A Cappella Cantone il progetto Policoro spiegato da don Bignami

Al centro della serata il rapporto tra lavoro e comunità, intese come due facce della stessa medaglia

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“Giovani e realtà lavorative locali”, questo il tema della serata vissuta martedì 28 agosto nella piazza antistante la chiesa di Cappella Cantone con don Bruno Bignami, sacerdote cremonese che dallo scorso anno ricopre in CEI l’incarico di vicedirettore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, con delega speciale per il Progetto “Policoro” (www.progettopolicoro.it), iniziativa nata nel 1995 nel Sud Italia, grazie alla volontà di don Mario Operti.

L’iniziativa è stata promossa da don Angelo Ruffini, parroco di San Bassano e Cappella Cantone, in collaborazione con i giovani del paese.

Al centro della discussione il rapporto tra lavoro e comunità, intese come due facce della stessa medaglia: è la comunità che crea lavoro, ma è anche il lavoro che crea la comunità. Toccato da questa tematica è l’aspetto vocazionale. Come ha sottolineato don Bignami «importante non è “chi sono io”, ma “per chi sono io?”, quindi occorre entrare in una logica di lavoro come donazione di sé».

Queste considerazioni stanno alla base del Progetto Policoro (attivo in molte regioni italiane, ma non in Lombardia), che rappresenta un esempio di “Chiesa in uscita”, concetto caro a papa Francesco.

Il fondatore don Operti amava affermare: “Non esistono formule magiche per creare lavoro, occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone”.

A fondamento del progetto sta infatti l’intuizione che dei giovani cristiani, accuratamente formati, possano accompagnare altri giovani nel discernimento e nell’attuazione di un progetto lavorativo che sia legato al territorio. Grazie a questa rete, centinaia di attività sono nate negli anni in tutta Italia.

La serata si è conclusa quando l’artista Alessandra Belloni ha mostrato ai presenti le opere dipinte durante l’incontro.

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