Category Archives: Notizie

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Calcio, ricomincia il percorso vocazionale delle medie

E’ ripreso a Calcio, nella sera di sabato 17 febbraio, il percorso vocazionale che interessa il gruppo che va dalla seconda media alla prima superiore. IL progetto, che vede la collaborazione tra Centro Diocesano Vocazioni, Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda ed i frati cappuccini di Cremona, prevede tre incontri, sul tema di amare Dio con tutto il cuore, la mente e la forza. Il primo appuntamento, incentrato sulla mente, ha visto i ragazzi alternarsi in quattro stand, in cui il tema è stato sviscerato attraverso quattro atteggiamenti: fidarsi, comunicare, attendere, scegliere. Il prossimo “capitolo”, sabato 17 marzo, sarà ambientato presso il seminario vescovile di Cremona. Ecco qualche immagine e la preghiera finale (a cura delle suore adoratrici) dell’incontro di Calcio.

Calcio.compressed

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Coltivare la vocazione: il mondo del lavoro

Continuiamo la pubblicazione di una serie di interventi sul tema del coltivare la propria vocazione in diversi ambiti della vita di un cristiano. Stavolta la prospettiva è quella del mondo del lavoro, vista dall’angolatura di un insegnante di religione.

VOCAZIONE E SCUOLA

La scuola è una realtà indomabile: può essere fonte di innamoramenti culturali e relazionali incendianti, sede della noia più cupa.

Nella personale esperienza di docente, sento forte la necessità di mantenere vivo il legame con la fede: senza un continuo rimando a Dio e al Vangelo faticherei a trovare una continuità nelle mie azioni educative e didattiche.

La vocazione professionale, intesa come risposta personale a un bene più grande cui posso minimamente contribuire, la sento forte in alcuni segni che emergono in classe: nel coraggio di alcuni studenti che vanno avanti in momenti difficilissimi, nei gesti semplici di  persone orientate all’affetto e alla pazienza, nella passione di colleghi che mettono il bene degli altri davanti ad ogni criterio valutativo. Cerco di tenere nella testa e nel cuore queste immagini, queste situazioni, per provare a vedere con occhi di speranza le dinamiche più difficili quando si manifestano: la sofferenza dei ragazzi, la loro paura di non farcela, l’impossibilità di coinvolgere tutti e dare sempre un futuro, la violenza e la cattiveria che a volte si fanno strada tra i banchi.

La memoria grata, meditata e spiritualmente condivisa delle tracce di realtà belle accadute è un porto sicuro dove provare a interpretare come testimonianza il mio lavoro, nel tentativo di proseguire con onestà in quella direzione di bene che altre persone mi hanno indicato.

Provare a costruire lezioni significative in un clima umanamente positivo è l’obiettivo che mi stimola nel lavoro: lo studio della religione cattolica è per me ogni giorno motivo di riflessione, commozione, dubbio, gioia. Leggere, pregare e fare riferimento a una comunità mi è indispensabile per provare ad indicare come significativa a chi incontro la strada dell’approfondimento e dello studio.

Valerio

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Vocazione: non solo accoglierla, ma anche mantenerla. Il catechista.

Come “nutrire” la propria vocazione giorno per giorno, dopo aver detto il “sì” iniziale? Abbiamo affrontato il tema da quattro prospettive: la vocazione matrimoniale (Paolo e Laura), ad essere catechisti (Paolo e Paola), ad essere cristiani nel mondo del lavoro in ambito educativo (Valerio) e a prepararsi alla vita consacrata da sacerdote diocesano (Alex). Quattro storie accomunate da un solo denominatore: la vocazione, una volta accolta, va comunque mantenuta viva, con modalità che lo Spirito di volta in volta suggerisce.

Nei successivi post, apparsi anche nell’inserto del mese di gennaio del “Mosaico”, affronteremo uno alla volta questi aspetti.

