Il 5 luglio il cardinale Bagnasco a San Luca per la memoria di sant’Antonio Maria Zaccaria

Il 3 e 4 luglio a San Luca le Quarant'ore. La ricorrenza sancirà la conclusione del 125° dalla canonizzazione del fondatore dei Barnabiti avvenuta nel 1897

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Sarà il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana dal 2007 al 2020, e legato alla terra cremonese nel periodo dell’infanzia, a presiedere il 5 luglio nella chiesa di San Luca, a Cremona, la solenne Eucaristia nella memoria di sant’Antonio Maria Zaccaria, presbitero cremonese fondatore dell’ordine dei Chierici regolari di san Paolo, meglio conosciuti come Barnabiti, e patrono secondario della Diocesi di Cremona.

In preparazione alla festa del fondatore, lunedì 3 e martedì 4 luglio nella chiesa di San Luca, dove è presente la comunità barnabita di Cremona, si svolgeranno le Quarant’ore, caratterizzate dall’adorazione eucaristica dopo il canto della Lodi mattutine alle 8.45. Nei due pomeriggi, invece, l’esposizione del SS. Sacramento alle 15, sino al canto del Vespro alle 17.30. Le Messe alle ore 7.15, 8 e 18.

Mercoledì 5 luglio, giorno anniversario della morte di sant’Antonio Maria Zaccaria, avvenuta il 1539 proprio all’ombra del Torrazzo, alle 8.45 avrà luogo l’esposizione del SS. Sacramento con il canto della Lodi; alle 12 la recita della Supplica al santo. Alle 18, quindi, la Messa solenne presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco e concelebrata dai barnabiti della comunità di San Luca insieme alla rappresentanza della Diocesi di Cremona, dell’unità pastorale “Cittanova” (nel cui territorio si trova San Luca) e delle comunità religiose presenti in città. La liturgia sarà animata con il canto dal Coro polifonico cremonese diretto dal maestro Federico Mantovani.

A legare il cardinal Bagnasco al territorio cremonese il fatto che trascorse i primi anni di vita a Robecco d’Oglio, dove la sua famiglia era sfollata dai nonni materni, pur essendo nato nel 1947 nel vicino ospedale di Pontevico, il provincia e diocesi di Brescia, dove fu anche battezzato.

«Siamo arrivati alla conclusione del 125° anno dalla canonizzazione di sant’Antonio Maria Zaccaria, avvenuta nel 1897 con Papa Leone XIII – spiegano dalla comunità di S. Luca –. Un anniversario già celebrato a Milano e che noi, qui a Cremona, vogliamo onorare in questa circostanza».

Dal 6 luglio a San Luca entrerà in vigore l’orario estivo delle celebrazioni: le Messe feriali alle 8 e alle 18; le festive alle 8, 11 e 21.

 

Sant’Antonio Maria Zaccaria

Nasce a Cremona nel 1502, da nobile famiglia, all’epoca del vivace movimento di riforma cattolica che precedette il Concilio di Trento. Rimasto orfano di padre a pochi mesi di vita, ebbe dalla giovanissima madre una prima educazione tenerissima all’amore dei poveri.

Portò a compimento gli studi di medicina all’Università di Padova e, rientrato a Cremona, piuttosto che alla professione medica si dedicò alla cura gratuita dei poveri e alla catechesi. Dal suo direttore spirituale, un domenicano, fu guidato al sacerdozio. Ordinato prete nel 1528, profondamente convinto della centralità dell’Eucaristia e della Parola di Dio per ridare vigore al popolo di Dio, si dedicò a formare gruppi di laici appassionati alla riforma dei costumi morali dei cristiani.

Seguì a Milano, come cappellano, la contessa di Guastalla Ludovica Torelli, con cui condivideva profondamente le aspirazioni al rinnovamento del laicato cristiano. Qui, iscrittosi all’antica confraternita dell’Oratorio dell’Eterna Sapienza, fondato da mons. Giovanni Antonio Bellotti, ne divenne il capo spirituale e, sotto la sua spinta, l’Istituto germinò tre nuove famiglie religiose, ispirate alla figura di san Paolo: i Barnabiti (o Chierici Regolari “di S. Paolo decollato”), le Angeliche (“di san Paolo converso”) e i “Maritati devoti di S. Paolo”. Con i membri di questi ordini religiosi animò una rinascita spirituale nel popolo milanese, nonostante l’iniziale avversione del clero locale che lo denunciò presso la Curia romana. Da queste accuse fu pienamente scagionato (anche per l’appoggio di san Carlo Borromeo) e continuò la sua opera di riforma spirituale, a tutti i livelli della Chiesa ambrosiana.

Particolare cura dedicò alla costituzione delle Angeliche, primo esempio di ordine religioso femminile non vincolato alla clausura, dedito principalmente all’educazione religiosa del popolo. In missione pacificatrice a Guastalla, colpita da interdetto pontificio, esaurì le sue già molto provate risorse vitali e fu trasportato morente a Cremona, ove concluse la sua vicenda terrena, il 5 luglio 1539. Venne sepolto a Milano. Di lui rimangono dodici lettere, sei sermoni e le Costituzioni, a documentare il suo animo di riformatore, ispirato ai fondamentali valori evangelici, appassionato custode della figura di san Paolo e del culto eucaristico. Una sua incisiva massima è: “È proprio dei grandi cuori mettersi al servizio degli altri senza ricompensa”.

 

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