In Brasile l’incontro del Vescovo con i “fidei donum” soncinesi don Attilio Berta e don Ezio Bellini

Operano nella diocesi di Mogi das Cruzes, retta da dom Pedro Luiz Stringhini, la cui famiglia è originaria di S. Giovanni in Croce

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Primi giorni brasiliani per il vescovo Antonio Napolioni, giunto lunedì 10 luglio in terra carioca per incontrare i sacerdoti cremonesi che operano in questa terra come “fidei donum”. La prima giornata, infatti, è stata occasione per conoscere da vicino l’operato dei soncinesi don Attilio Berta e don Ezio Bellini, presenti nella diocesi di Mogi das Cruzes (non lontano da San Paolo) di cui è vescovo dom Pedro Luiz Stringhini, italo-brasiliano di terza generazione, la cui famiglia è originaria di S. Giovanni in Croce.

Ad accogliere in aeroporto il gruppo cremonese – composto oltre al vescovo Antonio da don Maurizio Ghilardi (responsabile del Centro missionario diocesano), don Davide Ferretti (che da anni in estate aiuta la missione di Goiania delle suore del Rifugio Cuor di Gesù di Cremona) e l’avvocato Paolo Mirri (responsabile diocesano di Comunione e Liberazione) – proprio don Attilio Berta. Insieme al sacerdote soncinese, all’estero dal 1971 dopo gli anni da vicario a Pandino e Castelleone, alcuni membri dell’Istituto Maria madre del Divino Amore, l’opera da lui fondata per prendersi cura delle classi sociali più povere, in particolare bambini e ragazzi.

La mattinata è servita per visitare questa importante realtà disseminata in varie strutture della città di Mogi das Cruzes. Tutto ebbe inizio nel 1986 con un’80ina di bambini. Oggi sono ben 700.

La donazione di una delle consacrate ha permesso la realizzazione della prima struttura di accoglienza, oggi diventata casa di formazione per i consacrati: 4 gli uomini, 40 le donne, presenti anche nel Mato Grosso.

Una 70ina le persone che trovano lavoro in questa grande opera: insegnanti, assistenti e cuoche. Vi sono, infatti, scuole d’infanzia, elementari e medie. Parte degli stipendi degli operatori è pagato con l’importante sovvenzione garantita dal Governo, mentre per la sussistenza dei piccoli una gran parte la gioca la Provvidenza. In modo significato quanto viene donato (in particolare generi alimentari per sfamare i ragazzi) è posto ai piedi dell’altare.

Tra i benefattori che hanno reso possibile tutto questo anche molti giapponesi, presenti sul territorio con una consistente comunità formatasi con gli esuli della seconda guerra mondiale.

L’opera di don Berta ha permesso di salvare moltissimi bambini dalla strada. Ragazzi destinati alla prigione (proprio perché vivevano per strada) e a rischio di violenze e torture, sino alla morte, visto che in passato venivano gettati nel fiume.

Presente anche il vescovo del luogo, dom Pedro Luiz Stringhini. Nato in Brasile, fa parte della terza generazione di italiani immigrati in Brasile. Anch’egli è fortemente legato alla diocesi di Cremona, essendo la sua famiglia originaria di S. Giovanni in Croce. L’incontro in episcopio per il pranzo è stato occasione per un approfondito confronto sulla realtà di questa Chiesa.

Il pomeriggio è proseguito visitando l’Istituto Paolo VI, l’università filosofico-teologica della diocesi, collegata alla Facoltà teologica di S. Paolo. Si tratta di un ente accreditato presso il Governo brasiliano che riconosce in tutto il Paese la laurea che qui si consegue. Vicerettore è il sacerdote “fidei donum” Ezio Bellini, originario di Villacampagna (Soncino), che qui insegna Filosofia e Teologia Trinitaria. Don Bellini è anche viceparroco della Cattedrale di Mogi das Cruzes.

In serata il gruppo cremonese ha fatto ritorno presso la casa madre dell’Istituto Maria madre del Divino Amore, con la Messa celebrata nel santuario dedicato alla Trinità e alla Vergine.

Nella giornata di martedì 11 luglio il gruppo cremonese ha visitato il Santuario di Nostra Signora di Aparecida, la patrona del Brasile. Qui il vescovo Napolioni e i sacerdoti cremonesi hanno concelebrato l’Eucaristia presieduta da dom Stringhini.

Questo santuario – il più grande santuario mariano del mondo, in grado di contenere fino a 45mila persone – è stato costruito agli inizi degli anni 60 del Novecento a motivo della grande devozione venutasi a creare attorno alla statuetta della Madonna che alcuni pescatori avevano fortuitamente pescato nel mare. Il termine “aparecida”, infatti, non indica un’apparizione, ma la comparsa dal fondo del mare. Accadde esattamente 300 anni fa. Il terzo centenario di Nostra Signora di Aparecida sarà solennemente festeggiato il prossimo 12 ottobre, giorno in cui ricorre la festa liturgica.

Attorno a questa statua, ritrovata a pezzi, si sviluppò subito una forte devozione, tanto da farne presto la patrona dell’interno Brasile.

Ogni sabato sera la gente si ritrovata attorno a questa statua per la preghiera del Rosario. Inizialmente collocata nella chiesa parrocchiale di questa cittadina (dove oggi si trova una copia della statua), l’immagine fu poi trasferita nel santuario che fu appositamente edificato. Un luogo meta di numerosissimi pellegrinaggi e che è diventato un importante punto di riferimento anche per i vescovi e i cardinali dell’intera Chiesa latino-americana, radunati appunto nella Conferenza di Aparecida.

Nella mattinata di mercoledì 12 luglio il gruppo cremonese volerà alla volta di Salvador de Bahia, dove opera il castelleonese don Emilio Bellani.

 

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