Sabato 2 aprile in Cattedrale con il Vescovo il pellegrinaggio giubilare delle scuole “Conventino” e “La sorgente” di Caravaggio

Circa in 300 - tra studenti, genitori e insegnanti - hanno iniziato il proprio itinerario dal santuario lauretano presso S. Abbondio

image_pdfimage_print

Giornata alquanto straordinaria quella di sabato 2 aprile per gli studenti delle scuole “Conventino” e “La sorgente” di Caravaggio. Lasciati i banchi di scuola hanno vissuto una “lezione fuori sede” davvero speciale: il pellegrinaggio giubilare alla Cattedrale di Cremona. Un momento di grande significato che è stato impreziosito ulteriormente dalla presenza del vescovo Napolioni.

La partenza dall’istituto di via Guzzasete poco dopo le 8 del mattino a bordo di tre autobus e diverse auto. Circa 300 i partecipanti, tra studenti, genitori e insegnanti, guidati dalla preside Genny Scaperrotta.

A Cremona la prima tappa è stata, intorno alle 10, presso il santuario lauretano di S. Abbondio. Non poteva essere altrimenti per questi caravaggini che, dopo il tradizionale affidamento a S. Maria del Fonte all’inizio dell’anno scolastico, hanno voluto iniziare questo pellegrinaggio sotto lo sguardo della Madonna Nera.

Le parole introduttive di don Angelo Lanzeni, il parroco di Caravaggio, hanno presto lasciato spazio a quelle del parroco di S. Abbondio, don Andrea Foglia, che ha brevemente illustrato la storia di questo luogo mariano, così caro alla città di Cremona.

Poi si è entrati nel vivo del pellegrinaggio con un simpatico momento dialogato che è stato occasione per approfondire con i ragazzi il senso del Giubileo, capendo il significato del pellegrinaggio e del perdono, oltre che della Cattedrale e del magistero del Vescovo nella chiesa locale. Premesse indispensabili prima di mettersi in cammino, anche se il tema della Misericordia in queste due scuole era già stato affrontato in molteplici occasioni, essendo stato scelto proprio come filo conduttore di questo anno scolastico. Un percorso proseguito con questa nuova tappa cremonese, preparata insieme al vicario don Umberto Zanaboni dopo una prima idea di andare pellegrini a Roma.

Naturalmente a S. Abbondio non è mancata una preghiera all’interno dalla Santa Casa. Solo dopo aver messo al collo la conchiglia del pellegrino il gruppo ha iniziato a percorrere le strade cittadine alla volta della Cattedrale.

L’ingresso era previsto in maniera solenne dall’entrata settentrionale, quella affacciata sul Palazzo vescovile, attraverso la Porta della Misericordia. Proprio sul portone ad attendere il gruppo di pellegrini c’era il vescovo Antonio, che ha voluto dare di persona il benvenuto ai ragazzi e alle loro famiglie. Poi l’ingresso in Duomo, facendosi il segno di croce e in alcuni casi baciando anche lo stipite della Porta Santa.

Presente anche il collaboratore parrocchiale don Gian Pietro Rossetti e – per un saluto – don Michele Rocchetti, vicario a S. Imerio originario di Caravaggio.

Proprio il Vescovo ha presieduto il momento di preghiera, caratterizzato dal brano evangelico del Figliol prodigo. Una storia dalla quale mons. Napolioni ha preso spunto per condurre i ragazzi in un percorso verso una felicità sempre più pena. Una riflessione che ha saputo coinvolgere tutti i presenti anche grazie ad alcune “confessioni” del Vescovo, che ha invitato i ragazzi a prendere sempre più consapevolezza dell’amore di Dio per i propri figli: un padre «pazzo d’amore».

L’esempio del figlio che ha deciso di lasciare la casa paterna è stata letta dal Vescovo come la storia di tutti quei ragazzi che vogliono provare a vivere la vita a modo proprio, andando oltre le righe, a volte sino a drammatiche conseguenze. Da qui l’invito a riscoprire quella che è la vera gioia per ciascuno: molto più della contentezza e della felicità di un momento.

Da ultimo mons. Napolioni ha voluto immaginare l’atteggiamento della mamma della famiglia della parabola. E qui il pensiero è andato a Maria e alla Chiesa, prima di un invito chiaro: «Svegliamoci e sbrighiamoci a scoprire il senso della vita! La misericordia di Dio che si incarna in noi ci guarisce dalle nostre ferite, ci fa sentire perdonati e amati e capaci di sorridere anche quando non ne avremmo motivo, capaci di aprire le porte e non più di sbatterle per andar via».

Nelle parole del Vescovo non è mancato neppure un particolare saluto alle famiglie: «Sono felice di vedervi», ha detto mons. Napolioni precisando poi che «i figli sono di tutti e se non ci aiutiamo tutti non ce la faremo a farli crescere come vorremmo».

Dopo la benedizione finale tutti sono stati invitati dal Vescovo a prendere posto nella navata centrale per una gigantesca foto di gruppo. Poi il tempo dei saluti personali, insieme a qualche richiesta di benedizione e persino alcuni selfie. Non è mancato il tempo per un momento personale di raccoglimento e uno sguardo alle meraviglie della Cattedrale prima di intraprendere il viaggio di rientro.

Photogallery

Facebooktwittermail