Il Seminario di Cremona al centro dell’incontro di sabato di “Un tè in Biblioteca 2017”

Il rettore don d'Agostino interverrà lasciando spazio anche a seminaristi e liceali sulle esperienze educative da loro vissute

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Sabato 13 marzo, alle 16, presso la sala di lettura della Biblioteca del Seminario Vescovile di Cremona, si terrà il secondo appuntamento della rassegna “Un tè in Biblioteca 2017” dedicata, quest’anno, ai 130 anni della sede bonomelliana di via Milano.

“In questa fabbrica ho anch’io la mia pietra”: un Seminario per crescere è il titolo dell’incontro/confronto guidato da don Marco D’Agostino, rettore dell’istituzione dallo scorso settembre, che coinvolgerà alcuni giovani in un dialogo sulle esperienze vissute durante il percorso educativo da studenti liceali o da seminaristi, volto ad offrire una formazione culturale, strumenti per la crescita, competenze per la vita. Il punto di vista privilegiato di don D’Agostino, qui chiamato a raccontare la sua esperienza come docente e rettore, ma anche a raccontarsi come studente che ha vissuto l’adolescenza in Seminario proprio come i “suoi ragazzi”, permetterà di intrecciare passato, presente e futuro.

Lo spunto dell’incontro saranno brani tratti da fonti storiche e biografiche tra fine XIX e inizio XX secolo, un periodo particolarmente significativo per l’istituzione cremonese. Registri stilistici diversi, emergenti dalle letture a cura delle bibliotecarie della Biblioteca del Seminario, guideranno gli ospiti nelle riflessioni e nei racconti: le Cronache del Seminario dal 1883 al 1922, redatte di anno in anno da “chierici cancellieri”, racconteranno a tratti, con la freschezza e l’ironia della giovane età, la vita all’interno dell’istituzione e i fatti salienti occorsi; la Storia del Seminario di Cremona del sacerdote Angelo Berenzi, apprezzato ed amato docente, offrirà uno sguardo maturo sui cambiamenti a cui ha assistito; alcuni brevi passi tratti da scritti del vescovo Geremia Bonomelli porranno l’accento sulla sua cura verso i giovani e la necessità di una solida formazione intellettuale e morale.

Il Seminario bonomelliano è oggi un edificio ricco di storia e di storie, che l’Associazione “Amici BiMu”, negli ultimi anni, si sta impegnando a far conoscere alla cittadinanza, ma è prima di tutto, dunque, un luogo pensato per la crescita dei giovani. L’impegno del vescovo nei confronti dell’istituzione, fu evidente fin dai primi tempi del suo mandato a Cremona, quando, alla metà dell’Ottocento, trovata la diocesi in una situazione davvero difficile, iniziò il suo paziente lavoro pastorale per una sostanziale rinascita. Il chiaro il progetto pedagogico del presule, incentrato alla formazione morale e spirituale dei suoi giovani, fu volto alla pratica del dovere e allo spirito di sacrificio, ponendo sempre in “strettissimo obbligo e principale occupazione” lo studio che si tradusse in un subitaneo adeguamento delle materie insegnate ai programmi scolastici governativi. Quando il 26 novembre 1887, i chierici entrarono per la prima volta nel nuovo Seminario, si trovarono di fronte ad una struttura ampia, ariosa, salubre, collocata in una zona tranquilla, immersa nel verde, dotata di moderne comodità, come luce elettrica e acqua corrente, e di tutti i servizi utili alla vita comunitaria e scolastica. Qui poterono vivere la riforma degli studi, concepita attraverso nuovi metodi educativi e nuove strategie, non senza rigore, ma votata ad un maggior ampio respiro.

Gli spazi, ancora oggi vissuti e visitabili del Seminario, in concerto con i volumi della Biblioteca e le carte dell’Archivio storico interno, raccontano ancora come la missione formativa fosse strutturata sulla condivisione e la convivenza, che arrivò anche a coinvolgere alcune centinaia di ospiti. Un esempio di comunità, che nel tempo ha vissuto i cambiamenti storici, con due guerre mondiali, che è divenuta ospedale militare, che è tornata a rivivere e non ha mai cessato di pulsare, fino al presente. Un presente dove oggi ancora i verbi “educare” e “condividere” si declinano in un liceo “G. Vida” classico, scientifico e sportivo, in una comunità ecclesiastica in formazione come quella dei seminaristi ed i sacerdoti che la guidano, una biblioteca aperta alla cittadinanza, alle istituzioni, alle associazioni, un patrimonio storico-artistico che si mette a disposizione per lo studio e la conoscenza, così come vollero coloro che con tanta dedizione contribuirono alla sua raccolta.

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