Il 20 aprile in Cattedrale il Concerto di Pasqua

Protagonisti il Coro Polifonico Cremonese con il tenore Cosimo Vassallo, il baritono Valentino Salvini e l’Orchestra Filarmonica Italiana

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Giovedì 20 aprile, alle 21, nella Cattedrale di Cremona si rinnova la consolidata tradizione del Concerto di Pasqua del Coro Polifonico Cremonese, reso possibile dal sostegno della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini. Esecutori, con il Coro Polifonico, il tenore Cosimo Vassallo, il baritono Valentino Salvini e l’Orchestra Filarmonica Italiana. Direttore Federico Mantovani. In programma: Johannes Brahms (1833-1897), Geistliches Lied op. 30; Giacomo Puccini (1858-1924), Messa di Gloria; Federico Mantovani, O salutaris Hostia e Alleluia. La serata, che vedrà la presenza del vescovo Antonio Napolioni, è a ingresso libero e gratuito.

 

Programma del concerto

Composto da Brahms nel 1856, quando aveva 23 anni, il Geistliches Lied op. 30 è un breve mottetto, originariamente accompagnato dall’organo, qui presentato nell’orchestrazione di Mantovani. Musica il Canto spirituale del poeta barocco Paul Flemming (1609-1640), un invito alla pace interiore e alla fede in Dio, l’Unico, che provvede sempre al destino dell’uomo:

“Non lasciarti affliggere dalla tristezza, /sii sereno come Dio dispone, / sia così compiuta la mia volontà! / Perché vuoi preoccuparti oggi del domani? /L’Unico che a tutto presiede /dà anche a te il tuo. /Sii solo stabile in tutto ciò che fai, / tieniti saldo a ciò che Dio decide: /questo è ed è proprio il meglio.”

La musica di Brahms incarna questa pace interiore, con un andamento lento e sereno, dove le linee vocali si intrecciano in un contrappunto sempre cantabile. Brahms ebbe esperienza diretta come direttore di coro, e al coro dedica pagine sublimi (si pensi al Deutsches Requiem), trattando le voci con grande cura e piegandole ad un disegno melodico chiaro e intenso.

Sicuramente la migliore composizione di Giacomo Puccini al di fuori del repertorio operistico è la Messa a quattro, più conosciuta come Messa di Gloria, per tenore, baritono, coro e orchestra sinfonica. Si tratta di una Messa composta per l’esame di diploma all’Istituto Musicale “Pacini” di Lucca ed eseguita per la prima volta il 12 luglio 1880 (il Credo in realtà era già stato composto come brano a sé stante ed eseguito due anni prima). Concepita per un grande organico, la Messa si rivela come la prima opera di Puccini di grande ambizione.

Al contrappunto “in stile osservato”, che ritroviamo nella grandiosa fuga del Cum Sancto Spiritu affidata al coro, si oppongono linee melodiche sinuose e il gusto per un’orchestrazione ricca, cifra stilistica del Puccini della maturità. L’opera è inoltre piena di spunti tematici che manifestano la fantasia di un talento proteso verso il teatro. Puccini apprezzava talmente questa Messa che utilizzò alcuni temi per le opere successive, come per esempio il tema dell’Agnus Dei che riproporrà, leggermente modificato, in Manon Lescaut, e quello del Kyrie, che ritornerà in Edgar.

Il manoscritto completo della Messa non fu mai pubblicato dall’autore, e solo alla fine della seconda guerra mondiale il musicologo sacerdote Fra Dante del Fiorentino ne curò una pubblicazione con il titolo di Messa di Gloria.

Concludono il programma due pagine di Mantovani.

O salutaris Hostia, per tenore, baritono, coro e orchestra, è tratto dalla Cantata La più bella avventura, eseguita per la prima volta nel 2010 e composta per ricordare la figura profetica di don Primo Mazzolari. Così scriveva il parroco di Bozzolo, per il quale è stato aperto il processo di beatificazione: «L’ostia, al pari della croce, sono due braccia e due cuori che s’incontrano. La piccola ostia, la briciola che è tutto il Signore, a questo pover’uomo, mercante di felicità, insegna che la felicità è Qualcuno: tu, mio Signore. Se no, il povero sarebbe fuori dal banchetto e nessuno potrebbe credere alla tua giustizia né alla tua carità». Il brano musicale è segnato da una felice vena melodica e da una ricca orchestrazione, con un crescendo dinamico che asseconda il percorso testuale. Solisti, coro e orchestra si intersecano nell’esposizione del tema principale, armonizzato con soluzioni moderne e di forte impatto emotivo.

Anche l’Alleluia era inserito in questa Cantata, ed è poi stato utilizzato per l’ultimo lavoro di Mantovani presentato in Cattedrale, il Canto di misericordia composto ed eseguito lo scorso anno in occasione del Giubileo. Si tratta del solenne giubilo alleluiatico, il “grande Hallel” del Salmo 136, la celebrazione della festosa gioia dell’anima redenta. La realizzazione musicale è ricca e sontuosa, proclamazione solenne della misericordia del Padre.

 

Curricula:     Federico Mantovani    Coro Polifonico Cremonese

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