Il ricordo di don Romeo Cavedo a un anno dalla scomparsa nella “sua” Sant’Agata

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Don Romeo Cavedo è stato ricordato a Cremona nel pomeriggio di sabato 28 settembre in un sentito e partecipato incontro a S. Agata: nel territorio dunque dove ha vissuto, insegnato e predicato per tutta la vita. Il brillante teologo è stato anche attivo in altre diocesi e realtà: relazioni e testimonianze hanno tratteggiato in modo coinvolgente parte del suo lungo e significativo percorso di studioso e di uomo. Davide Proserpio ha condotto il pomeriggio introducendo di volta in volta gli ospiti.

Isabella Guanzini ha definito Cavedo un maestro. In senso stretto lo è stato per la stessa Guanzini che ha beneficiato di sue lezioni personali, per esempio di introduzione al mondo ebraico antico. Il rapporto di Cavedo con la Parola non era di dominio o di possesso, bensì di ospitalità: avere il diritto di aprire un testo e di potervi entrare dentro e dialogare con esso. Don Cavedo si domandava costantemente: chi può arrogarsi il diritto di definire la verità assoluta? Guanzini ha citato in proposito una riflessione del teologo riferita al capitolo 11 del libro dei Numeri: Dio stesso suggerisce a Mosè di farsi aiutare dai 70 anziani scelti nel popolo per predicare e profetare. La condivisione, infatti, fa aumentare lo Spirito! Don Romeo inoltre è un esempio limpido di “parresia”: il “dire tutto”, parlare franco, senza finzioni o raggiri. Nelle sue relazioni, nei corsi, nelle omelie questa dimensione è sempre presente: difficile trovarvi delle certezze granitiche, sempre dei dubbi, delle proposte alternative, delle domande aperte. D’altra parte il primo vero parresiaste per Guanzini è Gesù accompagnato da tutti i profeti e gli spiriti illuminati che parlando con franchezza hanno cercato di realizzare la democrazia prima ancora dei Greci. Spazio dunque, come ha insegnato anche don Romeo, a tutte le voci, all’interpretazione “altra”, al punto di vista nuovo e inconsueto.

Chiara Somenzi ha ricordato con grande chiarezza alcune caratteristiche della predicazione di Cavedo. Per esempio le domande secche e taglienti proposte dal pulpito. E ancora la singolare capacità del sacerdote di essere “pescatore di uomini”, ma … senza “adescare”. Si restava coinvolti dalla sua predicazione anche se deliberatamente questa non comprendeva facili e allettanti promesse. Significativo l’affiancamento proposto da Somenzi tra Cavedo e Origene: per lui la seduzione verso le scritture doveva dipendere dal desiderio e dalla ricerca personale del soggetto, non da “esche” di alcun tipo.

Una testimonianza di valore riguardo al profondo spirito ecumenico di Cavedo è arrivata da Enrico Scaglioni, membro della Chiesa Evangelica cremonese. Trovava il sacerdote sempre pronto al dialogo e aperto al confronto, ne ascoltava spesso le omelie domenicali, a cui assisteva dopo aver partecipato al culto domenicale presso la sua Chiesa dove altri erano interessati ai concetti proposti da Cavedo. Scaglioni ha ricordato don Romeo con una citazione dal Salmo 119: “la tua parola è una lampada per il mio piede e una luce sul mio sentiero”.

Molto toccante l’intervento della moglie di Eugenio Dioni, recentemente scomparso e amico da sempre di don Cavedo. Fausta Goldani Dioni, in prima persona e tramite un foglio di testimonianze del marito, ha raccontato di un Cavedo “intimo”, singolare e inconsueto. Intenso e commovente il tratteggio dell’evoluzione dell’amicizia tra Eugenio e Romeo (Rommy il soprannome di casa): la conoscenza occasionale alla FUCI, le lezioni di latino, le vigilie di Natale, l’ironia e i viaggi, soprattutto i viaggi. È stato confidato in proposito che don Romeo aveva una “seconda Bibbia”: l’Orario Ferroviario Europeo! E infine la malattia, l’aiuto, la vicinanza, l’assistenza… la profonda mancanza.

Vanna Rossetti Gnocchi ha parlato, invece, di Cavedo studioso tramite le parole di Valdo Bertalot della Chiesa Valdese. Don Romeo ha infatti collaborato insieme a biblisti cattolici e ad esponenti di altre confessioni religiose, tra cui Bertalot padre, alla redazione della TILC: Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente della Bibbia. Fu anche uno dei soci fondatori della Società Biblica in Italia. Don Romeo partecipò alla redazione del Dizionario di Ebraico ed Aramaico Biblici. È tra i fondatori e fu una delle colonne portanti della Scuola Biblica del Patriarcato di Venezia.

Don Daniele Piazzi, in rappresentanza della Società di Mutuo Soccorso tra i Sacerdoti della Diocesi di Cremona, che don Romeo ha voluto sua erede universale, ha annunciato che si sta progettando un nuovo portale per conservare omelie e corsi di don Romeo.

Graditissima la presenza, a sorpresa, del vescovo Antonio Napolioni negli ultimi minuti dell’incontro. Ha sintetizzato l’eredità di don Romeo nella cura della Parola di Dio, che plasma la Chiesa e non deve essere delegata ai biblisti. C’è bisogno di tornare alla Parola per evangelizzare.

Don Regonesi, don Piazzi e don Guerreschi Parizzi hanno infine concelebrato la Messa in S. Agata, durante la quale è stata letta un’omelia di don Cavedo a commento delle letture di questa domenica.

TeleRadio Cremona Cittanova
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