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“Ci sono quattro aspetti della dottrina del Doctor Gratiae che considero fondamentali per l’educazione cristiana: l’interiorità, l’unità, l’amore e la gioia”. È con questa citazione di Papa Leone XIV che don Maurizio Compiani ha introdotto la celebrazione eucaristica in preparazione al Natale che l’Università Cattolica del S. Cuore ha vissuto mercoledì 17 dicembre presso il Campus Santa Monica di Cremona con il vescovo Antonio Napolioni.
La comunità accademica era rappresentata da alcuni studenti, ricercatori, docenti, presidi e personale amministrativo dell’Ateneo, alla presenza anche dei referenti delle residenze universitarie presenti in città.
«Il 31 ottobre scorso abbiamo fatto un pellegrinaggio a Roma per il Giubileo della speranza – ha detto il sacerdote assistente ecclesiastico del Campus – e il Papa durante l’udienza ha tenuto un breve ma significativo discorso, ricordando che l’impegno nell’ambito educativo è un impegno polifonico, fatto a varie voci. Per questo ho pensato alla fine della celebrazione di donare a tutti i presenti quel discorso, che si basa sugli scritti di sant’Agostino».
La celebrazione eucaristica in preparazione al Natale è ormai una tradizione per l’Università Cattolica, come momento di fede, di incontro, ma anche per raccogliere quella che don Compiani, citando ancora il discorso del Papa, ha ricordato essere la «dimensione del con» fortemente presente negli scritti di sant’Agostino e «fondamentale negli ambiti educativi, come sfida a “decentrarsi” e come stimolo a crescere», valorizzando coloro che sono nel Campus, coloro che ci lavorano, insegnano, studiano e fanno ricerca.
Dopo la lettura del Vangelo in lingua inglese, anche il vescovo nella sua omelia ha citato Papa Leone e l’ultimo numero di “Vita e pensiero”, la pubblicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, «che si apre con un testo preso dall’intervento del Papa all’Assemblea della Federazione delle Università Cattoliche, che si è tenuta in Messico a fine luglio. A un certo punto il Papa dice “è importante la domanda che san Paolo fa ai cristiani di Roma, invitandoli a confrontare il loro stile di vita attuale con quello che avevano prima. Qual è la novità cristiana? Quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Quei popoli del mondo classico non erano privi d’intelligenza, tuttavia tutto il loro ragionare si riassumeva nella morte. Perché? Che cosa mancava? Mancava Cristo, parola e sapienza del Padre. Mancava colui attraverso il quale e per il quale tutte le cose sono state create. Cristo non giunge come un estraneo al discorso razionale, ma piuttosto come una chiave di volta».
Una chiave, ha proseguito, che è capace di dare «senso e armonia a tutti i nostri pensieri, a tutti i nostri aneliti e ai nostri progetti per migliorare la vita presente e per dare scopo e trascendenza allo sforzo umano. San Tommaso, patrono di tutte le università cattoliche, comprese bene che in Cristo sapienza c’è al tempo stesso ciò che è più proprio della nostra fede e ciò che è più universale degli intelligenza umana e proprio per questo la sapienza così intesa è il luogo naturale di incontro e di dialogo con tutte le culture e tutte le forme di pensiero».
Al termine della celebrazione un breve saluto del direttore della sede di Piacenza-Cremona, Angelo Manfredini, ha preceduto il rinfresco per lo scambio degli auguri natalizi.














