Don Primo, modello sacerdotale per una Chiesa capace di accendere le anime

Il vescovo Napolioni ha aperto la tre giorni mazzolariana di Bozzolo. Ospiti della prima giornata Bruno Tabacci e il direttore dell'Osservatore Romano Andrea Monda

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Venerdì 9 giugno ha preso avvio a Bozzolo la quarta edizione della “tre giorni mazzolariana”, consueto appuntamento di riflessione attorno ai grandi temi affrontati da don Primo Mazzolari durante il suo ministero nella parrocchia mantovana. Quest’anno l’associazione Isacco, che organizza l’evento con il patrocinio del Comune e della Parrocchia, insieme alla Fondazione don Primo Mazzolari e l’Istituto superiore di Scienze religiose San Francesco di Mantova, ha scelto come tema cardine l’avventura del mondo.

Ad aprire il ciclo di incontri e conferenze, oltre che di proiezioni e spettacoli teatrali e musicali in programma in questo intenso fine settimana, è stato il vescovo Antonio Napolioni, accompagnato dalla presidente di Fondazione Mazzolari Paola Bignardi e dal sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio.

«A conclusione dell’assemblea dei vescovi italiani – ha introdotto monsignor Napolioni – Papa Francesco ha fatto un discorso molto concreto citando don Primo, che metteva in guardia dai “preti soffocatori di vita”. «Che contrasto – ha osservato ancora riferendosi tanto ai sacerdoti quanto ai laici impegnati nelle comunità – quando la nostra vita  spegne la vita delle anime. Ci può essere un modo per essere Chiesa che spegne invece di accendere».  E ha concluso con quella che ha definito «una piccola battuta pepata», riprendendo una celebre espressione evangelica “nessuno è profeta in patria”: «Così è stato don Primo. Troppo poco amato a Bozzolo e a Cremona. Allora grazie ai mantovani che ci aiutano a voler bene a don Primo e a non dimenticarlo, grazie a tanti in Italia che diffondono,, leggono, si ispirano… Grazie al Papa. Forse un piccolo mea culpa come bozzolesi e cremonesi dobbiamo farlo. Che la “tre giorni” ci aiuti».

Dopo i saluti di Paola Bignardi e del sindaco Torchio, protagonisti del pomeriggio sono stati Bruno Tabacci, già sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e già presidente di Regione Lombardia, e Andrea Monda, giornalista e scrittore, direttore de L’Osservatore Romano dal 2018.

Tabacci ha voluto tracciare alcune linee guida per interpretare il pensiero di don Primo a partire da alcune letture del suo “Testamento” (che si può reperire dal sito di Fondazione Mazzolari). Anche in punto di morte il suo pensiero andava ai contadini e ai poveri della sua Bozzolo. Lui che aveva speso una vita nell’antifascismo e nella lotta alle diseguaglianze sociali.

Monda, invece, ha fatto del suo intervento una narrazione poetica di quanto la vita e gli scritti di don Primo hanno significato e significhino ancora oggi. La potenza della parola (passando anche attraverso Karl Rahner), la questione del laicato, il rapporto tra bellezza e poesia, il personalismo comunitario di Mounier, la formazione delle coscienze. Senza sottovalutare i punti di contatto tra Mazzolari e Papa Francesco, che più di una volta pare citarne anche non esplicitamente il pensiero e il giudizio. Entrambi provenienti dalla periferia del mondo. Entrambi spesso rivolti alla poesia. «Senza poesia non c’è fede. Senza poesia l’apostolato muore». Questo don Primo. «Le parole degli scrittori mi hanno aiutato ad approfondire il mio compito anche nel mio attuale ministero perché la parola letteraria è come una spina nel cuore». Così Papa Francesco lo scorso 27 maggio rivolgendosi a scrittori e artisti. Entrambi convinti antimilitaristi al punto da definire la guerra e in particolar modo quella atomica come «animo di Caino». «La sola risposta alla guerra è la fratellanza», diceva don Primo. A distanza di qualche decennio, papa Francesco scriverà l’enciclica Fratelli tutti.

L’appuntamento si è concluso con la proiezione, presso la Casa della gioventù, del film di Ermanno Olmi su don Mazzolari (1967), la cui visione fu interdetta per molti anni dalla RAI a causa di alcune prese di posizione di don Primo contro il fascismo. In serata poi, in chiesa parrocchiale, il Masci di Cerese – Mantova 1 ha proposto un dialogo teatrale in parole e musica tra don Primo e Umberto Bellintoni.

Molti ancora gli appuntamenti anche sabato e domenica. Il 10 giugno, dopo la mattinata e il pomeriggio “in libreria” nella chiesa di San Francesco, alle 17.30 sotto la loggia del Comune la lectio magistralis dal titolo “L’umano alla prova” di mons. Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio istituto Giovanni Paolo II e consultore del Sinodo dei vescovi. In serata, alle 19, presso in chiesa parrocchiale, il concerto dell’orchestra filarmonica Esagramma; seguito dall’apericena in oratorio.

La giornata di domenica 11 giugno si aprirà con la Messa delle 10 presieduta da don don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, oltre che postulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari. Nel pomeriggio alle 17.15, presso la Casa della Gioventù, don Paolo Cugini dialogherà con Stefano Albertini riguardo al tema “Una Chiesa popolo di Dio: inculturata e inclusiva”. Alle 19, nella stessa location, il tema dell’educazione sarà sviluppato da Eraldo Affinati in dialogo con Stefania Albertini e don Bruno Bignami: sotto la lente don Mazzolari insieme a don Milani.

 

Brochure con il programma completo della tre giorni:   pagina 1   pagina 2

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
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