Don Davide

Nutrire la vocazione del catechista

Quello di accompagnare i genitori dei bambini di iniziazione cristiana è un servizio che non abbiamo chiesto di svolgere, ma che è maturato in noi soprattutto dopo alcune esperienze di pastorale familiare.      E’ un’esperienza che ci mette alla prova tutti i giorni, come uomini, cristiani e sposi, che ci invita continuamente ad esplicitare ciò in cui crediamo, a vivere in prima persona ciò che proponiamo, ad essere testimoni credibili. Collezioniamo sconfitte e insuccessi. Il pensiero di giudicare il mondo indifferente, che vuole fare a meno di Dio, ci coinvolge a tal punto da annebbiarci la vista, da immergerci nello sconforto e nella delusione, come i due disorientati discepoli di Emmaus che lasciano alle spalle Gerusalemme.       Ma crediamo che sia la Chiamata che ci è venuta a cercare, poco per volta, attraverso l’incontro con alcune persone e in diverse situazioni. Che dietro questa ennesima Chiamata ci sia il Signore. Mentre parliamo di Dio, è Dio che parla a noi. Con pazienza è sempre alla nostra porta, ci insegna, ci fa diventare più grandi. Ciò ci riempie di gioia. E come non comunicare la gioia di una grande scoperta? La scoperta che dà un senso alla nostra vita, del dono di sentirci voluti e amati, di esserci trovati l’una per l’altro. Dio ci ha mostrato il bene, tanto bene, e questo ci riempie di felicità, di entusiasmo e di voglia di comunicarlo agli altri.      Nello stesso tempo la grazia della Sua presenza ci rende sempre più curiosi, desiderosi di ascoltarlo, di parlargli, di conoscerlo e, quindi, di farlo conoscere. La responsabilità di accompagnare un gruppo di genitori è per noi l’opportunità di essere accompagnati, guidati e sostenuti, di sentirci parte di un disegno, è sperimentare di non trovarci soli nelle difficoltà, nelle incomprensioni, nei litigi.      Oltre la stanza del catechismo, c’è la strada degli uomini, ci sono i luoghi della vita. Le riunioni coi genitori sono l’occasione, per noi e per tutti, di intercettare l’esperienza quotidiana della vita, fatta di paure e speranze, alla luce del Vangelo e delle Sacre scritture. Sono momenti in cui lo sguardo di noi adulti può incrociare il volto del Cristo, in cui la discussione e il confronto possono far emergere domande profonde e suscitare la ricerca di verità ritenute irraggiungibili. Sono incontri in cui la condivisione di pensieri, riflessioni ed esperienze può illuminare la nostra incredulità, intenerire il nostro cuore e farlo ardere di gioia, rendendoci strumenti del Suo annuncio di salvezza.

Paolo e Paola

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Sinodo giovani, la prima assemblea

La Chiesa è stata al centro delle riflessioni della prima assemblea sinodale, svoltasi a Sospiro nel pomeriggio di domenica 21 gennaio (dopo l’incontro “numero zero”, di conoscenza, in Seminario il venerdì 12).

I delegati, suddivisi in gruppi, hanno avuto modo di mettere a tema le domande proposte dallo strumento di lavoro, per poi arrivare ad un dibattito più ampio in assemblea plenaria. Tante le sfumature toccate: il coinvolgimento nella Chiesa locale, le buone prassi, le esperienze che hanno segnato positivamente la propria appartenenza ecclesiale, i desideri per una Chiesa sempre più percepita come presente e accogliente.

Il clima era decisamente di impegno, serietà, passione, coinvolgimento. Una partenza decisamente buona che lascia presagire sviluppi promettenti.

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Calcio, un percorso vocazionale per i preadolescenti

La sera di venerdì 20 gennaio, presso l’oratorio di Calcio, si è svolta la presentazione, per i genitori dei ragazzi dalla 2 media alla 1a superiore, del percorso vocazionale di quest’anno, dal tema “Le parole che mi portano a Dio”.

Parti attive in questa iniziativa sono il Centro Diocesano Vocazioni, le Suore Adoratrici di Rivolta, i frati Cappuccini di Cremona oltre, naturalmente, alla parrocchia di Calcio

Naturale prosecuzione del cammino dell’anno scorso, denominato “La bottega del vasaio”, la proposta di articola su tre incontri ed è volta ad individuare gli atteggiamenti concreti che possono portare i ragazzi ad amare Dio con tutto il cuore, la mente e la forza.

Ecco il file della presentazione tenuta da don Davide e della brochure consegnata ai genitori.

