Ventiquattro anni fa mons. Lafranconi veniva ordinato vescovo nel duomo di Como

A consacrarlo mons. Alessandro Maggiolini insieme ad una decina di presuli. Corale l'apprezzamento dei lariani per un prete "capace di ascolto e di fedeltà"

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A solo due giorni dalla solenne Eucaristia di saluto alla diocesi, l’amministratore apostolico, mons. Dante Lafranconi, quest’oggi, lunedì 25 gennaio, festa della conversione di San Paolo, ricorda il ventiquattresimo anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta nel duomo di Como, attraverso la preghiera e l’imposizione delle mani dell’allora pastore mons. Sandro Maggiolini. «È  festa – scriveva il cronista sul settimanale diocesano di Como – perché un uomo semplice e schivo, faticosamente al centro dell’attenzione, è come portato all’ordinazione dalla simpatia e della riconoscenza di una comunità intera. Quella fatta dai presenti – legati in vario modo da vincoli di riconoscenza a don Dante – e, forse ancor di più, quella assente, ricca di tanti anonimi – tra i laici come tra i preti – che hanno versato, un po’ della loro tribolazione nel cuore silenzioso e paziente di questo prete capace di ascolto e di fedeltà».

Dieci i vescovi presenti alla liturgia. Accanto a mons. Maggiolini,  c’erano il predecessore mons. Ferraroni e mons. Franco Festorazzi, altro comasco ordinato solo qualche mese prima di mons. Lafranconi e destinato alla diocesi di Ancona-Osimo. Poi mons. Attilio Nicora allora presidente della Caritas italiana, mons. Roberto Amadei già vescovo di Savona-Noli e poi di Bergamo, mons. Sanguineti anch’egli prima a Savona e poi a La Spezia e Brescia, quindi mons. Ferdinando Maggioni, vescovo emerito di Alessandria e ex rettore del Seminario Lombardo, mons. Clemente Gaddi, vescovo emerito di Bergamo, conterraneo dell’ordinando, mons. Bernardo Citterio, ausiliare di Milano in rappresentanza dei vescovi lombardi e infine mons. Angelo Paravisi, ausiliare a Bergamo.

Tra le curiosità una è sicuramente da sottolineare: l’anello episcopale realizzato con frammenti tratti dalle fedi nuziali di tante coppie di sposi sparse per la diocesi che hanno goduto della sua amicizia, del consiglio e della preghiera di mons. Lafranconi.

A ricordare la figura del vescovo Dante sul mensile del Seminario di Como, di cui a lungo mons.  Lafranconi fu professore, anche don Oscar Cantoni, oggi vescovo di Crema: «Ha saputo valorizzare l’arte di avvicinare le persone – scriveva mons. Cantoni – con quella delicatezza rispettosa, che permette a chi parla di aprirsi con totale fiducia, ma anche disponendo di una capacità critica, che impegna il giovane ad offrirsi generosamente, ad accogliere la proposta di Cristo con radicalità, senza sconti e mezze misure. Sono molte le persone che hanno potuto avvalersi di don Dante per la direzione spirituale o che hanno ascoltato i suoi insegnamenti nei molteplici incontri». Significativa la conclusione dell’articolo di cronaca dell’ordinazione: «Ti perdiamo, caro don Dante. Beato chi ti trova».

Photogallery del 25 gennaio 1992

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