La scuola radice del futuro: tavola rotonda al liceo Vida

Scuola capofila nel progetto di rinnovamento dell’istruzione promosso da Indire, l’Istituto nazionale documentazione innovazione e ricerca educativa, che nell’ambito del progetto Avanguardie educative promuove l’impegno per un’educazione moderna e fatta a misura di studente

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Integrazione digitale, flessibilità e innovazione sono solamente alcuni degli aspetti che caratterizzano un significativo e profondo cambiamento del sistema scolastico. Il liceo Vida di Cremona, così come tutti gli istituti che fan parte della cooperativa Cittanova, è stato capace di dimostrarsi pronto a comprenderne il significato, affermandosi come scuola capofila nel progetto di rinnovamento dell’istruzione promosso da Indire, l’Istituto nazionale documentazione innovazione e ricerca educativa, che nell’ambito del progetto Avanguardie educative promuove l’impegno per un’educazione moderna e fatta a misura di studente.

Da tre anni il liceo Vida sperimenta nuove tecniche di insegnamento che sono diventate trampolini di lancio per l’evoluzione degli istituti del territorio nazionale. Proprio per sottolinearne la buona riuscita è stata organizzata, durante la mattina di sabato 3 febbraio, presso il salone Bonomelli del Seminario vescovile di Cremona, una tavola rotonda in cui sono stati descritti i pilastri sui cui si fonda la riforma educativa, ponendo una particolare attenzione all’importanza dell’insegnamento, che per rimanere al passo con i tempi si fa sempre più trasversale e mirato alla creazione di competenze concrete.

Per raccontare ai docenti e ai genitori presenti i caratteri della riforma sono intervenuti don Marco D’Agostino, rettore del Seminario Vescovile e docente di lettere, la preside del liceo Vida Roberta Balzarini, il vicepreside del liceo classico Gianluca Mate e don Francesco Fontana incaricato diocesano per la pastorale giovanile. Durante l’incontro, in videoconferenza, è intervenuta anche Elena Mosca, ricercatrice Indire nell’ambito del progetto delle Avanguardie educative. La tavola rotonda è stata moderata dal docente di lettere e giornalista sportivo Gianluca Corbani. All’inizio della presentazione è intervenuto anche l’assessore alla cultura, giovani e politiche della legalità del Comune di Cremona Luca Burgazzi, a sottolineare il legame indissolubile fra la scuola e le istituzioni pubbliche.

«Ci troviamo davanti a generazioni di giovani che sono diverse da noi adulti — ha spiegato don Marco D’Agostino — e abbiamo bisogno di cambiare quelle che sono le norme della scuola. Non perché siano sbagliate, ma perché con il passare del tempo diventano inapplicabili. Elasticità e confronto sono i pilastri su cui si fonda l’innovazione. Oggi è l’educazione che deve porsi delle domande: che cosa bisogna dire che prima non si diceva? Tempo fa pensavo che il docente insegnasse ciò che sapeva, ma oggi è necessario che trasmetta ciò che invece serve: bisogna sapersi adattare alle situazioni più diverse».

Ha preso poi la parola don Francesco Fontana, che a fronte degli anni trascorsi come insegnate ha sottolineato che «Dobbiamo capire che lo spazio nel quale vivono oggi gli adolescenti è cambiato: non si può più parlare di distinzione fra spazio reale e virtuale, bisogna accettare che questi due mondi convivano fra di loro. La vita oggi è un continuo flusso di informazioni, è inutile allontanarsi dal mondo on life. Lo spazio che importa è quello da abitare con la propria mente, e non solo con il corpo, oggi si può essere fisicamente qua ma allo stesso tempo virtualmente altrove”.

«La scuola è un luogo di relazione, – ha affermato Roberta Balzarini, preside del liceo Vida – è qualcosa di dinamico, qualcosa che muta e che cambia. È chiaro che il cambiamento ci porta fuori dalla nostra zona di comfort, ma bisogna accorgersi che si tratta di un cambiamento necessario. La parola d’ordine oggi è essenzializzazione del sapere, strutturato sulle sfide della quotidianità e focalizzato a fornire gli strumenti di cui gli studenti hanno bisogno per affrontare le proprie necessità».

Il professor Gianluca Mete ha poi evidenziato che «la scuola cambia e noi cambiamo con essa. La mente umana non nasce con una predisposizione alla lettura, ma è una caratteristica che si sviluppa col tempo. Per questo motivo il nostro approccio allo studio non può essere destinato a rimanere sempre lo stesso, ma nel tempo cambierà, mutando e adeguandosi alle nuove prospettive della modernità».

La ricercatrice di Indire Roberta Mosca, collegata a distanza da Firenze, ha elogiato i meriti del liceo, dicendo che «il Vida è una scuola capofila del movimento per l’innovazione educativa, da essa le scuole “adottanti” prendono esempio e cercano di replicarne le modalità di gestione del sistema scolastico. Lo spazio e il tempo sono i punti fondamentali intorno ai quali ruota la riforma, bisogna leggere in maniera costruttiva questa riforma, senza opporsi a priori, ma piuttosto abbracciandola investendo sul capitale umano».

La riforma del liceo Vida si basa proprio su una rivalutazione degli spazi e dei tempi della didattica. L’idea nasce dopo pandemia: in quel momento ci si è chiesti come poter far fronte alle problematiche che emerse durante il periodo di didattica a distanza. La prima necessità è stata quella di proporre una nuova scansione oraria della giornata: ora il liceo Vida divide l’anno scolastico in tre periodi da 11 settimane ciascuno. Il questi periodi gli studenti passano a scuola 6 ore al giorno, nelle quali si affrontano 3 materie divise in blocchi da 2 ore ciascuna, limitandosi a non più di 6 materie diverse a settimana. Rispetto a questo processo di compattazione della proposta didattica i dati parlano chiaro: il metodo funziona e i risultati degli alunni sono migliori, con un notevole beneficio nella semplicità d’apprendimento.

L’insegnamento al Vida riflette l’importanza della propedeuticità, le materie e gli argomenti vengono affrontati in periodi temporali distribuiti in maniera tale da poter fornire ogni competenza necessaria agli studenti prima di poter cimentarsi in nuove sfide curricolari. Al primo anno il corso di Greco si affronta solamente dopo un primo trimestre incentrato sull’apprendimento del Latino, così da avere già una base solida e una buona conoscenza della lingua antica. Allo stesso modo per i liceo scientifico, Fisica si inizia solamente dopo un primo trimestre di Matematica, necessario che fornire agli alunni quegli strumenti che servono per la comprensione della disciplina. L’introduzione dello studio della Filosofia fin dal primo anno dimostra l’impegno del liceo cremonese di portare i propri studenti a sviluppare un pensiero critico e profondo sui temi dell’attualità e del mondo, focalizzando l’attenzione sull’importanza del dibattito e del valore culturale che questo porta con sé.

Ogni aspetto della riforma è sempre monitorato e analizzato grazie all’intervento di tutor, e allo stesso modo affiancato da uno studio costante dell’innovazione e delle nuove tecniche didattiche.

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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