Mons. Lafranconi nella Messa di Mezzanotte: nel Natale un messaggio universale di salvezza e misericordia

Nella Messa della Notte di Natale l'amministratore apostolico ha richiamato alla necessità di aprire il proprio cuore all'invito del Signore come fecero i pastori

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È un messaggio universale di salvezza quello che il Natale rivolge a ogni uomo, chiamato a rispondere con apertura di cuore, come fecero i pastori. Questo il cuore dell’omelia proposta dall’amministratore apostolico mons. Dante Lafranconi nella Notte di Natale in Cattedrale. L’attenzione del Vescovo, oltre che alla scena della Natività, è andata anche all’Anno giubilare, nella consapevolezza che proprio la misericordia di Dio è segno costante dell’attenzione di Dio verso l’uomo, che per amore è arrivato persino a incarnarsi e morire in croce.

È sulle note del celebre canto natalizio “Astro del ciel”, armonizzato da don Dante Caifa, che allo scoccare della mezzanotte ha avuto inizio nella Cattedrale di Cremona la solenne Messa pontificale della Notte di Natale presieduta da mons. Dante Lafranconi.

La processione d’ingresso, partita dalla sagrestia capitolare, ha come consuetudine fatto sosta nella navata centrale per permettere al Vescovo di recarsi davanti al presepio. Mons. Lafranconi ha incensato la statua del Bambinello, rimanendo poi alcuni istanti in preghiera.

Ad accompagnare con il canto la liturgia il Coro della Cattedrale di Cremona sotto la direzione del maestro don Graziano Ghisolfi; alla tastiera dell’organo Mascioni il maestro Fausto Caporali.

Accanto all’amministratore apostolico hanno concelebrato il vicario generale, mons. Mario Marchesi, il presidente del Capitolo, mons. Giuseppe Perotti, il rettore del Seminario, don Enrico Trevisi, il delegato episcopale per la Pastorale, don Irvano Maglia, il parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini, e alcuni altri sacerdoti, in particolare membri del Capitolo.

Il servizio liturgico è stato offerto dai seminaristi diocesani, con il diacono che a giugno sarà ordinato sacerdote, don Francesco Gandioli, che ha servito all’altare proclamando il Vangelo della Natività.

Proprio il brano dell’evangelista Luca (2,1-14) con l’incipit che fa riferimento al censimento voluto da Cesare Augusto, è stato l’occasione per sottolineare la portata universale del Natale e del messaggio cristiano. Quindi mons. Lafranconi ha focalizzato l’attenzione sulla figura dei pastori che hanno accolto il messaggio dell’angelo. “Noi ci muoviamo con la stessa disponibilità di cuore dei pastori?”, ha domandato guardando ai fedeli nella navata e interrogandosi sulle motivazioni della loro presenza in Cattedrale nella notte di Natale, certamente contrassegnate dal desiderio di incontrare “qualcuno che ci ama ed è fedele fino in fondo”.

Non è mancato un riferimento all’Anno giubilare. “Che cosa vuol dire – ha precisato l’amministratore apostolico – se non ricordare che Dio è benevolo nei confronti di ciascuno e desideroso di mostrarci la sua misericordia”. Misericordia che Dio rivolge a ciascuno, proprio come il messaggio del Natale è annunciato a tutte le genti.

“Chiediamo al Signore – ha concluso il Vescovo – di renderci santi, per costruire, anche contro corrente, quel bene radicato nella giustizia, nella verità e nel rispetto della persona, come Gesù ci ha insegnato con la sua vita, con la sua Parola e con la sua morte”.

Le offerte raccolte durante la Messa – che ha visto la presenza per il servizio d’ordine dell’Associazione Nazionale Carabinieri – sono state devolute alla San Vincenzo per far fronte alle necessità dei più poveri.

Il testo dell’omelia di mons. Dante Lafranconi

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