Rosanna Virgili agli animatori del Giorno dell’Ascolto e ai membri dei consigli pastorali: «Nel sinodo per dare e prendere tutti la parola, questo è il nostro mandato»

L'evento si è tenuto nel pomeriggio di sabato 26 novembre presso il Seminario vescovile di Cremona. L'incontro, introdotto dalla riflessione del vescovo, si è concluso con i consueti lavori di gruppo

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Nella cornice delle quattro assemblee diocesane indette dal vescovo Antonio Napolioni per dare sostanza ai Cantieri di Betania, che sorreggono il cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa cremonese, si è tenuta, sabato 26 novembre, presso il Santuario vescovile di Cremona, la terza di queste assemblee, dedicata agli animatori del Giorno dell’Ascolto e ai membri dei consigli pastorali. Un’incontro costruito sul tema “Effatà – Per sviluppare il Giorno dell’Ascolto“, riprendendo così il gesto che il sacerdote compie durante il rito del Battesimo, a sua volta tratto dall’episodio della guarigione del sordomuto.

L’evento si è aperto con la preghiera e l’introduzione del vescovo, che ha ringraziato i presenti per la partecipazione a «un incontro nuovo». «L’incontro con qualcuno che, nelle proprie parrocchie, ha detto “vado io!”. Ed è un passo importante, soprattutto in un tempo come questo, in cui la Chiesa non fa un sinodo come gli altri, ma vuole capire quanto sia essa stessa sinodo, una Chiesa che è popolo con coscienza del percorso, dell’equipaggio, dei traguardi».

Ascolta l’introduzione del vescovo Napolioni

L’assemblea è stata guidata nella riflessione dalla relazione della teologa e biblista Rosanna Virgili, che ha così esordito: «La fede cristiana è una fede di sconfinamento, che chiede di andare verso lo straniero, verso lo sconosciuto». E proprio da qui si pongono le basi per l’ascolto. «Gesù è già una Chiesa, perché ha dei discepoli con Sé, degli uomini, delle donne, che Lo hanno ascoltato, accompagnato, seguito sin dalla Galilea».

Riprendendo proprio il passo del Vangelo di Marco che narra la guarigione del sordomuto, la teologa ha spiegato: «La persone sorda sviluppa una balbuzie o addirittura sordità. Le parole sono regali che ci sono stati fatti. E noi sappiamo quanto sia importante la parola nella Bibbia. La parola è l’atto creativo, la parola è legge». La parola è fondamentale per la vita di ognuno e «chi è sordomuto si immiserisce». E l’ascolto si genera nell’intimità, che «è un luogo in cui amare. Dove non c’è intimità non c’è fedeltà, non c’è vita, non c’è Vangelo».

Sono molteplici i racconti di guarigioni compiute da Gesù. Ne è un esempio, oltre a quella del sordomuto, la guarigione del lebbroso: «Gesù non ha avuto paura di toccare quest’uomo, non ha avuto paura del contagio», ha detto la Virgili. Ma il contagio non ha solo un’accezione negativa: ciascun uomo non deve avere paura di «contagiare con la vita!».

Rosanna Virgili ha poi sottolineato come l’ascolto non nasca un’assemblea in silenzio che ascolta una persona sola che parla, ma da un’assemblea partecipe, che faccia sentire la propria voce: «Facciamo sì che siamo tutti autorizzati a parlare». «Dobbiamo essere logopedisti l’uno dell’altro, amandoci e sapendoci ascoltare». Ha poi concluso: «Da sordi a udenti, da muti a parlanti. Nel sinodo per dare e prendere tutti la parola, questo è il nostro mandato».

 

Il video della riflessione della biblista Rosanna Virgili

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Ascolta la riflessione della biblista Rosanna Virgili

 

L’incontro si è poi concluso con un lavoro a gruppi, moderato da don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e il coordinamento pastorale, e dal vescovo Napolioni, in cui i presenti si sono riuniti offrendo spunti e proposte per rilanciare e perfezionare il progetto diocesano di approfondimento della Parola.

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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