Giornata dell’Aids a Casa Speranza: «C’è una Parola che mette a tacere le bestie della paura»

Come ogni 1 dicembre la Messa nella struttura segno di Caritas,. Don Codazzi: «Oggi l’Aids è un mostro che fa meno paura, ma rimane, e il rischio di chiudersi e far finta che non ci sia è ancora grande»

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«Al centro non c’è una malattia, ma la speranza». Queste le parole del Direttore di Caritas Cremonese don Pierluigi Codazzi durante il tradizionale incontro con gli ospiti, gli operatori, le religiose e i volontari di Casa Speranza, opera segno di Caritas cremonese, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids.

Alla struttura di via Loreto a Cremona, dedicata all’accoglienza di persone con Aids e sindromi correlate, il direttore di Caritas ha celebrato l’Eucarestia insieme a don Pietro Samarini, vicario zonale e moderatore dell’unità pastorale “Madre di Speranza” in cui la struttura si trova, e a don Vilmo Realini, collaboratore parrocchiale nella stessa unità pastorale.

«Di fronte alla paura, alle bestie mostruose – ha detto don Pierluigi Codazzi durante l’omelia – c’è il rischio di chiudersi, di rassegnarsi. Ma la Parola ci dice che in quei momenti compare qualcuno che ha la capacità di ridurre e mettere a tacere le bestie, di togliere loro il potere. Ed è qualcuno che si prende cura. Oggi l’Aids è un mostro che fa meno paura, ma che rimane, e il rischio di chiudersi e far finta che non ci sia è ancora grande. Per questo dobbiamo dire grazie a tutti gli operatori, i volontari e le religiose che operano in questa casa. E poi – aggiunge – c’è il Vangelo che ci dice che in più, oltre a qualcuno che cura, c’è qualcuno che non avrà mai fine. Questa è la speranza. Il grazie va anche agli ospiti perché abitano questa casa in un clima di grande rispetto e di condivisione».

L’appuntamento è stato inoltre arricchito dalla testimonianza di Giuseppe Carnevale, infettivologo e “memoria storica” della struttura, nata da un’idea del vescovo Giulio Nicolini e inaugurata nel 2001. «In questi anni sono passate da Casa Speranza tante persone, tra malati, professionisti, suore e volontari», ha ricordato Carnevale. «Qui le persone con Aids riescono a vivere una vita dignitosa e la struttura è tuttora un presidio importante. Spesso ci si ricorda dell’Aids solo il 1 dicembre, ma l’Aids esiste ancora come infezione e come malattia. Ecco perché fare prevenzione e informazione, soprattutto con le nuove generazioni, è fondamentale».

Presente all’incontro anche l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cremona, Rosita Viola: «Questa casa – ha detto – è una grande famiglia dove predomina l’accoglienza e l’assistenza umana. Un riferimento significativo e silenzioso importante per la città e il territorio. Rispetto all’Aids non dobbiamo abbassare la guardia: non dobbiamo parlarne solo il 1 dicembre e per questo con la rete territoriale costruiamo momenti di informazione e prevenzione soprattutto per i ragazzi durante tutto l’anno. Dobbiamo insistere per garantire le cure che ci sono, ma non sono ancora disponibili in tutti i paesi del mondo».

A seguire, c’è stato il rinfresco con ospiti e volontari della struttura.

L’annuale incontro con la Messa in Casa Speranza si inserisce all’interno di un programma più ampio organizzato in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids dalla rete territoriale che coinvolge, oltre alla Caritas cremonese, anche Cooperativa Comunità di Bessimo, Comune di Cremona, Asst di Cremona, Circolo Arcipelago, Cooperativa Cosper e Arcigay Cremona La Rocca.

TeleRadio Cremona Cittanova
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