Maria immacolata, «fiamma di purezza che accende la vera vita»

Il Vescovo Napolioni ha presieduto in Cattedrale la Messa nella Solennità dell'Immacolata

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«Siamo chiamati a diventare famiglia santa che si raduna e gioisce per la bellezza della Madre di un’umanità che realizza il sogno del Padre: la comunione profonda che si allarga a chi nel mondo anela alla vita piena» queste le parole con le quali il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ha aperto la Messa che ha presieduto nella solennità dell’Immacolata concezione, la mattina di venerdì 8 dicembre in una Cattedrale piena di fedeli, a dimostrazione della devozione viva e sentita della Chiesa cremonese alla Madonna.

Durante l’omelia, Napolioni ha ricordato che solo Maria è stata concepita senza peccato originale, ma «molti tra noi incarnano la sua purezza, anche vivendo forti responsabilità, in tutte le stagioni della vita e non senza una lotta interiore» perché la madre di Dio «rende possibile un cammino di realizzazione umana, per manifestare la bellezza interiore e l’affidabilità».

Il racconto della Genesi mostra come l’ascolto del maligno che si insinua dentro l’uomo sconvolge l’innocenza originaria. Alla domanda amorevole di Dio che chiede ad Adamo dove si è nascosto, il primo uomo risponde con la vergogna della propria nudità, «in origine segno della trasparenza» ora sorgente di diffidenza nei confronti degli sguardi degli altri. Ho proseguito quindi mons. Napolioni: «Questo pudore ci ricorda che una società che ci porta a essere sfacciati e a mostrare ogni cosa di sé per sentirci vivi, invece ci infetta». L’antidoto è il rispetto e la delicatezza: «A me e a tutti voi faccio questo invito: coltivare il pudore del pensiero, delle parole e delle azioni. Coltivare una purezza per camminare verso la vera essenza della nostra umanità». Maria ne è l’esempio: seguirla «non porta a mortificare se stessi. Maria è forse una donna a metà? No, è una donna che ha scoperto che è il Signore l’unico che può ricolmarla di vita e renderla forte, ospitale e madre feconda per l’eternità. È fuoco d’amore che scalda i nostri cuori». Napolioni ha concluso la sua omelia spiegando che la purezza di Maria non è qualcosa che ghiaccia e immobilizza ma, al contrario, è fiamma che incendia: «L’angelo la saluta dicendole che è piena di grazia, avvolta dallo Spirito Santo, che è una brace che arde per permettere al figlio di Dio di entrare nel mondo. Ci vuole la passione verginale della madre perché la passione messianica del figlio entri nel mondo, ci vuole passione degli adulti perché i ragazzi si appassionino alla bellezza vera della vita».

Chiara Allevi
TeleRadio Cremona Cittanova
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