Il Vescovo ai funerali di don Anselmo Gorni: «Un prete feriale: nascosto, umile, obbediente»

L'ultimo saluto al sacerdote deceduto il 23 ottobre a 81 anni nella mattinata di venerdì 26 ottobre a Romprezzagno, suo paese natale

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«Formiamo un’assemblea fatta di varie famiglie: la famiglia Gorni, che ha dato alla Chiesa due sacerdoti, le famiglie sacerdotali, che nella Chiesa hanno affiancato don Anselmo, e le famiglie parrocchiali, come quella di oggi, in questa chiesa in cui ha ricevuto il battesimo e che ora gli dà l’ultimo saluto». Nella chiesa parrocchiale di Romprezzagno con queste parole il vescovo Antonio Napolioni ha aperto, nella mattinata di mercoledì 26 ottobre, i funerali di don Anselmo Gorni, deceduto all’età di 81 anni il 23 ottobre presso la casa di riposo La Pace dove era ricoverato da tempo.

Accanto al vescovo Napolioni c’erano il vescovo emerito Dante Lafranconi, padre Luigi Gorni (fratello di don Anselmo), il parroco don Massimo Sanni e diversi altri sacerdoti diocesani e religiosi. Tra i concelebranti anche mons. Amedeo Ferrari, rettore del rettore del Santuario di Caravaggio, dove don Anselmo ha vissuto il suo ultimo incarico pastorale, dal 2011 al 2018, dopo essere stato per 35 anni parroco di San Martino in Beliseto.

«Abbiamo ascoltato le letture del giorno, non letture scelte appositamente per la celebrazione delle esequie – ha spiegato Napolioni nella sua omelia –. Questo perché credo di avervi ritrovato tante tracce che riguardano la vita ministeriale di don Anselmo: letture feriali per un prete feriale. Non tanto un prete festivo, appariscente, ma piuttosto un prete nascosto, umile, obbediente».

Da qui lo spunto offerto dalla Lettera di san Paolo agli Efesini, che comincia proprio con «Figli, obbedite!». «Tutta la vita di don Anselmo è un grande racconto di obbedienza – ha detto il vescovo –. Non obbedienza formale, ma interiore, filiale». E ha proseguito: «A volte sembrava che fosse troppo distaccato da applausi e attenzioni, ma in questo ci richiamava all’essenzialità, sapendo che nel Signore non c’è preferenza di persone».

Negli ultimi anni, vissuti presso la casa di riposo della fondazione “La Pace” di Cremona, la malattia lo ha reso più silenzioso. «Qui si compie il mistero di quella porta stretta, raccontata dal Vangelo, in cui Gesù ci chiede di entrare – ha proseguito mons. Napolioni –. Non è fatta solo di sofferenza fisica e psicologica, ma anche da piccolezza, che lui era preparato a vivere evangelicamente: quella piccolezza con cui il Signore si riconosce in noi e noi in Lui».

Una vita, quella di don Anselmo Gorni, vissuta in totale essenzialità e radicalità, una vita ammirevole e così elogiata dal vescovo: «Davvero in mille modi si compie l’ultima parola del Vangelo. Vi sono ultimi che saranno primi e primi che saranno ultimi. Guai a noi ad aver la fretta di dirci primi o di dirci ultimi. Lasciamo al Signore di sconvolgere le nostre classifiche e di sorprenderci con la sua misericordia».

Al termine della celebrazione, il discorso di padre Luigi Gorni che, commosso, ha voluto ringraziare i vescovi, i suoi confratelli di San Francesco, tutte le parrocchie che hanno accolto e accompagnato don Anselmo e tutti i sacerdoti presenti, in particolare don Luigi Mantia, amministrazione di sostegno e cappellano a “La Pace”.

Dopo la Messa, la salma è stata accompagnata in corteo verso il cimitero di Romprezzagno.

 

Profilo di don Anselmo Gorni

Ordinato sacerdote il 26 giugno 1965, don Anselmo Gorni ha iniziato il proprio ministero sacerdotale come vicario a Commessaggio. Nel 1976 il trasferimento a San Martino in Beliseto, frazione di Castelverde, dove è rimasto parroco ben 35 anni. Negli stessi anni, dal 1977, ha svolto il proprio servizio anche presso l’Ufficio Cancelleria della Curia diocesana: prima come addetto di Cancelleria e dal 1966 al 2005 come vicecancelliere. Dal 2005 al 2011 è stato parroco di San Martino in Beliseto insieme amministratore parrocchiale di Marzalengo, sempre nel comune di Castelverde. Dal 2011 al 2018 è stato sacerdote cooperatore presso il Santuario di Caravaggio, che ha lasciato ritirandosi presso la casa di riposo della Fondazione La Pace, a Cremona.

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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