Presentato il volume “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”: l’adeguamento liturgico raccontato nelle foto di Paolo Mazzini

Il progetto continuerà con la mostra fotografica “Tratti. Profili d’arte” dal 6 giugno al Museo Diocesano di Cremona

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«Questo volume è una finestra, un canto che racconta l’ultimo degli artisti che con trepidazione ha messo mano alla nostra Cattedrale». Sono le parole con cui il vescovo Antonio Napolioni ha aperto, presso la sala Maffei della Camera di Commercio di Cremona, nella mattinata di sabato 6 aprile, l’evento di presentazione del libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”. Il volume è edito dalla Fondazione Potenza Tamini, in collaborazione con la Diocesi di Cremona e l’editrice Chiesa Oggi e racconta, attraverso le fotografie di Paolo Mazzini, l’opera realizzata dall’artista veneziano finalizzata all’adeguamento liturgico del presbiterio del duomo di Cremona.

Per l’occasione, la neonata Fondazione (ideata nell’agosto 2023) ha reso noto, attraverso la sua direttrice artistica, nonché curatrice del volume, Valeria Loddo, di voler appoggiare «giovani geni creativi attraverso progetti, il primo dei quali si concretizzerà nella mostra fotografica “Tratti. Profili d’arte”, la cui inaugurazione avverrà il 6 giugno presso il Museo diocesano». L’esposizione farà viaggiare i visitatori attraverso alcuni luoghi d’arte a Cremona, mostrandone il fascino grazie agli scatti di Paolo Mazzini che ha conquistato la stima del maestro Potenza e del suo staff.

Durante la presentazione del linro in sala Maffei, durante l’evento, un maxi schermo ha continuato a proiettare scorci della mensa del Duomo di Cremona, particolari della cattedra e dell’altare, frammenti di un’opera «che parla il linguaggio dell’astratto» – ha spiegato don Gaiardi – e che nasce dalla luce.

«Sono stato con mia figlia in Duomo e ho notato la luce – ha detto il maestro Potenza – così particolare da doverci tornare ancora alla sera per guardarla». Ed è infatti «basandosi su una ricerca sulla luce – ha chiarito Loddo – che il maestro ha operato. È la luce il principio ispiratore degli arredi sacri». Quella luce naturale che filtra dal rosone e che «è riverberata, come riflessa sull’acqua di Venezia» patria dell’autore, ha spiegato Loddo. Luce che poi «è un messaggio cristologico», conferma Napolioni. E che le foto di Mazzini sviscera e fa filtrare dai grafemi incisi sul bronzo e sulla pietra sia dell’altare, che dell’ambone come della cattedra e del porta cero pasquale.

Luce dunque protagonista di questi arredi sui quali si sono soffermati gli interventi prima del vescovo Napolioni poi di Caterina Parrello, direttrice di Chiesa Oggi, di don Gianluca Gaiairdi, direttore del Museo diocesano di Cremona, quindi di Valeria Loddo, curatrice del libro, e infine dell’architetto Carla Zito, che ha parlato a nome del team vincitore del concorso indetto dalla Cei nel 2018 per l’adeguamento liturgico della Cattedrale di Cremona.

Infatti l’opera di Potenza nasce da un progetto complesso che è partito dal voler «metterci in ascolto di una storia che ci ha preceduto – ha dichiarato il vescovo – per poi osare generare». Una vicenda che ha preso le mosse da riflessioni del 2016 con l’allora vescovo Enrico Assi – come ha ricordato Gaiardi – ma che ha preso forma nel 2018/2020 quando «Cremona con il concorso della Cei per l’adeguamento liturgico delle cattedrali – ha spiegato Parrello – è divenuta il primo progetto pilota per procedura concorsuale, ma anche per realizzazione dell’intervento nel quale si mira a integrare con un linguaggio contemporaneo una chiesa che non è solo architettura religiosa ma anche civile». Nel rispetto dell’esistente si è «lasciato un segno del cammino culturale» in una chiesa che custodisce una stratificazione storica importante dal Romanico fino all’oggi. Tante le tematiche affrontate e che il team, con a capo l’architetto Massimiliano Valdinoci (presente in camera di commercio), seguito dal liturgista Goffredo Boselli e dalla consulente Francesca Flores D’Arcais, ha superato in nome di due concetti “Prossimità e distinzione” ben illustrati dall’architetto Zito.

L’arte contemporanea dunque, con gli arredi sacri della Cattedrale, vuol dimostrare di saper comunicare spiritualità e di farlo attraverso «un nuovo alfabeto – ha chiarito don Gianluca Gaiardi – fatto di grafemi astratti. La cattedrale già racconta tutto con il suo apparato decorativo, il linguaggio astratto alza lo sguardo, astrae appunto», avvicina a quei concetti impronunciabili che sono il Mistero. L’opera di Potenza, letta così, è un segno lasciato dai contemporanei per dire la loro fede con un linguaggio diverso, che il volume appena edito sa ben raccontare, già dalla copertina che a livello tattile fa toccare con mano i disegni di luce sul bronzo.

Maria Chiara Gamba
TeleRadio Cremona Cittanova
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