Brochure medie Calcio_PDF.compressed Presentazione ai genitori_PDF.compressed

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Sinodo giovani, la partenza

Nella serata di venerdì 12, in Seminario, ha avuto luogo l’incontro preparatorio, si potrebbe dire il “numero zero”, delle assemblee sinodali, durante il quale sono state comunicate le linee pratiche ed i dettagli organizzativi. Un altro obiettivo, non certo secondario della serata è stato quello di stimolare la conoscenza specifica tra i partecipanti, che poi lavoreranno a gruppi sui temi proposti dallo strumento di lavoro. Sul minisito del Centro Diocesano Vocazioni seguiremo i lavori del sinodo da vicino, di pari passo con gli incontri in calendario, il prossimo dei quali sarà a Sospiro nel pomeriggio di domenica 21 gennaio.

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Pillole di vocazione… per star bene nello spirito

Pillole di…. Vocazione

Con l’inizio del nuovo anno, cominciamo un piccolo percorso insieme, per scoprire che dar retta al Signore non è pericoloso e non ha controindicazioni. Pillole di vocazione? Sì, potremmo anche chiamarle così. Vedremo insieme che non fanno male per niente, anzi, contribuiscono molto a stare spiritualmente in salute.

Ecco dunque la prima

 

Dal Vangelo di lunedì 1 gennaio 2018 (Maria SS. Madre di Dio), Lc 2,16-21

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

 

Pillola: le persone accanto a noi, a volte, ci portano, consapevoli o meno, dei messaggi da parte del Signore. Come i pastori nei confronti di Maria. Lei, queste cose, le medita nel suo cuore. E noi siamo capaci di ripensare agli incontri con chi ci vuol bene? O, magari, ci dice una profonda verità, comoda o scomoda? Quanta ricchezza c’è negli incontri con la gente che vediamo ogni giorno? Maria ci insegna a individuare le relazioni di valore e farle diventare ricchezza per la nostra interiorità.

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La doppia vocazione ad accogliere Gesù e a crescere i figli

Questo è il tema scelto dalla parrocchia di S. Ambrogio in Cremona, in collaborazione con il CDV, per il ritiro di saritiro spirituale adulti a s ambrogio sabato 16 dicembre-modificato_PDF.compressedbato 16 dicembre rivolto ai genitori dei bambini dell’iniziazione cristiana. Ecco il testo utilizzato.

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Il Natale può essere una “chiamata”?

Le nostre parrocchie, le nostre famiglie, i luoghi dove studiamo, lavoriamo o, semplicemente, viviamo, sono gli stessi che Gesù di Nazareth, duemila anni fa, frequentò Lui medesimo, come uomo tra gli uomini. Gesù ha vissuto situazioni tipicamente umane, come le nostre, ma con uno stile superiore, divino. Il mistero dell’Incarnazione ci ricorda precisamente questo.

Allora, perché il Natale non rimanga solo un’atmosfera poetica, da contemplare in maniera distaccata, e per lasciarci invece “smuovere” da questo evento, possiamo domandarci: e io, con che stile vivo le situazioni della mia vita? A che cosa mi “chiama” il Signore? Semplicemente ad adattarmi, a mimetizzarmi, non espormi e stare nella media? Oppure anche io posso portare un “tocco divino” nelle mie vicende quotidiane?

Se ci orientiamo verso questa seconda opzione, possiamo vedere una vocazione su misura per ciascuno nel modo in cui ci comportiamo nei vari ambiti della quotidianità. Il luogo di lavoro può vederci operosi non per smania di successo, ma per offrire i nostri sforzi al Signore, collaborando, con i colleghi, ad un bene più grande. L’università e la scuola possono diventare occasioni non per accrescere l’amor proprio, ma per affinare la nostra capacità di scoprire il vero, in tutte le sue sfaccettature, ed apprezzare le meraviglie di un mondo creato da Dio e delle capacità umane di studiarlo. La famiglia non è più un luogo di convivenza forzata tra persone che si sopportano, ma una palestra di benevolenza reciproca, che, mentre migliora i rapporti tra i membri, li eleva tutti quanti in direzione di Dio.

Ma, in tutti questi ambiti, una cosa da fare ancor prima, è chiarire a noi stessi chi sia il protagonista. Se siamo noi, la nostra diventa una “vocazione” all’insoddisfazione, al fallimento. Se, invece, ci abituiamo a considerarci seguaci, comprimari, dilettanti nella scia di un Maestro, ci sentiremo realizzati. La vita è vocazione, ma ciò comporta che ci siano un chiamante ed un chiamato. Perché la vita funzioni, non devono sussistere dubbi sull’identità di queste due figure, rispettivamente Dio e noi. Se tentiamo di sovrapporle nella nostra sola persona, non ci sarà meta che ci soddisfa o traguardo che ci appaghi. Ma nemmeno una persona (o una famiglia) in grado di renderci felici.

