Nei Primi Vespri di Sant’Omobono conferito il mandato ai ministri straordinari della Comunione

Sono 20 coloro che svolgeranno questo servizio per la prima volta, mentre altri 117 sono stati riconfermati dopo un precedente mandato

image_pdfimage_print

Guarda la photogallery completa

Durante i Primi Vespri della solennità di sant’Omobono, patrono della città e della diocesi di Cremona, il vescovo Antonio Napolioni ha istituito 20 nuovi ministri straordinari della Comunione. Potranno aiutare nella distribuzione dell’Eucaristia durante le celebrazioni nelle rispettive comunità e portare la Comunione ai malati e agli anziani nelle case, negli ospedali e nella case di riposo. Insieme al conferimento del mandato ai nuovi ministri è stato rinnovato anche il servizio ad altri 117. Si tratta per lo più di laici, ma anche religiose e religiosi.

L’occasione sono stati i Primi Vespri che hanno aperto la solennità patronale, presieduti dal vescovo nella chiesa di via Ruggero Manna, a Cremona, intitolata proprio al patrono, che qui vi morì all’alba del 13 novembre 1197 e dove fu inizialmente sepolto, come ancora ricorda quella che fu la sua tomba. Accanto al vescovo alcuni canonici del Capitolo della Cattedrale, il parroco del Duomo e i sacerdoti dell’Ufficio liturgico diocesano, che periodicamente cura la formazione dei ministri straordinari della Comunione, giunti numerosi da ogni parte della Diocesi per vivere questa occasione d’incontro ormai divenuta tradizionale in occasione della festa del patrono.

E proprio al patrono ha guardato il Vescovo nella sua riflessione, indicando ai ministri della Comunione come esempio: «Il Signore guida la storia, il Signore compie meraviglie con il suo stile, che è lo stile di sant’Omobono, un uomo discreto, laborioso, che in città si adoperava per la pace e la giustizia». E ha proseguito: “Nella Chiesa, nella comunità cristiana, Omobono ha trovato la sorgente del destino della sua esistenza, una vita eucaristica senza aver ricevuto ministeri straordinari, senza essersi vestito secondo gli abiti liturgici, ma mantenendo il suo posto nel mondo, testimoniando dunque i frutti che l’Eucaristia genera nei cuori semplici».

Dopo la riflessione del Vescovo la preghiera e il conferimento del mandato, con i nuovi ministri inginocchiati; quindi la il canto del Vespro è proseguito con il Magnificat, le intenzioni di preghiera e la benedizione.

La preghiera è stata animata con il canto da alcuni membri del Coro della Cattedrale accompagnati all’organo dal maestro Marco Ruggeri.

Domenica 13 novembre la chiesa di S. Omobono (sussidiaria della parrocchia “Ss. Giacomo e Agostino” nell’unità pastorale Cittanova) sarà aperta dalle 8 alle 19. Le Messe del mattino saranno alle 10 e alle 11.15. Nel pomeriggio, alle 17, i Secondi Vespri del Patrono presieduti dal vescovo emerito Dante Lafranconi, seguiti alle 17.30 dalla Messa.

 

 

La chiesa di Sant’Omobono

La chiesa, dedicata inizialmente a Sant’Egidio, fu in seguito intitolata al santo patrono della città poiché in essa Omobono Tucenghi morì durante la celebrazione della Messa il 13 novembre 1197. Il santo fu sepolto all’interno della chiesa, che era stata costruita intorno all’anno 1000 e di cui si vede una traccia in una piccola abside ancora esistente all’esterno della chiesa attuale sul lato sinistro.

La chiesa fu trasformata alla fine del Quattrocento e la facciata rifatta nel 1602, ornandola con le statue duecentesche di marmo rosso raffiguranti sant’Omobono e il vescovo di Cremona Sicardo, che ne aveva voluto la canonizzazione.

L’interno fu interamente trasformato con una scenografica decorazione ad affresco, realizzata nel 1755 dai pittori cremonesi Giovanni Angelo Borroni e Giovanni Battista Zaist, con quadrature architettoniche e storie di sant’Omobono.

La parte più significativa degli affreschi è sicuramente la cupola, affrescata con la Gloria di sant’Omobono, straordinaria per l’effetto illusivo, mentre i quattro riquadri con le Virtù di sant’Omobono dipinti dal Borroni alla base della cupola risultano maggiormente semplificati e lineari.

All’interno è custodito l’antico crocifisso legato alla devozione del santo patrono.

Il corpo di sant’Omobono, riposto in un’arca di marmo, rimase nella chiesa fino al 1614, quando, insieme ad altre reliquie provenienti da diverse chiese cittadine, fu traslato, con una solenne processione, nella cripta della Cattedrale, dove ancor oggi si trova.

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail