e che invece trovano accompagnamento e la possibilità di incontrare Gesù, attraverso persone che, liberamente e per Amore, sono capaci di far vedere, a beneficio di tutti, ciò che Dio ha già voluto per l’uomo. La vita cristiana, se non è vita non è nemmeno cristiana – ha ribadito il sacerdote – come a ricordare che il nostro essere di Gesù non si esprime solo quando si fanno “cose da cristiani”, ma nelle situazioni e nelle relazioni reali che si vivono ogni giorno. Anche le relazioni, mai come ora, sono in movimento; basti pensare a quelle fondamentali tra uomo e donna che, gioco forza, hanno toccato anche la Chiesa. Un ragionamento ha riguardato anche il “posto nella comunità della Messa”, che spesso è uno stanco ripetersi di formule le cui fondamenta si sono svuotate e che la gente non capisce più. La Chiesa dovrà allora ripensarla – si è riflettuto – perché torni ad essere la perla preziosa, il momento che tiene acceso il fuoco della fede nel quale i simboli e i riti che mettiamo in atto tornino ad essere significativi della presenza di Gesù che salva. Nei gruppi di lavoro si è quindi riflettuto sulle prassi, provando a dare qualche input rispetto a che cosa significhi nel concreto della vita di ognuno, inserita nelle comunità particolari, cercare di cogliere e vivere attivamente questo tempo di passaggio.

Probabilmente siamo in mezzo alla tempesta, ma proprio questa tempesta è il tempo di grazia nel quale Gesù, ieri oggi e sempre, ci salva. Non cediamo dunque alla depressione ma, come degli artigiani, continuiamo a lavorare di cesello, a riflettere, ma soprattutto a vivere con intelligente apertura verso il futuro. Dobbiamo fidarci ancora della Sua Parola, come ha ribadito il nostro assistente don Gianpaolo Maccagni durante l’omelia della domenica, perché ad ogni notte segue il mattino e noi dobbiamo continuare ad essere sentinelle dell’Aurora, grazie anche alla compagnia della nostra associazione che ci offre cammini formativi e amicizie vere dentro le quali sappiamo di non essere soli nella ricerca. Qualche ora di spiaggia, un bel bagno, sane e lunghe camminate e chiacchierate, hanno fatto da contorno a un’esperienza bella e positiva.

Il prossimo campo diocesano lo vivranno i giovani a Sonico nel fine settimana dal 20 al 22 ottobre.

Nel frattempo sono in cantiere le diverse iniziative diocesane e zonali dell’AC. Si riparte domenica 17 settembre presso l’oratorio di San Daniele Po per l’incontro-festa di inizio anno per le zone pastorali 3, 4 e 5 (la locandina). L’incontro sarà anche un momento di ritrovo per tutti i partecipanti ai campi estivi. Si replica il 15 ottobre per le zone 1 e 2 in un luogo ancora in via di definizione.

Si apre un anno associativo interessante, legato a doppio filo con il percorso sinodale, che vedrà impegnata tutta l’associazione nel percorso assembleare per il rinnovo di tutti gli incarichi elettivi dell’AC, dalle parrocchie fino al livello nazionale.

Per tutte le informazioni e le iniziative è possibile consultare il sito www.azionecattolicacremona.it.

 

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