Sposarsi è come un gioco da fare in due. Serve la pazienza per conoscerne le regole, il rispetto per conciliare le divergenze, la forza per i momenti difficili. Ma anche tanta gioia per essere testimoni dell’amore di Dio nella propria quotidianità e nella propria comunità. Sono state queste le coordinate dell’incontro promosso nella serata di domenica 24 novembre in Seminario dalla Pastorale familiare e rivolto alle coppie che si sono spostate negli ultimi quattro anni.
«Con il Vescovo – chiariscono i coniugi Maria Grazia e Roberto Dainesi, incaricati diocesani della Pastorale familiare – diverse volte abbiamo pensato a come sarebbe stato bello vedere a che punto sono le coppie che abbiamo seguito dopo qualche anno dai loro matrimoni. Ecco allora la sfida: riconvocare le coppie che hanno fatto il percorso di preparazione alle nozze negli anni scorsi e vedere come stanno, in un momento di amicizia e festa, quasi di gioco».
Proprio il “gioco” è stato lo strumento con il quale si è articolato l’incontro cui hanno preso parte una trentina di coppie di neosposi. Gli organizzatori, infatti, hanno preparato una serie di attività in uno inedito Monopoli riadattato in “Sposopoli”, in cui i partecipanti hanno interagito con monsignor Napolioni per il superamento delle tappe previste dal grande gioco. In questo modo le coppie hanno potuto condividere, in un clima intimo e riservato di divertimento e spensieratezza, le proprie esperienze di vita e raccontare le bellezze e le fatiche dei diversi momenti dei rispettivi matrimoni. Tra gli imprevisti e le probabilità: dal riprodurre una statua che rappresenti il loro amore al podio dei regali brutti donati al proprio marito o moglie.
Poi, il momento dell’ascolto del Vangelo, accompagnato da una riflessione del vescovo. «Mi piace pensare che la Chiesa è nata così: in casa – ha sottolineato mons. Napolioni –. Fin dai primi secoli le strutture dove ritrovarsi non esistevano. Dobbiamo ripartire da quel periodo lì: sono curioso dei nuovi inizi. Perciò aiutiamoci nei propri modi e negli stili, perché abbiamo bisogno di fare insieme questo piccolo capolavoro di famiglie di famiglie, grazie alla presenza di un Dio che si fa uomo, donna, coppia, storia. Fare casa, allargare la famiglia, generare figli: ciò è possibile solo insieme».
L’iniziativa, organizzata con la collaborazione delle coppie guida dei percorsi in preparazione al matrimonio, ha voluto rappresentare un’occasione in cui «essere vicini alle coppie appena sposate e non soltanto in preparazione alle nozze. Il primo figlio di una coppia è la coppia stessa e abbiamo tanto bisogno di prendercene cura» ha detto Maria Grazia Antonioli Dainesi. «È stata una boccata di ossigeno per la nostra comunità diocesana, per la nostra società e per le famiglie – ha aggiunto Roberto Dainesi–. Ciò che volevamo sottolineare è l’importanza di fare rete e creare relazioni: non si è coppie da soli ma in una rete di legami comuni».
Ecco, quindi, l’invito finale del vescovo di ritrovarsi e dare seguito a questo appuntamento affrontando così «gli imprevisti della quotidianità» in vista del cambiamento richiesto nella società odierna in continua trasformazione.