Gesù che nasce in un contesto povero, dimesso, apparentemente abbandonato è l’unico che può ricollocarci nella nostra giusta dimensione di “chiamati”. Chiamati ad adorarlo, ognuno con le sue caratteristiche, qualcuno semplice come i pastori, qualcun altro acculturato come i magi, ma tutti con il requisito imprescindibile di avere il cuore semplice ed onesto ed una grande sete di Verità.

L’immagine poetica del presepe, nella sua dimensione più vera, deve dunque farci sentire chiamati a venire ad adorare Gesù: ovunque siamo, qualunque sia l’attività che stiamo portando avanti, per quanto pressanti possano essere le scadenze e le occupazioni che ci tengono impegnati, se ci mettiamo in cammino per adorare Gesù, siamo realizzati; viceversa, soltanto degli illusi.

Oggi molti fanno fatica a comprendere il proprio posto nel mondo, il senso della propria vita. L’immagine della Natività riassume il perché del nostro esistere e l’attività primaria che deve vederci tutti all’opera: “Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2). Prima ancora che correre, lavorare, preoccuparci, intraprendere, trafficare… Questo, il Natale, è il tempo di adorare.

Sembra poco? È poco, se lo diamo per scontato. È molto, se lo prendiamo sul serio. Se partiamo (o ripartiamo) bene, con il piede giusto, saremo insieme a Gesù che crescerà con noi, in un percorso di fede che l’anno liturgico ci aiuterà a riconoscere e scandire. È una vocazione che ci fa tutti fratelli, che non conosce distinzioni di sorta, che ci fa intraprendere un cammino che è al tempo stesso personale e comunitario: ognuno ha il suo personale rapporto con il Salvatore, ma possiamo anche incoraggiarci ed aiutarci reciprocamente, nella grande famiglia chiamata Chiesa.

Gesù appena nato non sa ancora parlare, ma già ci chiama. La nostra risposta, che durerà una vita, può iniziare, in questo Natale, con un silenzio di adorazione.

 

don Davide Schiavon

Centro diocesano vocazioni

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Quattro nuove monache alla Visitazione di Soresina

(Dal sito della diocesi: https://www.diocesidicremona.it/quattro-nuove-monache-alla-visitazione-di-soresina-04-11-2017.html)

Hanno lasciato il Monastero della Visitazione di Milano per unirsi alla comunità cremonese: tra loro la castelleonese suor Maria Maddalena Ferrari

Nel pomeriggio di venerdì 3 novembre la comunità claustrale di Soresina ha accolto quattro nuove monache, raddoppiando così di numero. Le nuove arrivate provengono dal monastero della Visitazione di Milano, in Porta Romana, che dopo 304 anni si servizio ha salutato le ultime quattro visitandine che ospitava, risultando troppo grande e dispersivo per la piccola comunità che si è così unita a quella del Monastero di Soresina, che lo scorso anno ha festeggiato i suoi 200 anni.

Insieme a madre Maria Teresa Maruti (la superiora), madre Rosa Maria Colombo (già superiora per più mandati), suor Francesca Teresa e suor Maria Margherita, il monastero soresinese accoglie ora anche suor Maria Adriana, suor Maria Carla, suor Maria Grazia e suor Maria Maddalena Ferrari. Per quest’ultima, 67 anni, originaria di Castelleone, si tratta di un ritorno: dopo 25 anni alla Visitazione di Soresina, il trasferimento a Milano.

L’accoglienza delle nuove religiose è avvenuta nel pomeriggio, durante il Vespro che, come ogni primo venerdì del mese, vede raccolta la comunità monastica insieme ai fedeli soresinesi.

Dopo la benedizione da parte del parroco, don Angelo Piccinelli, le religiose sono state accompagnate in processione da tutti i presenti verso la porta interna del Monastero. «Siamo arrivate qui grazie a Dio e alle vostre preghiere, alle preghiere soresinesi», ha detto la castelleonese suor Maria Maddalena, anche a nome delle consorelle, prima di varcare la porta della clausura.

Domenica 5 novembre, nella consueta Messa mattutina delle 8, il saluto ufficiale della comunità soresinese alle nuove monache.

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