Nel tardo pomeriggio di domenica 24 novembre si è concluso a Castelleone il ciclo di incontri, promossi per il “Novembre sociale” dalla Parrocchia dei Ss. Filippo e Giacomo, sul tema “Intelligenza artificiale – Cosa?”. L’evento ha visto intervenire Federico Manzi, ricercatore di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione della Facoltà di Scienze della Formazione e per il Centro di ricerca sulla Teoria della mente e competenze sociali nel ciclo di vita, Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo IA e robotica: dinamiche psicologiche e sfide applicative.
Manzi ha chiarito la sorpresa di molti: perché uno psicologo per parlare di intelligenza artificiale e, in particolare, delle sue applicazioni meccaniche come la robotica. La Psicologia dialoga con le altre discipline in modo interdisciplinare e, inoltre, vuole verificare l’utilizzo della robotica all’interno della vita reale. Esiste una pluralità di robot: alcuni più meccanici altri più antropomorfi, robot sociali che interagiscono con le persone. Bisogna considerare che robot e IA sono già operativi nelle case come le lavatrici o i roomba, gli aspirapolvere che sono in grado di agire in un ambiente complesso come quello di una casa.
Ma perché robot e l’IA generativa hanno così grande successo? Manzi ha ricordato come i robot abbiano una lunga storia alle spalle: si trovano citati automi nel XVIII libro dell’Iliade di Omero, si ha poi il cavaliere semovente di Leonardo da Vinci, per arrivare all’anatra artificiale di Jacques Vaucanson nel 700; finché nel 1921, da una pièce teatrale, nasce la parola robot, derivata dal ceco robota che significa lavoro forzato. C’è poi tutta una serie di opere letterarie e cinematografiche che ha influenzato l’immaginario delle persone: basti pensare ai romanzi di Isaac Asimov o a film come Blade Runner per comprendere come la percezione che si ha nei confronti dei robot è distopica. Ma attorno agli anni Duemila la percezione cambia e si comincia ad avere una posizione più positiva, passaggio testimoniato ancora una volta da una serie di opere cinematografiche molto popolari. É evidente che i robot devono possedere alcune caratteristiche per poter agire con gli esseri umani come la fiducia o lo sguardo.
Gli studi psicologici vogliono verificare come gli esseri umani si confrontano con i robot. Nel caso della fiducia i bambini, ad esempio, si fidano dei robot, ma ancora di più degli esseri umani.
Vi sono diversi contesti di applicazione dei robot: come l’educazione, il lavoro, l’assistenza (per esempio i robot sociali per accudire gli anziani). Ma il professor Manzi ha affermato con chiarezza che i robot non sono sostituivi delle persone. Si è lontani da un dominio dei robot e dell’IA, ma vi è la necessità di una formazione profonda all’uso dei nuovi strumenti che deve coinvolgere le comunità e le società. Per il ricercatore della Cattolica le conferenze organizzate dal Novembre Sociale svolgono proprio questa funzione, il coinvolgimento e la presa di coscienza delle persone.
Il contributo dello spicologo ha suscitato molto interesse e vi sono stati diversi interventi da parte del pubblico presente per ulteriori chiarimenti e precisazioni.
Al termine dell’incontro don Matteo Alberti, vicario dell’oratorio, ha espresso soddisfazione per la buona riuscita del Novembre Sociale 2024 ringraziando i relatori intervenuti, i numerosi partecipanti e tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita dell’iniziativa e ha dato appuntamento al Novembre Sociale 2025.
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