Nella favela di Salvador da Bahia con don Emilio Bellani. Poi una parentesi di Sinodo incontrando i giovani

È l'unico prete cattolico in questa realtà di 35mila persone: 300 frequentano la chiesa, ma quelli che la Parrocchia aiuta sono almeno dieci volte di più

image_pdfimage_print

Dopo l’incontro con don Regazzetti, il gruppo cremonese ha fatto ritorno a Salvador da Bahia dove ha avuto modo di conoscere più da vicino la situazione grave povertà di questa zona, in particolare visitando la favela e la comunità guidata dal castelleonese don Emilio Bellani.

A Salvador il 67% della popolazione (4 milioni di persone) vive nelle favelas. La presenza cattolica costituisce una minoranza, soprattutto per la presenza di numerose Chiese pentecostali, ma è sicuramente la presenza che più di tutte le altre mette in atto opere sociali: scuole, corsi di formazione, momenti di incontro per le donne (moltissime di loro sono madri che devono provvedere da sole ai figli, in quanto spesso i compagni non si assumono la responsabilità della paternità).

La parrocchia di don Bellani è all’interno di una di queste favelas disseminate sul territorio della città, abitate per la quasi totalità da afrobrasiliani (fenomeno dovuto al post schiavitù e al fatto che i Governi non hanno mai adottato politiche di integrazione e sviluppo). All’interno delle favelas sono frequenti gli omicidi legati allo spaccio e alla prostituzione.

La favela in cui opera don Emilio è costituita da almeno 35.000 persone. I cattolici che frequentano la parrocchia per la Messa sono circa 300, quelli che la parrocchia aiuta sono almeno dieci volte di più. Il sacerdote cremonese è l’unico prete cattolico presente. I pastori pentecostali sono almeno 80.

L’impegno è tanto, come moltissime sono le necessità da soddisfare, ma chiaramente non è possibile far fronte a tutto.

La giornata è stata occasione anche per la visita alla tomba della beata Maria Rita Lopes Pontes de Sousa Brito (detta Irmã Dulce): una religiosa di Salvador da Bahia (1914-1992) delle Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio, che tanto si spese nelle opere di carità e di assistenza ai poveri e ai bisognosi. Proclamata beata nel 2011, è conosciuta come la Madre Teresa del Brasile.

La giornata di sabato 15 luglio, sempre approfondendo la conoscenza della parrocchia guidata da don Emilio Bellani, è stata in un certo senso un tassello del Sinodo dei giovani che si sta svolgendo in Diocesi di Cremona con la fase dell’ascolto. Mons. Napolioni, infatti, ha avuto modo di incontrare i giovani. Tutti loro vivono nella favela. Proprio la vita parrocchiale rappresenta per loro un’importante occasione per sfuggire a quei circoli viziosi, davvero pericolosi, che la vita delle favelas ogni giorno propone. È stato un utile e interessante scambio di conoscenze ed esperienze, ma soprattutto una bella testimonianza, da parte di questi giovani brasiliani, di fede, gioia di vivere e fiducia nel futuro.

Photogallery della visita alla favela (venerdì 14 luglio)

Photogallery dell’incontro con i giovani (sabato 15 luglio)

 

Articoli correlati:

Facebooktwittermail