Sant’Agata e il suo patrimonio artistico, presentato il libro di Mariella Morandi

Il testo è arricchito dalla fotografie di Boiocchi-Pegorini

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Nel pomeriggio di sabato 25 maggio nella chiesa di S. Agata, a Cremona, si è tenuta la presentazione del volume di Mariella Morandi “Sant’Agata e il suo patrimonio artistico” (edizioni Cremona Produce, stampa Fantigrafica).

A introdurre l’evento è stato don Irvano Maglia, parroco dell’unità pastorale Cittanova: «Pregio dell’opera di Mariella – ha sottolineato il parroco dell’unità pastorale Cittanova – è inserire uno studio preciso, fondato ma che avesse uno sguardo storico, che aiutasse ad entrare nella dinamica storica della nostra città».

A seguire un video illustrativo delle maggiori opere presenti nella chiesa realizzato dallo studio fotografico Boiocchi-Pegorini. I fotografi negli anni hanno cercato di documentare con i loro scatti gran parte delle opere presenti nella chiesa e che sono state riprodotte anche nel volume presentato.

Presente anche don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, che ha voluto evidenziare come «Il valore importante di questo libro è lo studio e la ricerca archivistica che Mariella ha fatto: un lavoro preziosissimo che molti non sanno fare. Non si può non passare, infatti, dallo studio di ciò che rimane chiuso negli archivi: dello Stato, della Diocesi, delle Parrocchie. Non si può intervenire sul patrimonio artistico e culturale che abbiamo se non prima lo conosciamo».

Durante la presentazione, moderata dal giornalista Nicola Arrigoni, l’autrice ha ricordato la difficoltà e la complessità della realizzazione: il lavoro è durato circa quattro anni; un progettato nato durante la pandemia e poi proseguito con grande curiosità e passione. Il lavoro negli archivi ha permesso di verificare le tante cose che si raccontavano per tradizione e mettere qualche punto fermo.

Nel volume viene enfatizzata la forte connessione tra Chiesa e comunità civile e come esse si sono modificate nelle diverse epoche.

«La storia di Sant’agata si divide in tre momenti, che sono stati scanditi dalla presenza e dall’azione di comunità diversissime l’una dall’altra» ha spiegato Morandi. Tre fasi che hanno dato origine a tre diversi organismi architettonici: la chiesa medievale, le cui forme vengono ricostruite nel volume sulla base delle testimonianze materiali e documentali rimaste; la chiesa rinascimentale, frutto di una quasi completa ricostruzione dell’edificio preesistente; la chiesa ottocentesca, risultato di una profonda ridefinizione dell’intero edificio il cui aspetto più noto è il grande pronao di Luigi Voghera. Tutto ciò all’interno di una contestualizzazione storica e sociale dei fatti e della trasformazione urbanistica di Cittanova.

Nel volume vengono analizzate le opere d’arte che in ciascuno di questi periodi sono state appositamente commissionate per la chiesa o vi sono giunte per altre vie. Un ulteriore capitolo è dedicato alla ricca e finora inedita collezione di dipinti custoditi nei depositi, che annovera fra l’altro tele di Giovanni Battista Trotti detto Malosso, di Francesco Boccaccino e di Robert De Longe.

Infine un capitolo ricostruisce sulla base di documentazione finora inedita la complessa storia della celebre Tavola di sant’Agata, nei tre aspetti che la caratterizzano di immagine devozionale, oggetto sacro, opera d’arte, e le forme della devozione che per secoli a Cremona ha accompagnato il culto della santa titolare.

Margherita Santini
TeleRadio Cremona Cittanova
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