“Ricondurre tutto a Cristo che nutre ogni giorno la nostra vita”

Concluso positivamente il secondo pellegrinaggio diocesano giubilare a Roma guidato dal vescovo Antonio dal 10 al 13 ottobre

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Un pellegrinaggio che non finisce, ma che inizia nella vita di ogni giorno, forti della testimonianza degli apostoli e dei martiri, consolati dalla parola e dell’esempio di Papa Francesco, rinfrancati dall’indulgenza giubilare, confortati dalla creatività della fede che, nel corso dei secoli, ha prodotto monumenti di rara bellezza. Più volte, nel corso dell’ultima giornata romana il vescovo Antonio ha spronato gli oltre 200 cremonesi a non disperdere le ricchezze spirituali accumulate nei quattro giorni di pellegrinaggio diocesano a Roma dal 10 al 13 ottobre.

La giornata di mercoledì 13 ottobre si è aperta nel caratteristico quartiere di Trastevere, nella basilica di Santa Maria, il più antico luogo di culto capitolino dedicato alla Vergine Maria, vero e proprio scrigno di opere d’arte. Particolarmente suggestivo l’abside, in esso si può ammirare un mosaico raffigurante la Vergine e Cristo assisi sullo stesso trono (XII secolo), ornato, nella parte inferiore, da Storie della Vergine, sempre a mosaico, opera di Pietro Cavallini (1291).

“In questi giorni – ha esordito il vescovo Antonio nell’omelia – visitiamo queste basiliche stupende che ci lasciano senza fiato. Che segno sono? Certamente della fede dei nostri padri, di generazioni di credenti, ma non rendono automaticamente sicuri coloro che vi entrano di essere nella volontà di Dio, nella sua grazia. Non bastano le pitture, i mosaici, le sculture, anzi! Talvolta possono depistarci. E allora che cosa possiamo e dobbiamo fare? Qual è il frutto di questi giorni di pellegrinaggio? Dobbiamo renderci conto che tutto deve sempre essere ricondotto a Cristo”.

Mons. Napolioni ha quindi offerto un suggerimento molto pratico: “Se siete stati qui in due, marito e moglie, se siete stati qui tutta la famiglia, potrete guardarvi in faccia e dire: l’abbiamo vissuto insieme questo gesto, che effetto ci ha fatto? Ci ha ricondotto a Cristo? In che modo? Parlatene”.

Quindi un sguardo sulla prima lettera, il bellissimo inno di Paolo agli Efesini: “Essere ricondotti a Cristo – ha spiegato – significa sapere finalmente chi siamo: Dio in Gesù ci ha scelto per essere santi e immacolati, figli adottivi! Questa è la nostra vera carta d’identità. Lo stupore nel riconoscerci amati da Dio. Non solo sorvegliati da lontano dopo che ci ha dato la vita, ma nutriti giorno per giorno perchè questa vita fruttifichi”.

L’omelia di mons. Napolioni

Terminata l’Eucaristia Silvia Marangoni, membro della Comunità di Sant’Egidio che da cinquant’anni ha sede a Santa Maria in Trastevere ha spiegato brevemente la missione di questo movimento laicale fondato da Andrea Riccardi quando era ancora studente universitario. Si tratta di una realtà ecclesiale ormai sparsa in tutto il mondo che a partire dalla preghiera e dalla meditazione della Parola di Dio si adopera in diversi campi: da quello assistenziale a quello dell’accoglienza dei profughi, dall’impegno per la pace nel mondo a quello della promozione dell’unità dei cristiani e il dialogo tra le religioni. Proprio poche settimane fa per iniziativa della Comunità di Sant’Egidio i leader religiosi di tutto il mondo – compreso papa Francesco – si sono ritrovati ad Assisi per invocare da Dio il dono della pace al mondo.

La mattinata si è quindi conclusa nella basilica di San Paolo fuori le mura, con il passaggio dell’ultima porta santa. Nel grande tempio dedicato all’apostolo delle genti, proprio dinanzi all’altare della confessioni, si è tenuto l’ultimo breve momento di preghiera durante il quale è stato recitato l’inno contenuto nella lettera ai Colossesi.

Dopo il pranzo in un ristorante poco distante, i 200 cremonesi, divisi in quattro pullman, hanno fatto ritorno a Cremona. L’arrivo in tarda serata sotto una pioggia battente.

Don Roberto Rota, presidente dell’agenzia Profilotours e direttore del segretariato diocesano pellegrinaggi, traccia un bilancio particolarmente positivo del secondo pellegrinaggio diocesano giubilare a Roma: “I pellegrini sono rimasti particolarmente soddisfatti del programma che abbiamo proposto e nonostante la pioggia che ha accompagnato il secondo e ultimo giorno siamo riusciti a completare gli itinerari previsti”.

Photogallery dell’ultima giornata

Cronache e foto dei giorni precedenti:

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