Sinodo, con la serata a Casalmaggiore chiusa la presentazione nelle Zone

Ora il tempo di formare l'assemblea che si riunirà per la prima volta il 12 gennaio per un momento di conoscenza

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L’ultimo appuntamento zonale di presentazione del Sinodo diocesano dei giovani ha avuto luogo all’oratorio Maffei di Casalmaggiore per la zona pastorale 5, nella serata di venerdì 1 dicembre, con la consegna dello “strumento di lavoro”.

Partendo dalla lettura del Vangelo di Matteo, il vescovo Antonio Napolioni ha avviato il dialogo con quasi un centinaio di giovani presenti, affiancati dai sacerdoti delle rispettive parrocchie e dall’incaricato diocesano per la Pastorale giovanile don Paolo Arienti, ponendo interrogativi che sono stati lo spunto per le riflessioni condotte poi dai giovani riuniti in gruppi. «Il Sinodo è uno schiaffo alla Chiesa locale per camminare insieme – ha incalzato mons. Napolioni –: serve per non essere fuori tempo, fuori bersaglio, fuori contatto. Dobbiamo risintonizzarci: proviamo ad ascoltare il linguaggio dei giovani per ripartire da lì, verso il futuro che Cristo ci prepara. Questa sera facciamo il patto di ricevere un testo come laboratorio e cantiere. Ci state?».

I ragazzi, dopo il confronto a gruppi, hanno espresso al Vescovo aspettative e domande sul percorso del Sinodo, concentrandosi sia su come «sporcarsi le mani nella vita vera di tutti i giorni, collegando le teorie di fede con la realtà vera e propria», sia sulla possibilità di «raggiungere chi è disinteressato» a Cristo. Tra i temi indicati, la reciproca opportunità di ascolto per capire come migliorare l’approccio della Chiesa verso le nuove generazioni. Alcuni ragazzi hanno evidenziato, tra le proprie aspettative, di aver bisogno di una guida: «Il clero stesso dovrebbe dare delle indicazioni; possiamo parlare e dire il nostro “eccomi”, ma i punti fermi dovrebbe darli la Chiesa».

I giovani delle parrocchie della zona pastorale quinta hanno dimostrato il desiderio di portare al centro della discussione anche il motivo per cui a tanti adolescenti non interessa la proposta di Cristo. «La Chiesa ha il compito di fare proposte ai giovani per una vita felice, vera e piena di senso – hanno osservato i ragazzi –. L’oratorio sta mancando in questo. Altre associazioni offrono una proposta laica di felicità, ma non può bastare. C’è amarezza, perché non siamo arrivati noi con una proposta che tenga conto di Dio». «Questo è un richiamo alla missione – ha reagito il Vescovo -: contagiare è indispensabile, perché la fede o si diffonde o congela».

«Dobbiamo essere fedeli a ciò che dicono i preti – ha espresso il gruppo di Viadana -. Chiesa in uscita significa fare il Sinodo in quelle zone lontane dalla parrocchia che respirano la mentalità di oggi. Mettersi in ascolto con chi è lontano e, solitamente, più sincero».

«Dobbiamo dare l’esempio a cambiare qualcosa con l’aiuto dei sacerdoti, creando sinergie – ha continuato l’ultimo gruppo di giovani -. Occorre fare un passo, anche piccolo, ma con tutte le parrocchie». «Vincere la solitudine è una grande scommessa e allargheremo la capacità di stare nella realtà», ha concluso mons. Napolioni.

«L’obiettivo qual è? Rafforzarci o coinvolgere altri? Può partire una missione? Vogliamo rischiare e intraprendere questo percorso? Come i giovani possono collaborare per creare un futuro senza disuguaglianze e povertà?». Domande alle quali magari ne seguiranno delle altre, nell’ottica di una ricerca continua e autentica, ma soprattutto reciproca.

Ora è il tempo della composizione dell’assemblea sinodale, di cui è già stato abbozzato il regolamento. Prossimo appuntamento in agenda il 12 gennaio in Seminario con un momento di conoscenza tra tutti gli eletti.

 

Photogallery dell’incontro di Casalmaggiore

 

La presentazione dello “strumento di lavoro”

 

Speciale Sinodo

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