Un Museo da costruire insieme: incontro a Casalmaggiore

Lincaricato dei Beni culturali don Gianluca Gaiardi ha incontrato il consiglio pastorale parrocchiale per parlare del "Cristo deposto"di Jacopino da Tradate

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Si è tenuto giovedì 6 dicembre il Consiglio Pastorale delle parrocchie di S. Stefano e S. Leonardo in Casalmaggiore per discutere, tra le altre iniziative, della richiesta della Diocesi di ricevere in prestito la scultura del “Cristo deposto” attribuita a Jacopino da Tradate. L’opera è conservata nella Chiesa di S. Francesco da una data non meglio precisata ma collocata tra il 1806 e il 1850 e la proposta giunta dalla Diocesi è di trasferirla per un tempo determinato presso il nuovo Museo Diocesano.

La serata ha avuto come ospite don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni Culturali che, dopo aver introdotto il tema della nascita del nuovo Museo e di una visione programmatica per la messa in sicurezza degli edifici delle parrocchie, ha voluto ragionare insieme al Consiglio sulla necessità di condividere l’idea di progettazione del patrimonio culturale e artistico di Casalmaggiore.

Ispirandosi all’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (letta nel corso del Consiglio), che al numero 33 invita a superare la logica del si è fatto sempre così e ad accedere alla pastorale con creatività e coraggio, il parroco don Rubagotti e don Gaiardi hanno insistito sull’importanza di superare i campanilismi e gli interventi emergenziali (anche nell’ottica della salvaguardia del patrimonio artistico locale), predisponendo una più ampia disamina delle priorità, attraverso un discernimento pastorale condiviso con tutto il territorio, dal popolo di Dio alla Diocesi.

“Spero che crediate nel conservare quello che vi è stato trasmesso. Adesso a voi, e alla vostra audace creatività, è richiesto di programmare e di pensare una realtà di pastorale integrata” le parole di don Gaiardi. Come a dire che raggiunge il risultato sperato chi sa programmare in condivisione e collaborazione con tutte le forze.

Ammettendo che la comunicazione in merito è stata probabilmente frettolosa e ha dato adito a incomprensioni da parte del territorio, che non ha vissuto con orgoglio l’ipotesi di poter vedere esposta una propria opera presso il nuovo Museo Diocesano, don Gaiardi ha narrato i passaggi che hanno portato alla richiesta e ha ribadito che il percorso di condivisione è solo all’inizio. Alla proposta del Vescovo condivisa con il parroco Rubagotti e con il Consiglio Pastorale seguiranno infatti altri momenti di riflessione comune.

È stato accolto, da ultimo, l’invito a ripensare il senso della collocazione e dell’esposizione museale dell’opera d’arte: occorre superare la funzione prettamente estetica o turistica e ripartire dalla narrazione della storia della Diocesi da cui l’opera proviene per evangelizzare, così come indicato dallo stesso Pontefice nel suo messaggio finale ai partecipanti al Convegno Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici, che si è tenuto presso la Pontificia Università Gregoriana il 29-30 novembre scorsi. “I beni culturali ecclesiastici sono testimoni della fede della comunità che li ha prodotti nei secoli e per questo sono a loro modo strumenti di evangelizzazione che si affiancano agli strumenti ordinari dell’annuncio, della predicazione e della catechesi. Ma questa loro eloquenza originaria può essere conservata anche quando non sono più utilizzati nella vita ordinaria del popolo di Dio, in particolare attraverso una corretta esposizione museale, che non li considera solo documenti della storia dell’arte, ma ridona loro quasi una nuova vita, così che possano continuare a svolgere una missione ecclesiale”.

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
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